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Lo schermo della tv illuminava la stanza buia.
Era da circa un ora che io e Andrea giocavamo a call of duty scherzando e prendendoci per il culo.
Se me lo avessero detto una settimana fa che mi sarei ritrovato in questa situazione io me ne sarei andato ridendo di gusto.
Invece ora sono qua che rido mentre Andrea incavolato tira ingiurie allo schermo.
Sento una notifica arrivare sul mio cellulare, lo prendo in mano e guardo l'ora.
-cazzo, sono quasi le sette, devo andare-dico saltando in piedi.
Andrea, si alza e va verso la finestra -sei sicuro di voler andare? Piove ancora-
-devo-
-se vuoi puoi restare a mangiare da me, poi ti offriamo noi un passaggio-
-sei gentile ma è meglio se mi faccio ritrovare in casa quando mia mamma arriverà- dico mettendo le ultime cose dentro al mio zaino.
- senti, fammi prendere un ombrello e ti accompagno io, almeno così non finirai di farti la doccia come prima-

Siamo quasi arrivati a casa mia.
Io tenevo la bici mentre Andrea l'ombrello. Da qualche minuto era sceso un silenzio rotto solo dalle gocce di pioggia che toccavano l'ombrello e l'asfalto.
-perché lo stai facendo? - dopo averlo detto mi dò dell'idiota.
-perché lo sto facendo, cosa?- risponde lui tenendo lo sguardo puntato in avanti.
-questo, ho ancora il labbro segnato per colpa di un tuo pugno, e ora fai finta di non ragingermi quando siamo a scuola, fai il gentile e mi accompagni pure a casa con la pioggia, cosa è successo? -
Arriviamo davanti al mio portone e lui si ferma.
-non so, o meglio lo so ma è complicato-
Lo guardo curioso facendogli segno di continuare. Lui alza lo sguardo su di me facendo incatenare i nostri occhi, inscuriti dal buio della sera.
- ora devo andare- dice.
Non faccio in tempo a ribattere che lui sta già camminando nella direzione opposta.
Lascio andare un sospiro ed entro con ancora più domande di quando ero uscito.

Cammino in fretta con una morsa che mi stritola lo stomaco.
- wow, sei fuggito in fretta, ti ha messo paura? -
- cazzo, ora cosa faccio? Non posso mica dirgli che Lorenzo mi sta riccatando per poi dirgli di quella foto-
- solo questo?- 
La guardo, è sotto la pioggia ma nonostante questo non si bagna, i capelli verde pastello però si muovono scossi dal vento freddo della sera.
- ancora con questa storia? Mi sta simpatico, nulla di più-
Guardo la via che sto percorrendo e mi accorgo di essere vicino alla casa di Giorgio. Ma si, magari andare a prendermi una birra da lui e parlare un po' mi farà bene.
In pochi minuti sono davanti alla porta di casa sua. Suono il campanello e aspetto che apra.
Giorgio apre la porta strofinandosi gli occhi - ah, sei tu Andrea, cosa ci fai da queste parti?-
Senza aspettare il suo permesso entro in casa e mi dirigo verso il frigo in cucina e lui mi segue
-avevo bisogno di parlare con qualcuno- dico mentre prendo due birre e porgendone una a Giorgio.
- no grazie, sono apposto. E di cosa vuoi parlare? -
Cazzo, e ora cosa gli dico? Per perdere tempo mi dirigo verso camera sua come al solito, però sta volta lui quando se ne accorge si irrigidisce, ma non fa in tempo a dire una parola che io apro la porta.
Guardo sul suo letto e poi guardo Giorgio. No, aspe. Riguardo il suo letto e riguardo Giorgio. Chiudo la porta, mi giro e lo guardo negli occhi -perché c'è Pietro che dorme semi nudo sul tuo letto? -
-ehm, è una storia divertente-
Alzo un sopracciglio -ma davvero-
-Okay, senti, facciamo che prendo anche io una birra e ti spiego tutto-

Le birre semi vuote erano appoggiate sul tavolino davanti a loro.
Era da mezz'ora che Giorgio parlava e Andrea annuiva.
Gli disse di quando gli erano venuti i primi dubbi, dell'odio che aveva provato per sentire quelle cose per un maschio, e non per un maschio qualunque ma per la sua "vittima", gli aveva raccontato del loro primo bacio e di come si sentiva quando stava insieme a lui e di come non capisse come Pietro potesse stare con lui dopo tutte le cose brutte che loro gli avevano fatto.
Si liberò, un flusso di coscienza che stava iniziando a pesare.
Andrea prese la sua birra e fece un sorso.
- sei sicuro che il tuo caro Pietro non ti stia prendendo per il culo? Sai, sarebbe un ottima vendetta-
Giorgio ci pensò un attimo.
-non lo so, non credo. Se avesse voluto fare l'avrebbe già fatto,non credi? -
Andrea scrolló le spalle.
In casa regnava il silenzio quando sentirono dei passi che si avvicinavano e la voce di Pietro.
-Giorgio, dove sei?-
Andrea e il diretto interessato si guardarono.
Giorgio gli fece segno di andarsene ma era troppo tardi.
Pietro era proprio davanti a loro, con la bocca aperta per lo shock.
Corse in camera e prese le sue cose e si diresse a gran velocità alla porta.
Giorgio perfortuna gli si si era già parato davanti fermandolo.
-ti prego fammi passare, lo sapevo cazzo che non dovevo fidarmi-
-Pietro calmati perfavore, non ho mai voluto fregarti-
-e perché quello è qui? - Andrea guardando la scena sbuffó e si rimise sul divano.
-bhe, è arrivato prima dicendo che aveva bisogno di parlare con qualcuno-
-ah si? E di cosa?- disse Pietro ancora diffidente.
-in verità non me lo ha ancora detto, per adesso ho parlato sempre io-
-comunque tranquilli, di quello che fatte a me non frega un cazzo-
-e perché è venuto proprio da te con la piaggia e a quest'ora?-
-questo non lo so. Andrea? -
Andrea si girò ripensando al pomeriggio appena trascorso con Giovanni e al loro patto.
-non ve lo posso dire-
Pietro andò da Andrea e gli si paró davanti per poi essere raggiunto da Giorgio.
-non sono affari che vi riguardano-
-e allora di cosa volevi parlarmi?-
Andrea si passò una mano sul viso.
-va bene, ero da queste parti perché avevo accompagnato a casa Giovanni-
-aspetta, ma tu e Giovanni non dovevate vedervi ieri perla ricerca? - chiese Pietro.
-si, ma ci siamo visti anche oggi e, visto che pioveva e non aveva l'ombrello, l'ho riacompagnato a casa-
Giorgio che dalla sua prospettiva aveva già intuito qualcosa, si sedette di fianco ad Andrea.
-Andrea ti va di spiegarci cosa sta succedendo?-

GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora