Il giorno dopo Leo aspettava ansiosamente l'arrivo di Giovanni a casa sua.
Seduto sul divano guardava Matteo e Pietro litigarsi il joypad della play mentre si domandava perchè l'altro ci mettesse tanto ad arrivare.
Iniziò a guardare il telefono sperando che i due non si accorgessero del suo nervosismo.
"forse è meglio rimandare, anche se non glielo dico non è poi la fine del mondo"
- e dai dammelo! ora ti faccio vedere io come si fa!- Pietro tendeva la mano aperta aspettando che Matteo gli passasse il joypad, ma quest'ultimo non lo badava ma guardava Leo.
Tirò una gomitata a Pietro e con il mento indicò il loro amico che fissava la schermata home del telefono senza far altro.
-secondo te cos'ha ?- sussurrò Matteo.
Pietro alzò le spalle - ehi Leo- Leo sobbalzo alla voce di Pietro.
-si?-
-tutto okay?-
- ehm si, perchè?-
- sicuro?-
Il viso di Leo si era pian piano colorito di rosso mentre gli altri due lo scrutavano.
Il suono del campanello interruppe il silenzio che si stava creando nella stanza.
- questo sarà sicuramente Giova, è meglio se vado ad aprirgli-
si alzò e corse fuori dalla stanza ringraziando il karma che ogni tanto la dava buona pure a lui.Giorgio raggiunse la porta scazzato, domandandosi chi cazzo era a rompergli le scatole.
Aprì la porta fregandosene di essere ancora in pigiama, trovandosi davanti un Andrea con una strana espressione.
- Forse l'ho fatta grossa-
Giorgio si sistemò meglio gli occhiali sul naso.
-dai, su entra-
Andrea gli passò accanto e si buttò con un tonfo sul divano in salotto mentre Giorgio chiudeva la porta e andava a prendere due coca-cole dal frigorifero.
- sono mancato un giorno, cosa può essere mai successo di tanto grave?- chiese avvicinandosi al divano.
- ho baciato Giovanni-
Giorgio con le due cole in mano tornò in cucina, le rimise nel frigorifero per scambiarle con due birre, ritornò nell'altra stanza e ne passò una all'amico.
Andrea la prese e sussurrò un grazie prima di fare un sorso.
- su raccontami tutto--no, non ce la faccio!-
Giova sospirò -si che ce la puoi fare, sono i nostri migliori amici, capiranno-
Leo si girò a guardare il microonde mentre nel sacchetto i primi pop-corn iniziavano a scoppiare.
- e se -
- e se?-
- e se, non so, a loro non andasse bene?-
- Leo, non succederà niente di brutto, ti stai facendo solo troppe paranoie-
- e perchè non glielo dici anche tu?-
-cosa? che c'entro io!-
Leo lo guardò alzando le sopracciglia guadagnandosi uno sbuffo da Giova.
- e va bene, facciamo che se glielo dici lo faccio anche io, ok?-
Leo ci pensò un attimo mentre prendeva i pop-corn dal microonde e li versava in un recipiente.
-ok, affare fatto-Sopra al tavolino poggiavano le due birre ora vuote.
Giorgio le continuava ad osservare mentre ascoltava Andrea che rigirava lo steso discorso da almeno mezz'ora, rendendolo ogni volta più confuso e disordinato.
Gli venne da sorridere ricordando i primi momenti in cui aveva capito che Pietro gli piaceva e ora rivedeva la sua confusione in quella dell'amico.
Andrea si fermo nel mezzo di uno dei suoi ragionamenti per buttarsi contro lo schienale del divano sbuffando.
Giorgio si girò verso di lui.
- quindi sono gay? -
Giorgio si passo le punta delle dita sotto gli occhiali e si sfregò le palpebre, scosse le spalle e si alzò per portare le bottiglie in cucina.
- credo più che altro che ti sia preso una bella sbandata-Pietro aveva abbassato il volume della TV come gli avevo chiesto.
-allora?- chiese Matteo.
Leo si strofina le mani sulla stoffa dei jeans mordendosi insistentemente il labbro inferiore.
Capii che il ragazzo al mio fianco non avrebbe fatto la prima mossa e mi arresi a iniziare io il discorso.
- beh, Leo ed io vogliamo dirvi una cosa- dissi pogiando una mano sulla sua spalla, volevo fargli capire che non era solo.
Leo si voltò ringraziandomi con gli occhi.
L'aria all'interno della stanza si era fatta elettrica dalla tensione.
Leo sospirò - è una cosa difficile da dire ma è giusto farvelo sapere perché per me siete come una seconda famiglia e in famiglia è sbagliato tenersi segreti- disse.
- non sarete mica gay? - ridacchiò Pietro per sdrammatizzare ma con l'unico risultato di far sbiancare sia me che Leo.
Il sorriso scomparve dalle labbra di Pietro.
- state insieme? - continuò Matteo, il suo viso contratto in una smorfia interrogativa.
-NO!- rispondemmo in coro guadagnandoci una risata dagli altri due.
Diedi una leggera gomitata a Leo facendogli segno di continuare.
Prese un altro respiro profondo e si sistemo gli occhiali sul naso -beh, al dirla tutta ho conosciuto un ragazzo...-
Smisero di ridere e Pietro con ancora il sorriso in volto iniziò a chiedergli più dettagli che Leo fu ben felice di dare.
Matteo scosse la testa -sembrate davvero delle ragazzine che parlano della loro prima cotta- disse facendo ridere me e Pietro e facendo arrossire Leo.
Li osservo ridere e scherzare mentre Matteo continua a prendere in giro Leo, Pietro che ride e talvolta rincara la dose e Leo che inizia a rispondere a tono con le sue solite battute autistiche, voglio davvero bene a questi tre imbecilli e, anche se ora sanno il mio orientamento sessuale, sento ancora un peso sul petto, e quel peso ha un nome: Andrea.
Andrea e quel bacio, Andrea e quei occhi, Andrea con quella voce, quelle labbra, quel sorriso e quel suo modo di fare che mi fa uscire di testa.
Oggi a scuola ha mantenuto le distanze, mentre a ricreazione è direttamente sparito, ogni volta che cercavo i suoi occhi lui li abbassava o si girava.
I dubbi non mi lasciano andare, è se fosse solo una presa per il culo? alla fine è da almeno cinque anni che è uno dei nostri bulli personali.
Però non posso e non voglio credere che quei suoi occhi color smeraldo sappiano mentire così bene, ma d'altro canto oggi sembrava essersene pentito.
-Giova, tutto ok?-
Sposto lo sguardo incontrando gli occhi di Pietro fissi su di me.
-si,si, tutto bene-e faccio uno dei sorrisi più smaglianti e più finti che avrei mai potuto fare.
Forse è sbagliato non dire niente di ciò che mi è successo con Andrea, ma è anche vero se in questo momento dicessi tutto rovinerei l'umore che si è creato.
Pietro alza le sopracciglia consapevole che sto mentendo spudoratamente, ma non fa in tempo a controbattere che il suo cellulare si mette a squillare.
Con uno sbuffo lo tira fuori dalla tasca , corrugando la fronte mentre legge il messaggio che gli è appena arrivato.
- cazzo, mi dispiace ma devo andare- dice mentre si alza in piedi e muove alcuni passi verso l'uscita.
- è successo qualcosa?- chiede Matteo girandosi verso di lui.
- niente di che, solo mia madre che rompe le palle, e meglio se mi sbrigo, a domani ragazzi-
Dice prima di aprire la porta e chiudersela alle spalle.
Guardo l'orologio alla parete - in effetti è tardi, meglio se vado anche io- dico alzandomi.
Leo si alza a sua volta venendomi in contro - grazie mille per prima, sei un vero amico- gli sorrido -grazie a te-.
Detto questo prendo le mie cose e mi avvio alla porta salutando Matteo e Leo.La stanza è scarsamente illuminata, solo alcuni raggi di sole entrano dalle serrande non chiuse del tutto, rendendo visibili i mobili e il pavimento.
La casa è vuota e silenziosa, l'unico rumore appena udibile è quello di un lento gocciolare dal rubinetto della cucina non chiuso bene .
Fancy, sdraiata sul letto di Andrea, leggeva con noia dei fascicoli.
Le erano stati recapitati la scorsa mattina e da allora ogni momento che si ritrovava da sola era buono per prenderli e rileggerli.
Non era stata una vita facile la sua.
Componente di una popolazione invisibile creata dalla mente dell'uomo.
Per un paio di centinaia di anni ha vissuto nel Gebjiti, un mondo parallelo dove le fantasie degli umani diventano realtà, passando da creature mistiche a esseri che impersonificano il divino, praticamente un mero mondo fantasy con un accozzaglia di cose a caso.
Un mondo fatto di posti spettacolari e paesaggi irreali, peccato che questo mondo fosse tutt'altro che in pace.
Così come l'uomo non sa vivere senza la guerra, anche la sua fantasia si cimenta in essa.
Le varie razze erano ben divise e i mezzosangue non erano accettati fin tanto da trovare la morte, purtroppo i suoi genitori non hanno pensato a ciò:
Sua madre era un elfa dell'acqua con folti capelli color verde acqua e occhi color del ghiaccio, suo padre un angelo dalle ali candide e gli occhi dorati.
Quando nacque quella bambina con i capelli di un verde pallido e un paio d'ali la paura si inserì nelle loro vene.
Scapparono nei posti più remoti mentre l'ennesima guerra tra specie iniziava.
Ma in un mondo dove tutti erano contro tutti un gesto simile non poteva non essere notato.
A trovare la famiglia fugitiva furono proprio gli elfi d'acqua.
Anni dopo la guerra finì con un accordo di pace tra tutte le razze dando inizio ad una nuova era dove le divisioni non esistevano più.
Purtroppo per quella bambina la decisione venne presa troppo tardi, i suoi genitori non c'erano più e le ali chiare le erano state tagliate.
Ma anche se non aveva più le ali a confermarlo lei aveva ancora per metà sangue d'angelo.
Studiò per diventare una custode ed aver in affidamento la vita di un umano, avrebbe fatto di tutto per scappare da quel mondo e vedeva il mondo umano come noi vedevamo l'america nel novecento.
Purtroppo per la mancanza di ali non poté permettersi tale titolo, ma dopo decenni di studi prese il titolo di spirito protettore.
Da un centinaio di anni si spostava da una parte all'altra della terra, ritrovandosi nei posti più assurdi nei momenti più disparati e con un umano tatotalmente differente dal precedente.
È sempre stato semplice: lei arrivava nella vita di un umano con una missione ben precisa e nel momento in cui questa arrivava al termine lei se ne andava in punta di piedi.
E anche ora sarebbe stato così.
Il fascicolo che studiava con scarsa attenzione era quello di un certo Gianmarco con una vita che sembrava perfetta ma che stava per crollare da un momento all'altro e lei avrà il compito di fargli capire come rimettersi in equilibrio.
Sorrise pensando al fascicolo di Andrea, pensava di aver per le mani qualcosa di veramente difficile ma si era ritrovata solo a dare una leggera spintarella e basta.
Sentì la porta di casa aprirsi e i passi di Andrea avvicinarsi alla camera, lei si alzò con calma e si stiracchió "è ora di andare" penso prima di scomparire.
- fancy, ci ho pensato e hai ragione: mi piace Giovanni, ma non è quel semplice mi piace ma è di più di un mi piace e basta, insomma penso di- si bloccò per guardarsi attorno cercando lo spiritello con gli occhi ma senza trovarlo.
-fancy? Fancy?! Insomma dove sei? Se è uno scherzo non è divertente!-
Iniziò a girare per la casa chiamandola e con uno sguardo scazzato ritornò in camera.
Qundo ritornò in camera notò un biglietto sulla scrivania quasi sicuro che fino a pochi momenti fa non ci fosse.Ti auguro un finale felice.
Fancy~my space~
Hey guys come va?
E rieccomi dopo un periodo un po' incasinato e uno blocco dello "scrittore" (come se lo fossi...va beh).
Vi dirò la verità: non só ogni quanto pubblicherò ma questa storia non la lascerò a metà e senza un buon finale, semplicemente ci devo lavorare.
Vi ho fatti aspettare così tanto perché non mi andava di pubblicare con capitoli così così, non sono una scrittrice, almeno non mi riesco a definirmi tale, ma in quello che scrivo voglio metterci il cuore.
Grazie a tutti quelli che hanno aspettato che continuassi e che hanno messo almeno una stellina a questa storia❤️ t.v.b.3000
Un bacione a tutti e al prossimo capitolo ❤️🔥Viv
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GAZZELLA ~CAMPERKILLER~
Ficção AdolescenteAndrea e Giovanni sono l'opposto, il primo è un bullo cinico mentre il secondo è quello che si può definire uno sfigato, l'eterna lotta tra leoni e gazzelle. Ma cosa succede se il leone si innamora della gazzella? #10 in camperkiller il 14/03/19 #3...