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La sveglia sul comodino di fianco al letto segnava le 7 e 23, tra nemmeno una decina di minuti avrebbe iniziato a suonare obbligandomi ad alzarmi.
Lasciai andare un sospiro, disteso a pancia in sú su quel letto continuai a guardare il soffitto.
Ormai era da tre o forse quattro ore che continuavo a guardarlo sperando che il groviglio di pensieri iniziase a mettersi a posto, ma loro continuavano cocciuti a rincorrersi e a mischiarsi neanche fossero i fili delle cuffiette in una tasca.
- se continui così farai solo più confusione- Fancy seduta a gambe incrociate sulla sedia della scrivania mi fissa.
- perché non mi lasci un po' da solo? Mi risolvo da me i problemi, tu va a dare fastidio a qualche altro povero sfigato-
Lei non si mosse, nella penombra della mia stanza non riesco a scorgere le sue espressioni, ma sento i suoi occhi puntati su di me.
- se ti hanno affidato a me un motivo ci sarà. Quindi no, non me ne vado-
- fa come vuoi-
- perché non provi a parlarne, magari ti aiuterà a mettere i pensieri nel giusto ordine-
- e perché dovrei parlarne con te? Neanche sai qualcosa su di me!-
- dici?-
- scommettiamo?-
- ci sto, cosa vuoi scommettere?-
- se ho ragione io tu ritorni da dove sei venuta-
- e se ho ragione io?-
- ne parlerò con te e proverò ad ascoltare i tuoi consigli-
- ci sto-
Fancy, ora vicino al letto, mi porge la mano e io con il sorriso di chi ha già vinto gliela stringo.
-va bene- mentre lo dice fa un passo indietro lasciando però i suoi occhi puntati nei miei - so che a farti nascere tutte queste domande è stato quel ragazzo, ma non è stato tutto merito dell'altra sera, lo spillo ti si è conficcato già qualche giorno fa, esattamente quando hai capito che avete la stessa visione di voi, ma da due punti opposti.
È strano per un ragazzo soffermarsi sul profumo di un altro ragazzo, soprattutto se lo hai sempre e solo visto come una vittima. Per non parlare del suo segreto, qual'è la cosa più giusta da fare?-
- basta! Va bene così, non voglio sentire altro. Hai vinto, contenta?-
La sveglia in quel momento iniziò a suonare. Fancy mi guardò con un sorriso triste - non ho ancora iniziato la partita-.

Mauricio parcheggió la sua punto su uno dei parcheggi riservati della sua scuola, spense il motore e tirò fuori dalla tasca il suo pacchetto di Lucky strike.
Luca, nel posto di fianco, prese dalla tasca del suo giubbotto un Clipper con sopra disegnata una foglia di maria con un paio di occhi e un sorriso e, dopo essersi acceso la sigaretta che da dieci minuti buoni aspettava tra le sue labbra di essere fumata , lo diede a Mauricio.
Il fumo entrò come una boccata di aria fresca nei suoi polmoni.
- devi smetterla di prenderli con quei stupidi disegnini, mi sembra di essere un tredicenne che ha appena scoperto che cosa sono i cannoni-
- è il primo che ho trovato a casa, e poi non è così brutto-
Mauricio prese a picchiettare le dita sul volante.
- mi spieghi perché sei così nervoso?-
- è dalla festa che non sentiamo né Giorgio né Andrea-
- sono un quarto alle otto, tra 5 minuti arrivano sia loro che Federico- Luca aprì la portiera dell'auto per fare uscire il fumo - però è strano che non si sono fatti sentire ieri-
- Mauricio è inutile che ti preoccupi così tanto, Giorgio e Andrea sanno badare a se stessi, poi ieri saranno stati così distrutti che saranno stati tutto il giorno a letto-
Dallo specchietto laterale Mauricio vide la sagoma di un Federico sonnolente dirigersi alla macchina.
Prese un ultima boccata di fumo per poi spegnere la sigaretta e scendere dall'auto.
- va bene Luca, per questa volta ti voglio dare ragione-

Leo lasciò andare uno sbadiglio che formò una nuvoletta davanti al suo viso e che gli appannó gli occhiali.
- sabato la festa è stata una figata pazzesca-
Matteo alla mia destra sbuffò - ma se neanche te la ricordi da quanto hai bevuto-
- si però sul braccio ho trovato questo numero scritto e una A- mi lascio scappare una risata - non metterci pure tu Giova, era scritto qui, giuro!- dice mentre indica una zona del suo braccio coperta dal giubbotto.
- e se fosse il numero di un ragazzo?- chiedo - magari di un certo Antonio- dice poi Pietro mentre mi fa l'occhiolino per farmi capire che sta al mio gioco - o di un certo Alberto- continua Matteo - o di un certo- in quel momento mi viene in mente il nome Andrea, ma non uno qualsiasi, Andrea Grassi, e mi si forma davanti l'immagine di un bagno e lui che mi guarda dall'alto e mi prende le mani, ma aspetta, quel bagno io lo conosco, è il bagno a casa di Lorenzo ma, lui cosa ci faceva lì con me?
Mi aveva forse picchiato? Impossibile, non ho lividi che lo dimostrano.
- Oi, Giova, ci sei?- Leo sventola la mano davanti ai miei occhi mentre Matteo e Pietro mi guardano preoccupati.
- no, niente, mi sono solo perso tra i miei pensieri-
- sicuro?- Pietro si agiusta gli occhiali sul naso.
- si, sono sicuro-
- va bene, però ora sbrighiamoci che sono quasi le otto-
Leo mi prende a braccetto con fare da ruffiano - che ne dite se domani vi vengo a prendere con la mia Selly?-
- no, su quella scatoletta per il tonno io non ci salgo più-
-e dai Pietro non fare così-
- bhe, Pietro non ha tutti i torti-
- mio caro Matteo posso ricordarti di quanto è stata comoda la mia piccola ieri sera? Mentre voi mezzi svenuti vi siete fatti scarozzare fino a casa? E di quanto può essere utile e veloce quando siamo in ritardo?-
Pietro lo guardò storto - quando siamo in ritardo e quasi sempre colpa tua-
- non è vero, anche Giova ci mette un ora a prepararsi-
- che c'entro io adesso?-
- ma poi voi due mi volete spiegare una cosa?- Matteo tirò fuori una sigaretta e l'accese prima di continuare - Giovanni e Pietro,circa un oretta e qualcosa dopo che siamo arrivati, voi due siete spariti, ma dove siete andati?-
- io ho passato tutta la sera nel bagno, Lorenzo te lo può confermare-
- tu Pietro?-
Pietro si fa rosso in viso e inzia ad  aggiustarsi gli occhiali sul naso - io veramente non ricordo- Matteo non parve convinto, fa un tiro e soffia fuori il fumo - strano, eppure non  ricordo di averti visto bere tanto da dimenticare un intera serata-
- a quanto pare rego poco l'alcol-
A quel punto Matteo scrolla le spalle.
- certo che siete proprio delle mezze tacche-
- mezze te che chi? Io avrò bevuto più di tutti e vi ho pure riportati a casa sani e salvi-
Certo, il comportamento di Pietro ha lasciato perplesso pure me, ma riflettendoci, cosa avrebbe dovuto nascoderci?

~my space~
Hey, come va? Spero bene.
Oggi abbiamo visto il nostro Andrea con i suoi primi dubbi e un Pietro che ha mentito ai suoi migliori amici ignari del suo piccolo segreto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate un commento e passate una bella giornata.
Un bacione a tutti❤️
Viv

GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora