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Il professore di aritmetica sta continuando a spiegare formule ininterrottamente da circa 30 minuti e in classe non osa volare nemmeno una mosca.
Appoggio la testa sulla mano, per fortuna che tra meno di dieci minuti inizia la ricreazione.
Guardo i banchi davanti e mi soffermo su quello di Giovanni intento ad ascoltare con interesse la lezione.
Lui sembra capire tutto, prende appunti per poi ritornare a guardare il prof, concentrato assume un espressione seria, a tratti corruga la fronte o si morde leggermente il labbro inferiore, quando lo fa, d'istinto lo faccio lievemente anche io.
Sposto lo sguardo, se gli altri si accorgono che lo sto guardando si farebbero due domande e spiegare a loro che forse non è poi così giusto rendere la vita impossibile a ragazzi che neanche conosciamo, diciamo che è alquanto rischioso.
O mangi o vieni mangiato.
E sinceramente fare la loro stessa fine non mi alletta per niente.
E se invece facessi l'incontrario?
Se dicessi il segreto di Giovanni? Sarei un eroe per loro, ma d'altro canto Lorenzo potrebbe spifferare che mi ha trovato chiuso in bagno con la testa di Giovanni sulle gambe e avrebbe l'appoggio di Pietro e forse di kokeshi, oltre ad una foto scattata quando io stavo ancora dormendo ed avevo una mano tra i suoi capelli come se lo stessi accarezzando, e si, lo stavo accarezzando e i suoi capelli erano morbidi e lisci.
Scuoto leggermente la testa, a cosa accidenti sto pensando?
Perché mi soffermo sul profumo o su i capelli di Giovanni?
Insomma, lui è praticamente un nemico e a me viene da pensare queste cose su di lui? Dai Andrea, riprenditi.
- pss, hey Andrea, hey cagami- mi giro verso Luca - tieni, hanno detto che è per te- dice prima di lanciare un bigliettino sul mio banco.
Lo prendo e con calma cerco di aprirlo senza fare alcun rumore e lo metto sul quaderno per mimetizzarlo.
Quando scorgo ciò che c'è scritto mi si gela il sangue nelle vene.
" Mio caro Andrea, ti conviene lasciare in pace Giovanni.
Sai, quella foto che vi ho fatto c'è le vedrei bene incorniciata al posto del crocifisso in classe, o magari in tutte.
Aspetto solo un tuo passo falso.
Lorenzo."
Cazzo, cazzo, cazzo! E ora cosa faccio?
La voce di Mauricio mi fa ritornare dai miei pensieri.
-cosa?-
- Andrea, ma sei sordo o cosa?-
- scusa, ero perso tra i miei pensieri-
Mauricio mi guarda un attimo storto per poi ritornare alla sua espressione normale - stavo dicendo agli altri che faremmo come la scorsa volta, tu con Giovanni, Luca e fede con lo sfigato con gli occhiali, Giorgio con Pietro e Matteo e mio-

Meno dieci minuti al suono della campanella, meno di dieci minuti per formulare un piano che funzioni per sfuggire da quei leoni troppo pieni di se.
E dai giova, pensa, pensa una soluzione.
Mettere su carta le varie opzioni mi è sempre servito a trovare una soluzione a quei problemi che se no ti riempirebbero la testa e basta. Ogni tanto guardo il prof, lui e le sue formule scritte alla lavagna tante volte mi hanno aiutato davvero nella vita, ma in questo momento sto solo fingendo di ascoltare mentre sto pensando a tutt'altro. Per mia sfortuna non mi viene in mente nulla che possa davvero funzionare.
Dal nervoso mi mordo il labbro inferiore. Riporto lo sguardo sull'orologio: meno cinque minuti.
- allora giova, tu hai in mente qualcosa?- Pietro mi guarda con aria speranzosa - no, tu?- scuote la testa -niente di niente-
- Ok, fino a quando non ci inventiamo qualcosa di meglio il piano rimane uguale, corriamo, ci dividiamo e preghiamo perché non ci prendano-
Leo che ha ascoltato tutto si gira - ma questo è un suicidio! Magari voi riuscirete a seminarli, ma io? Se è come l'altra volta saranno in due a braccarmi-
- tu ne avrai due , ma Giorgio è anche un palestrato del cazzo, quello ha due braccia che fanno paura- la situazione non poteva andare avanti così e farmi picchiare un altra volta da Andrea non mi alletta come idea - tranquilli, Lorenzo ha promesso di darci una mano, magari insieme a lui potremmo trovare una soluzione-
- perché ti fidi così tanto di quel tizio? Non ci ha mai praticamente rivolto la parola e adesso gli stiamo così simpatici?-
Anche se oddio ammetterlo Pietro ha ragione, ma avere una speranza aiuta - non lo so, so solo che abbiamo bisogno di fidarci- Pietro non sembrava ancora convinto, mentre Leo mi fa un sorriso - se ti fidi tu , mi fido anche io, è sempre bene seguire l'intuito di un matematico pazzoide-.
Lo ringrazio con lo sguardo, a volte Leo sa davvero sorprendermi, a volte.

Lorenzo guarda il suo orologio da polso - dieci minuti a ricreazione- Pietro alla sua destra gli sorride - e dai, non essere in ansia-
- spero che il biglietto funzioni-
- se non vorrà la sua foto in tutta la scuola farà bene a darci retta-
- a darmi retta, l'ho firmato solo con il mio nome-
A questa rivelazione Pietro roteò gli occhi.
- perché? L'idea è stata mia!-
- mio caro sciocco Pietro, non voglio che nel caso Andrea volesse una rivincita con me se la prendesse con te, quindi ascolta: tu fai finta di niente e stagli alla larga-
- ma sentilo, il maschio alfa-
- eppure l'altro giorno non ti è dispiaciuto- dicendolo nel suo viso si forma un espressione da pervertito, facendosi guadagnare un occhiataccia del compagno.
- zitto, se qualcuno ci sente fare certi discorsi siamo fottuti-
- come tu ieri-
- sei proprio un idiota- Pietro si lasciò scappare un sorriso guardando Lorenzo che muoveva le sopracciglia.

- cazzo, cazzo, cazzo- Leo ripeteva quel mantra mentre correva tra i corridoi.
Non aveva il coraggio di voltarsi.
Luca e Federico d'altro canto cercavano di restargli dietro.
- quello stronzo è proprio veloce- Luca lanciò uno sguardo al suo amico vedendolo in difficoltà.
- possiamo provare a fregarlo come la scorsa volta-
- no, ce la posso fare-
- sicuro?-
- prendiamo quello sfigato e facciamola finita-
Leo però non accennava a rallentare.
Svoltò nel corridoio a sinistra ma qualcosa, o meglio qualcuno, fermò la sua corsa.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò sdraiato sul pavimento.
- hey tu! Stai attento a dove vai!-
- è lì, prendiamolo!-
- cazzo!-
Si alzò e iniziò a correre.
- hey aspetta! Perché quelli ti rincorrono?-
- e perché tu stai correndo con me?-
- così-
- fermati coglione!-
Federico tutto rosso in viso non ce la faceva più, ormai gli mancava il fiato e non sentiva più le gambe.
- dobbiamo sbrigarci, se quelli mi prendono sono dolori-
- ho un idea!-
- cioé?-
Il ragazzo svoltò di nuovo e Leo lo seguì pensando che intanto era già fottuto in ogni caso.
Un momento di distrazione e sentì qualcuno prendergli il polso e trascinarlo dietro a una porta.
Si ritrovò nel buio per poi essere accecato dalla luce giallognola dei neon che qualcuno accese.
- fiú, ce l'abbiamo fatta per un pelo, vedrai che qui dentro non metteranno piede-
- giusto, la vecchia biblioteca, sinceramente in cinque anni non ci ero mai entrato-
- neanche io, bhe, fino ad adesso. Aspetta, cinque anni? Se del quinto! Wow, ho aiutato uno del quinto!-
Ora che Leo lo guardava meglio si accorse di non aver mai visto quel ragazzino che ora saltellava come un grillo per la stanza sollevando una marea di polvere.
Chi sa da quanto non pulivano quella specie di biblioteca.
- non ti ho mai visto, che classe fai?-
Il ragazzo si fermò e lasciò che le sue guance si tingessero di un rosso che ricordava quello del ketchup.
- sono di prima-
- ma va, mi sono fatto salvare da un primino occhialuto-
- anche tu porti gli occhiali-
- si, ma ho sempre desiderato dirlo-
- salvato da un primino?-
- no, occhialuto!-
- ma se porti anche tu gli occhiali!-
- si ma, aaahh, lasciamo perdere!-
- e come mai quelli ti seguivano?-
- perché c'è l'hanno con me-
- quindi ho aiutato uno sfigato di quinta?-
- modera le parole ehmm... Qual'è il tuo nome?-
Il ragazzino fece un passo avanti con una mano alzata pronta ad essere stretta - piacere Andrea, ma diciamo che preferisco essere chiamato Poldo-
- bhe, piacere Poldo, io sono Leo- e ricambio la stretta - grazie di avermi aiutato-
- prego leo, ora io devo andare, spero di poterti rivedere-
- perché no-
Poldo si lasciò sfuggire un sorriso.
- bene, ci vediamo allora, ciao- e sparì dietro la porta.
Leo invece rimase lì, appoggiato ad un banco ripeteva il suo nome come a volerne asaggiare tutte le lettere.
- Poldo-
Gli piaceva come suonava.
- Poldo-
Lo aveva incuriosito.

~my space~

Hey, come va?
Scusate, per vari problemi ho potuto pubblicare solo adesso.
E oggi anche il signor Poldo è entrato nel cast di questa fanfiction, indovinate la ship.
Detto questo spero che il capitolo di oggi vi sia piaciuto, commentate e passate una bella giornata.
Un bacione a tutti ❤️
Viv

GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora