19

1.4K 65 6
                                    

-hey Andrea- venerdì, prima ora: diritto.
Palloso come non so cosa il prof stava continuando a dirci da almeno mezz'ora cosa avrebbe voluto che noi sapessimo della sua materia agli esami, pochi prendevano appunti mentre gli altri faticavano a non prendere sonno.
-cagami brutto frocio- faccio un sonoro sbuffo prima di girarmi verso Giorgio.
-hai finito di rompere il cazzo? - gli sussurro acido.
-che hai! Sei forse in quel periodo del mese per essere così acido?-
Roteo gli occhi.
-stanotte non ho dormito-
Ieri sera senza la presenza di Fancy non sono riuscito ad addormentarmi. Va bene, forse un po' mi manca, alla fine non era male parlarle di ciò che mi passava per la testa prima di dormire, o mandarla a cagare quando provava a convincermi di fare la cosa giusta
Più del nome non le ho mai chiesto niente, né da dove venisse né dove se ne sarebbe andata.
Non credo ritornerà ed è meglio così per la mia salute mentale già fottuta di suo.
-sono piccoli problemi di cuore- inizia a canticchiare.
Gli rispondo un vaffanculo secco e mi giro.
-no, hey, sul serio-
Scocciato mi rigiro verso di lui.
-cosa? -
Mi passa un biglietto.
-cos'è? -
-la prevendita della discoteca, domani sera facciamo serata, altroché la festa di Lorenzo, qui ci si diverte di brutto-
Finisce facendomi un occhiolino.
- non eri felicemente innamorato tu? -
-shhh, stati zitto, e poi ci vado per bere, eddai, ci viene tutta la nostra crew e Denaro come al solito procura la roba. Ci divertiremo e almeno stavolta non la passerai chiuso dentro a un bagno-
Fisso la prevendita del locale, mi avrebbe fatto bene una serata tra amici, forse la discoteca non è esattamente il mio ambiente ma se ci sono loro me lo farò andare bene.
- ci sto-
-bella, vedrai che non te ne pentirai-

Pietro ed io entriamo nel bagno reggendo tra le mani due sacchetti di patatine, un KitKat e una Kinder delice, mentre Matteo e Leo sono già dentro e ci stanno aspettando.
Oggi stranamente i bulletti si sono radunati a parlare di non so cosa, quando ce ne siamo accorti siamo rimasti interdetti per poi scrollare le spalle e uscire dalla classe.
Noi due siamo andati a prendere qualcosa da mangiare - di solito non mangiamo per via di quei idioti - e gli altri due sono andati nel nostro nascondiglio.
Do i sacchetti di patatine a Matteo e a Pietro, mentre il KitKat è per me e la merendina a Leo.
-ah, comunque sono riuscito a procurarmi questi- dice Matteo tirando fuori dalla tasca quattro biglietti.
- cosa sono? Servono per farci i filtri?- chiede Leo
-sono prevendite idiota, me le sono fatte procurare da mio cugino, a quanto dice sabato sera c'è un evento figo-
-e da quando ti fai dare le prevendite per la discoteca?-
- da quando ho un cugino che, anche se non ho ancora capito che cosa faccia, se ne riesce a procurare a bizzeffe-
Apro il mio KitKat e stacco uno dei bastoncini prima di dargli un morso.
- figo, da quanto non andiamo in discoteca? - dico con ancora la bocca piena.
-da quando Leo ha preso il foglio rosa e insisteva per portarci con l'auto di suo nonno- risponde Pietro guadagnandosi una risata da me e Matteo.
-bhe, almeno la patente ce l'ho, io-
Controbatte Leo con un finto broncio.
Alle nostre spalle la porta si apre e entra Poldo - hey come va? - dice un po' a disagio.
Leo gli va incontro e gli da un bacio.
Con un sorriso raggiante si gira verso di noi - lui è il ragazzo di cui vi ho parlato- e rigirandosi verso di lui - quello basso è Pietro mentre barba nera e Matteo e Giovanni lo conosci già-
Seduti a terra iniziamo a parlare e a scherzare.
Dopo un po' anche Poldo sembra più tranquillo e iniziamo a conoscerci meglio.
Leo è visibilmente felice vicino a Poldo e ai suoi amici.
-Quindi ora è ufficiale? State insieme?-
Chiede Matteo, anche lui sorridente è spensierato.
I due presi in causa si guardano rossi in volto.
- si? - azzarda Leo.
- si, credo propri di si- risponde poldo.

Finita ricreazione ci alziamo e andiamo verso la nostra classe.
Entro tranquillo e mi siedo al mio posto e riapro il mio quaderno prima che rientri la prof, quando lo apro noto una scritta:

Ti aspetto oggi a casa mia.
A.

Rimango sorpreso.
Perché vuole vedermi?
Forse vorrà parlarmi di quello che è successo l'altro giorno, forse mi vorrà dire che è stata un cazzata.
Mi giro, come per curiosità.
È lì e sta parlando con Muratore.
Come un lampo mi viene in mente la scena di prima, quando tutta la gang del bosco era rimasta in classe a parlare.
Un brividino mi scosse la schiena.
E se fosse una trappola? Uno stupido scherzo?
-Giova, tutto ok? -
Vedo Leo che mi fissa preoccupato.
-si, perché? - domando faccendo un po' il vago e girando la pagina con la scritta con nonchalance sperando che non si accorga di essa.
-mi sei sembrato scosso-
-no, ma va, semplicemente mi sono ricordato che dopo scuola dovevo andare al supermercato ma mi sono dimenticato i soldi a casa- dico la prima cosa che mi viene in mente pregando che se la beva è non ritorni sull'argomento.
Leo corruga un po' la fronte ma non fa in tempo a controbattere che entra la prof.
Faccio un sospiro per tranquillizzarmi mentre Pietro, che era rimasto a parlare con Matteo, si affretta a sedersi nel posto di fianco al mio.
Comunque ho deciso: oggi non andrò da Andrea.

Sono già le cinque e mezza, é da almeno un ora che aspetto Giovanni.
Mi alzo dal divano e spengo la tv, quel programma sul calcio sta iniziando a innervosirmi.
Vado in cucina nella speranza di trovare qualcosa di fresco da bere e magari qualcosa da mangiare, ma appena apro il frigo mi si chiude lo stomaco e lo richiudo con uno sbuffo sconsolato.
Ritorno in salotto per poi cambiare idea e dirigermi verso camera mia.
Mi siedo alla scrivania e accendo il computer, magari riesco a distrarmi un po'.
Prendo un colpo quando sento la porta di casa aprirsi e subito dopo sbattere.
Mi alzo e corro in cucina dove sento rovistare.
Uno spillo di speranza mi dice che è lui, ma appena entro vedo Manuel con un pezzo di pane in bocca aprerire  tutte le ante della credenza.
-an, sei tu- dico scocciato.
Lui si gira - e chi pensavi io fossi?- dice sarcastico con ancora il pezzo di pane in bocca.
-nessuno, lascia stare- dico per poi girarmi per tornare in camera.
-aspetta! -
- cosa c è? - gli chiedo
-sai dov'è la nutella? -
Sbuffo e torno in camera e mi chiudo la porta alle spalle.
Ormai sono le sei passate, non viene.
Come un leone in gabbia, inizio a camminare avanti e in dietro per i pochi metri disponibili nella mia camera.
Al sesto giro crollo seduto sul pavimento, turturandomi il labbro inferiore con i denti.
Prendo il cellulare dalla tasca deciso a chiamare qualcuno in mancanza di quella pazzoide dai capelli verdi  che ha deciso di andarsene da un giorno all'altro.
Premo sul contatto di Giorgio, sperando che mi risponda.
Quando sento  gli tuu-tuu del telefono appoggio la testa al muro chiudendo gli occhi, provando a rilassarmi.

Pietro in quel momento sentiva di trovarsi in paradiso, paradiso fatto da due braccia che lo circondavano, baci dolci  e due occhioni che lo guardavano pieni d'amore.
Giorgio ogni tanto gli accarezzava i capelli e lui si ranicchiava di più sul suo petto lasciandosi cullare dalle voci del film in sottofondo.
Sdraiati sul letto, mezzi nudi e con gli occhi che si succhiudevano per il sonno, avevano la certezza che almeno per quel pomeriggio il mondo se ne sarebbe stato buono, fuori dalla loro porta e con nessuna spiacevole notizia.
Peccato che il mondo ora sapeva  telefonare.
La suoneria di Giorgio esplose nella tranquillità della stanza, facendo prendere un colpo ai due poveri innamorati.
Giorgio prese di fretta gli occhiali appoggiati al comodino e guardò scocciato il display.
- e ora che cazzo vuole Andrea- gli occhi alzati al cielo.
Pietro, curioso, si sedette al suo fianco.
-metti in vivavoce-
Giorgio sbuffó divertito nel vedere quanto pettegolo fosse Pietro, per poi accettare la chiamata.
- oi, che vuoi? -
-non è venuto-
La voce dell'amico era visibilmente triste e un po' arrabbiata.
-chi non è venuto? -
-Giovanni, gli avevo scritto che oggi volevo vederlo, ma non è venuto-
Pietro si girò verso Giorgio con la fronte aggrottata.
-magari aveva altro da fare, non prendertela così a male-
-cazzo, lo sapevo, ho fatto solo una cazzata a baciarlo! Di sicuro a lui non gliene frega niente di me-
Pietro si alzò tenendosi le mani sulla bocca mentre Giorgio gli lanciava occhiatacce.
-non buttarti giù così, magari oggi avrà chi sà quale cazzo di imprevisto e non sarà riuscito nemmeno ad avvertirti! Dai, domani mattina di sicuro ci sarà a scuola, lo prendi in parte e ci parli-
-spero per il tuo bene che sia così-dice Andrea per poi lasciarsi andare a una piccola risata, un po' forzata ma pur sempre una risata.
Giorgio lascia andare l'aria che, per la tensione, aveva trattenuto senza accorgersene.
- dai, domani mattina risolvi con il tuo Giovanni e poi domani sera ci spacchiamo in discoteca, va bene?-
- potrebbe andare, va beh, grazie per avermi ascoltato-
- lo so, ho un cuore d'oro-
-va a cagare-
-anche tu, ciao-
-ciao-
Giorgio si rimise sdraiato, seguito da un Pietro che era ancora in piedi.
Quest'ultimo prese un cuscino e lo lancio verso l'altro.
- e quando avevi intenzione di dirmelo! Insomma Andrea bacia uno dei miei migliori amici e ti non me lo dici! -
-credevo che Giovanni ve lo avesse già detto- rispose rilaciandogli il cuscino che Pietro prese al volo.
- no, non ci ha detto niente, eppure noi siamo i suoi migliori amici, che senso avrebbe nasconderlo? -
-anche tu stai nascondendo la nostra storia-
Pietro sbuffó.
-hai ragione- dice sdraiandosi accanto a lui - hai detto che domani vai in discoteca? -
-si, perché? -
-beh, ci veniamo anche noi - sul viso di Pietro uno sguardo malizioso.
Giorgio lo prese per i fianchi e se lo avvicinó per poi baciarlo.
Pietro dopo il baccio si alzò, ma non riuscì a muovere nemmeno un passo per via di un Giorgio che si aggrappava con la mano ai boxer.
- e ora dove pensi di andare? -
-a prendere del cibo, ho fame.-
-e dai rimaniamo qui-
-no, ho fame-
Ma Giorgio non lo mollava, allora si inchinó per fargli il soletti o, costringendolo, tra una risata e l'altra, di mollare la sua povera biancheria intima.
Appena lasciò i boxer Pietro svelto corse via ridendo, rincorso da Giorgio deciso a fargliela pagare.
Il mondo era tornato a esser solo un rumore di sottofondo.

GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora