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La stanza è buia e silenziosa, solo una flebile lama di luce osava scappare dalla tapparella non chiusa bene, lasciando vedere vagamente il profilo dei mobili.
La casa taceva e non c'era anima viva che potesse disturbare il mio sonno, eccetto per una sveglia che dava inizio ad un'altra giornataccia di scuola con un odioso trillare metallico.
Senza aprire gli occhi la spensi, oggi i miei si sono alzati molto presto per portare mio fratello alla stazione dei treni dove partirà con i suoi compagni per una stupida gita scolastica non so dove, quindi me ne approfitto per rimanere a casa e farmi una giornata di vacanza.
- che c'è Andrea? Non ti alzi?
- perché dovrei?
Solo dopo averlo detto realizzai che non ero effettivamente a casa da solo.
Mi alzo di scatto e accendo la luce.
Davanti a me, seduta a gambe incrociate sulla sedia della mia scrivania, una ragazza dai capelli di un strano verde chiaro e con indosso una felpa nera che le faceva da vestito, mi stava fissando con un sorriso divertito.
- chi sei e come ci sei entrata in casa mia? Rispondi!-Sembrava ancora più divertita di un attimo prima.
-chi sono? Beh, in Pinocchio ero il grillo parlante, in Cenerentola la Fata madrina e per la religione un angelo custode, in Pinocchio il ruolo da fata turchina lo hanno dato ad un altra, a quanto pare il colore dei miei capelli non era giusto, mi sono sentita davvero offesa quando me lo hanno detto- sbuffò ora imbronciata.
-comunque mi chiamo Fancy, piacere-quel che aveva detto non aveva nessun senso logico.
- va bene, ripeto la domanda: chi sei?- lo avevo detto più lentamente come quando si parla ad un bambino ricevendo una sua occhiataccia.
- non ci arrivi proprio? Okay te lo dico: sono il tuo spirito protettore-.
Scoppiai a ridere, quella cosa era davvero assurda, di sicuro sto ancora dormendo.
- no, non stai dormendo e smettila- la guardai perplesso mentre si alzava e mi si avvicinava, mi prese un braccio e mi pizzicò la pelle facendomi sussultare.
- ora vati a preparare e sbrigati,  sei già in ritardo-.
Come poteva una ragazzina alta poco più di un metro e mezzo osare a lanciarmi ordini?
Non so come, ma qualcosa mi impose di fare ciò che diceva.

Sbadigliai è una nuvoletta di vapore mi si formò davanti al viso, mentre mi stringevo di più nel giubbotto a causa di un brivido di freddo.
- Giovanni! Oi Giova aspettaci!-
Mi girai, Pietro stava urlando il mio nome del marciapiede opposto, seguito da Matteo e Leo, il primo con la sigaretta in bocca e il secondo che lo implorava di lasciargli due tiri:
- e dai, l'ultima volta promesso, i miei mi hanno trovato il tabacco e le cartine in camera, mia mamma mi ha pure accusato di farmi le canne!-
- perché non te le fai?-una cosa che Matteo ama è rispondere a tono.
- non è questo il discorso! Il discorso è che sono a secco da ieri pomeriggio!-
- ragazzi, guardate che tra cinque minuti suona e meglio se ci sbrighiamo.-
- e dai giova, anche se arriviamo giusti che male c'è? Almeno per un giorno saltiamo la caccia.-
È così che Pietro chiamava quello che succedeva ogni mattina, quel buongiorno fatto di corse e di tane rappresentante dai professori, che  per non incorrere a rogne con genitori e forze dell'ordine, non volevano vedere niente e la maggior parte di loro si nascondeva nella sala insegnanti, bevendo un caffè ristretto e trovando immensamente interessante il muro bianco sporco opposto alla porta.
Forse era per quel motivo che dalle semplici  scenate  tra vittima a bullo si era ora passati ad una staffetta in cui vinceva chi correva più veloce.
Per fortuna siamo stati veloci e la campanella diede inizio alle lezioni appena un attimo dopo aver messo piede in classe.
Mi guardai intorno, la gang del bosco ci lanciava occhiate di fuoco, tutta meno un elemento, infatti il banco di Andrea è vuoto.

- lo sapevo, dovevo starmene a letto, ora devo aspettare una fottuta ora fuori dalla segreteria per un ritardo di neanche cinque minuti!-
- per la verità erano dieci, e smettila di parlare ad alta voce, sembri un pazzo.-
In effetti la segretaria, ormai prossima alla pensione, mi guardava in malo modo da dietro la sua scrivania e nascosta dietro al suo computer, credo che ora mai pensava di aver viste farle tutte da quei delinquenti, ma ora eccone uno che parla da solo  come se qualcuno di invisibile fosse seduto accanto a lui, e si, dalla sua faccia aveva certamente bisogno di un altro caffè.

-ma quindi sei invisibile a tutti tranne per me, giusto?-
-si, finalmente stai iniziando a capire.-
-no invece, perché io ho questa specie di " spiritello" che mi segue?-
-spirito protettore grazie.-
- e perché io dovrei aver bisogno di uno spirito protettore se in questo posto sono un leone?-
- perché ti devo-
Il telefono iniziò a vibrarmi nella tasca, senza farmi vedere lo tirai fuori per guardare il messaggio.

Giorgio:  Dove cazzo sei finito Andrea?

Andrea: in segreteria, per cinque inutili minuti di ritardo devo aspettare la seconda ora per entrare, perché? È successo qualcosa?

Giorgio: forse ci sono novità

- in che senso novità?-
- e che ne so io, non eri tu il mio spiritello guardiano?-
- spirito protettore.-
- che cosa ho detto io?-
- che cosa hai detto tu?- Ma la voce questa volta proveniva alle mie spalle.

~ my space~

Ed ecco il primo capitolo di questa fantastica  storia, ok, forse adesso sto esagerando.
Per mettere un po' di sale alla storia ho inserito un personaggio che darà un po' di fastidio al nostro caro camper e, chi sà, proverà a metterlo un po' in riga.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e fatemi sapere nei commenti il vostro parere.
Un bacio.
                                                           Viv

GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora