||alleanza||capitolo 25||

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Sono passati due giorni da quello strano avvenimento, due giorni di pura e maestosa tranquillità.

Il vento non soffia più forte come prima, gli alberi sono ormai totalmente spogli e il sole brilla di una luce fioca e leggera, in un cielo limpido e interamente privo di nuvole.

Damon sembra tornato alla sua vita di sempre, ma da quando i miei poteri si sono fusi con quelli di mio padre mi guarda con occhi diversi, come se provasse timore nei miei confronti, come se la parte di lui che adesso vive in me fosse visibile.

"Toc toc."

Ad un tratto quella che sembrava essere una a dir poco perfetta giornata d'autunno viene spazzata via quando, aprendo la porta, trovo di fronte a me Scott, susseguito dal suo branco.

Non riesco neanche ad invitarli dentro casa che già sono seduti sul divano, tutti eccetto Lydia, che resta in piedi nel bel mezzo della stanza a guardare intorno a sé, gli occhi persi nel vuoto.

"Dio, Madison! Cosa ci fanno 'loro' qui?!"

Il bel vampiro compare nella stanza tutto d'un tratto, e presto la sua spensieratezza si trasforma in rabbia.

"Me lo chiedo anch'io, Damon."

Rispondo io lanciando un'occhiata a Scott, le cui guance si colorano di un rosso acceso.

Isaac è seduto accanto a lui, il modo in cui i raggi del sole si immergono nei suoi occhi mi lascia per un istante senza fiato, ma la voce dolce e melodica di Scott mi riporta immediatamente alla realtà.

"I cacciatori, sono tornati."

Come ho potuto credere, per un solo istante, di poter vivere una vita tranquilla?

"Va avanti."

Lo incita freddamente Damon, stringendo le labbra sottili.

"Hanno preso Derek, è successo stanotte."

Sembra aver paura, il lupo dai capelli scuri deve significare molto per Scott, posso vederlo dentro ai suoi occhi, ora che i miei poteri sono di gran lunga più intensi.

"E perché dovrebbe interessarci?"

Chiede Lui, con fare disinteressato.

"Perché loro vogliono arrivare a lei, e tu questo non lo permetteresti."

Damon si appoggia su un tavolo con entrambe le braccia, abbassa la testa e poi la rialza rivolgendomi lo sguardo più intenso e profondo che io abbia mai ricevuto, il suo dolore mi trafigge come una spada, per poi uscire, lacerandomi il cuore.

"Li troverò, e li ucciderò io stesso."

Quelle parole accendono un meccanismo in me, toccano un interruttore.

Chiudo gli occhi e di colpo piombo con le ginocchia sul pavimento, vedo una luce e subito dopo delle immagini confuse ed in continuo mutamento, delle voci sconosciute, elettricità.

Riapro gli occhi e guardo di fronte a me, tutti sembrano avere un'aria a dir poco preoccupata che velocemente lascia spazio al sollievo, mentre Damon mi prende tra le sue braccia e mi aiuta ad alzarmi, desideroso di sapere cosa ho visto.

"C'è un sentiero, man mano che avanzi gli alberi diminuiscono fino a sparire, poi una casa, nient'altro."

Dico io, descrivendo meglio che potevo la visione che aveva appena attraversato la mia mente.

"So dove sono, andrò io."

Dice Scott, avviandosi verso la porta.

Damon immediatamente sfreccia di fronte a lui e gli appoggia una mano sul petto, inclina la bocca su un lato e scuote la testa con la sua solita sensualità che non si accorge mai di mostrare.

"Dove credi di andare? Vengo con te."

Sembra determinato, nessuno potrà fargli cambiare idea.

"Voi resterete qui, se entro sera non faremo ritorno veniteci a cercare."

Vorrei oppormi a questa decisione ma decido di acconsentire, quelle persone potrebbero volere qualcosa di peggiore della mia morte, ed è mio dovere custodire i poteri di mio padre, evitando ogni pericolo.

Con un movimento schietto raggiungo Damon e gli sfioro la guancia con due dita, lanciandogli un piccolo incantesimo di protezione, poi resto sulla soglia per qualche istante ad osservarlo sparire fra gli alberi, lasciando dietro di se un gelido e dolce profumo.

Una mano mi scosta i capelli dalle spalle e sento delle labbra morbide appoggiarsi delicatamente sul mio collo, mentre vedo la porta di fronte a me chiudersi, nella mia mente Damon è ancora li, che mi osserva con la bocca sottile contratta.

"Se la caveranno, vedrai."

Dice Isaac, mentre Stiles annuisce preoccupato.

Noto delle profonde occhiaie sul suo volto, come se non dormisse da mesi.

"Tu, dovresti dormire."

Gli dico quasi come fosse un ordine.

Lui si volta verso di me, sbatte ripetutamente il piede destro sul pavimento, mentre si strofina le mani sul viso, il nervosismo e la paura stanno avendo la meglio su di lui, per un mortale a volte la pressione si rivela troppo forte.

Così prendo le sue mani tra le mie, e per la prima volta riesco a compiere un incantesimo che solo mio padre sapeva lanciare: assorbo dentro me tutta l'energia negativa del ragazzo dal naso all'insù, sento un profondo dolore, poi sparisce.

I suoi occhi si illuminano, i solchi scuri spariscono e le sue labbra disegnano un leggero sorriso, sussurrando mima parole di ringraziamento e poi cade in un sonno profondo, si risveglierà appena tutto sarà finito.

"Cosa gli hai fatto?"

Chiede Lydia, intimorita.

"Ho preso il male e l'ho scacciato via."

Le rispondo.

***

Le ore successive sembrano non terminare più, vuoti silenzi si alternano a lunghi sospiri, i nostri volti si fanno sempre più pallidi e dentro di noi l'ansia cerca di salire in superficie.

"Zitti!"

Grido io.

Sento due persone correre, passi leggeri affondare su uno spesso manto di foglie, corpi che spostano il vento, ma un solo cuore che batte.

Mi precipito verso la porta, la apro e li vedo, del sangue scuro scorre sul volto di Scott, Damon ha le labbra umide scarlatte, e il suo solito sorrisetto beffardo sul volto.

"Ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta."

Dice il lupo precipitandosi verso Stiles, che ha appena aperto gli occhi.

Vedo Derek in lontananza, non riesce a muoversi perfettamente ma guarirà in fretta, una delle tante doti dei mannari; poi c'è lui, il bel vampiro, che con uno scatto mi prende tra le sue braccia e mi bacia la fronte, lasciandomi del sangue su di essa.

"Ti ho salvata, non mi merito un ringraziamento?!"

Tutti sorridiamo, c'è uno strano clima tra di noi che credo sia destinato a durare, le nostre risate riempiono la stanza e la rendono più luminosa, colma di gioiosa pace.

Perchè infondo anche noi, nonostante i denti aguzzi e gli occhi luminosi, che passiamo la nostra esistenza a combattere una guerra che non avrà mai fine, ci meriteremo la pace, e credo che questa sia la strada che ci porterà da essa.

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