"Che cosa sta succedendo nella mia vita?"
Pietro era disteso sul letto di camera sua, guardava il soffitto mentre tirava e riprendeva al volo una pallina antistress gialla.
Non capiva cosa stava succedendo con Giorgio, ma dal loro primo bacio in quello stupido corridoio, dato dopo un pugno in petto che, a distanza di giorni, era ancora violaceo, niente era stato come prima.
Una pulce gli era entrata nell'orecchio e Pietro non la smetteva di pensare al suo bullo.
La chiamano sindrome di Stoccolma, ma lui prima di quel bacio non aveva mai riflettuto su Giorgio, mentre ora ne sentiva pure la mancanza.
Non riusciva ancora a identificare cosa provava, ma una cosa era certa: Giorgio si era guadagnato un posto nel cuore di Pietro, e Pietro non sopportava tale cosa.
"E se fosse solo una presa in gira?"
"E se fa tutto parte di un piano?"
Aveva paura di fidarsi e di uscirne male, facendo non solo soffrire lui ma anche i suoi migliori amici.
Giusto, i suoi migliori amici.
Che cosa avrebbero detto se avessero scoperto che non solo era gay, ma che se la faceva pure con un loro bullo?
Era mancato davvero poco che rivelasse tutto sotto gli occhi indagatori di Matteo, la prossima volta avrebbe resistito?
Era giusto quello che stava facendo?
L'unica cosa certa era che si sarebbe messo in un mare di guai, sempre se non smetteva adesso, ma il vero problema era questo, lui non voleva smettere.Da un ora dovrei essere già bello addormentato e nel mondo dei sogni, ma è da quando mi sono disteso a letto e spento la luce che ripenso ad oggi pomeriggio, o meglio, penso all'Andrea di oggi pomeriggio.
Nel corso della giornata ha avuto dei comportamenti strani, come l'episodio della sedia con la vite mollata, ma è stato gentile nei miei confronti, è stato amichevole, e mi fa strano mettere amichevole e Andrea nella stessa frase.
In accordo comune abbiamo deciso di fare finta di niente a scuola e lui il massimo che avrebbe fato sarebbe stato rincorrermi, alla fine siamo ancora una sorta di nemici con un compromesso, giusto?
Verso fine giornata abbiamo iniziato a scherzare come fossimo vecchi amici, giocando alla play.
La cosa però che mi ha mandato più in confusione è stata quando è caduto su di me, quando i nostri occhi si sono incrociati.
Non avevo mai visto un verde così bello.
Cioè, si insomma, sono confuso.
Va bene che mi piacciono i ragazzi, ma da qui ad avere una cotta per il proprio bullo ce ne vuole.
La ricerca non l'abbiamo nemmeno finita, ecco perchè ci rivedremmo l'indomani, e non so il perché ma l'idea non mi dispiace.Corri Leo, corri più veloce che puoi, tu sei il vento e nessuno può fermarti!
Leo correva allungando il passo al massimo, si sentiva Usain Bolt un bel po più chiaro e con gli occhiali.
Cercava di ricordarsi il percorso fatto il giorno prima in quei corridoi, mentre Federico e Luca annaspavano dietro di lui chiedendosi come era possibile che oggi fosse così veloce.
Girò nel corridoio a sinistra di colpo, facendo scricchiolare la gomma delle sue scarpe a contatto con il pavimento appena pulito.
Voleva rivederlo a tutti i costi, valeva parlargli e conoscerlo meglio.
Per la prima volta non gliene fregava più di quei stronzi che si divertivano a fare i bulletti con lui e i suoi amici, non gliene fregava niente se alla fine le avrebbe prese, gli fregava solo di poter conoscere meglio Poldo.
Era quasi arrivato alla biblioteca e seminato Federico e Luca quando si rese conto che forse oggi non lo avrebbero rivisto.
Sconsolato trovò la porta della biblioteca e ci entrò.
La luce all'interno di essa con sua gran sorpresa era già accesa.
Poldo era seduto a gambe incrociate su uno dei primi banchi.
-Poldo?-
Il ragazzo alzò il viso mostrando un gran sorriso.
-Leo-
-cosa ci fai qui? -
- è un ottimo posto in cui poter pensare, e poi speravo che venissi, tu?-
Le guance di Leo presero una sfumatura rossastra.
- è un buon posto in cui nascondersi dai bulli e l'idea di poterti rivedere mi piaceva-
Poldo scese dal banco e si mise davanti a Leo -sai, ci ho pensato e voglio fare una follia-
Leo chinò la testa di lato -e che cosa vuoi fare? rapinare una banca?-
A Poldo scappò una risata.
- non proprio-
Si avvicinò di più a Leo e si mise in punta di piedi prima di far coincidere le sue labbra con quelle del ragazzo più grande.
Un paio di secondi e si staccò.
Leo per tutto il tempo era rimasto immobile, il viso ormai ricordava un peperone, e Poldo non era messo meglio.
-scusa, forse non avrei dovuto farlo- mosse pochi passi verso la porta prima che la mano di Leo gli prese il braccio e se lo portò vicino.
Poldo alzò lo sguardo trovandosi il viso dell'altro a pochi centimetri di distanza, sentiva il suo respiro caldo al contatto con il suo viso.
-sai, voglio fare anche io una follia-
Leo mise la mano sotto il mento di lui per alzarlo e quando le loro labbra si riattaccarono, le mani di Leo corsero sui fianchi di Poldo, mentre quest'ultimo gli metteva le braccia intorno al suo collo.
Il bacio andava approfondendosi facendo poi danzare le lingue in un ballo che apparteneva solo a loro.
I respiri affannati e le eccitazioni che si toccavano e strusciavano fra loro facendo perdere man mano il controllo ai due ragazzi.
Leo alzò di peso il più piccolo che incrociò le gambe al suo bacino, per poi posarlo su uno dei primi banchi a disposizione.
Dal fianco portò la mano al cavallo dei pantaloni facendo gemere di sorpresa Poldo che per vendicarsi iniziò a mordergli e succhiargli il collo candido.
Iniziò a giocare con il bottone dei pantaloni e in un attimo sia questo che la zip erano slacciati.
Poldo portò le mani sui pantaloni di Leo facendogli fare la stessa fine.
Ripresero a baciarsi con ancora più foga mentre si massaggiavano l'erezione a vicenda sopra la stoffa morbida dei boxer.
Si staccarono e Poldo scese dal banco per poi chinarsi ai piedi di Leo.
Scoprì l'erezione di quest'ultimo e iniziò a stuzzicarla con la mano per poi iniziarla a muovere ritmicamente su e giù.
Leo annaspò in cerca di aria, sorpreso dall'intraprendenza del ragazzo.
Poldo prese coraggio e sostituì la mano con la sua bocca.
Leo gemeva mentre sentiva il suo membro entrare e uscire dalla bocca calda e umida di Poldo, gli mise le mani nei capelli facendogli aumentare la velocità mentre nel corridoio la campanella segnava l'inizio delle lezioni.
"Chi se ne frega" pensò Leo mentre faceva alzare Poldo.
Lo girò e gli abbassò i pantaloni, si inumidì le dita con la saliva e iniziò a stuzzicargli l'antro mentre gli mordicchiava il collo.
Poldo non riuscì a trattenersi e iniziò a gemere mentre l'altro portò l'altra mano sul suo membro e iniziò a muoverla ad una velocità tale da fargli perdere la testa.
Leo all'improvviso infilò un dito e pian piano che sentiva il più piccolo abituarsi ce ne infilò altre due.
Poldo gemette più forte quando il più grande sostituì le dita con il suo membro.
Il silenzio era rotto solo dai loro gemiti soffocati per paura che qualcuno potesse entrare e scoprirli.
Ma guardali, si erano conosciuti solo il giorno prima e ora eccoli mentre si prendono, fregandosene del mondo fuori da quella piccola biblioteca.~my space~
Ricapitolando: Giovanni è gay e ha fatto venire i dubbi anche ad Andrea, Andrea è perseguitato da una specie di grillo parlante, a Giorgio piace Pietro che ha capito di essere gay grazie a Giorgio, per non parlare di un Leo che se la fa con un ragazzo più giovane conosciuto solo il giorno prima e tutto questo mentre nessuno sa un cazzo degli altri.
Bene🙂
Spero che anche il capitolo di oggi vi sia piaciuto, se è troppo "violento" o volgare ditemelo che con colpo di bacchetta magica da Fantagenitore risolvo tutto, commentate e passate una bella giornata.
Un bacione a tutti❤️
Viv

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GAZZELLA ~CAMPERKILLER~
Novela JuvenilAndrea e Giovanni sono l'opposto, il primo è un bullo cinico mentre il secondo è quello che si può definire uno sfigato, l'eterna lotta tra leoni e gazzelle. Ma cosa succede se il leone si innamora della gazzella? #10 in camperkiller il 14/03/19 #3...