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Pietro diede una veloce occhiata in giro mentre Giorgio dietro di lui correva lasciando qualche metro di distanza.
Diminuì la velocità fino a fermarsi davanti ad una porta e ci entrò dentro.
Qualche secondo dopo Giorgio lo raggiunse.
- dovevi proprio scegliere il ripostiglio per le scope?-
- mi dispiace ma qua in giro non ci sono salottini di lusso-
- sarà meglio farlo notare al preside-
Pietro sbuffò - sei proprio simpatico-
- perché non ti rilassi un po'?-
- forse perché chiunque può beccarci?-
- non c'è bisogno di sussurrare, nessuno ci sente-
- allora perché lo stai facendo anche tu!-
Giorgio scosse la testa sorridendo per poi tornare a guardare gli occhi di Pietro.
Pietro titubante si avvicinò, non era ancora abituato a dare tante confidenza a Giorgio, ma quest'ultimo non era nella stessa condizione e senza tante storie lo avvicinò e lo baciò.
Era tutto così strano, una settimana fà giocavano al gatto e al topo ed ora eccoli che si baciano in un ripostiglio, protetti da ciò che avrebbe potuto pensare il mondo.
I cuori battono, i corpi si incollano e le lingue danzano.
È strano l'amore.
Per Giorgio era stato un vulcano, un vulcano pieno di rabbia.
Come gli poteva piacere uno sfigato come Pietro?
Eppure si ritrovava a seguirlo con lo sguardo in classe, le poche materie che gli erano rimaste in testa erano le risposte di Pietro alle domande dei prof, in poco tempo le materie preferite di Pietro divennero quelle in cui lui aveva più della sufficienza.
Le cose pian piano peggiorarono.
Il suo nome iniziava a vederlo dappertutto, quando lo vedeva ridere insieme a Giovanni e a Leo, si sentiva pizzicato, piccoli spilli che lo tormentavano.
"Sarà perché mi dà fastidio e non riesco a vederlo felice" si ripeteva allo specchio cercando di zittire la vocina che diceva "sei  geloso".
Quando aveva finalmente capito, la rabbia prese il sopravvento.
Peccato che quella rabbia scomparve quando se lo ritrovò davanti quel giorno.
"Fine dei giochi Giorgio, ti sei preso una bella cotta".
E per Pietro?

Il moccioso corre davanti a me, io mi tengo a distanza di sicurezza.
-quindi dov'è finito il leone famelico?-
-perché devi rompere nei momenti peggiori? -
-perché è quello che fa la coscienza, e poi è divertente-
-ora sei anche la mia coscienza?-
-no, ma finché non ti funziona: eccomi!-
- quando potrò liberarmi di te!-
- se non la smetti di urlare ti crederanno pazzo.-
Sbuffo,odio quando qualcuno che non sono io ha ragione.
Ammassate alla parete un gruppo di ragazze mi lancia occhiate e ridono, io le ignoro.
- quanto manca al suono della campanella?- chiedo a Fancy
-neanche un minuto-
-è abbastanza-
Rallento e mi appoggio al muro simulando il fiatone.
-la prossima volta non mi scappi sfigato!-
Giovanni si gira e sorride trionfante, chi sa quale sarebbe la sua reazione se sapesse che l'ho fatto apposta.
-wow, congratulazioni! La tua ufficiale prima buona azione, dopo quanti anni di preciso?-
-se non la smetti di prendermi per il culo la cattiva azione la farò su di te Fancy-
Lei si lascia scappare una risata, ha gli occhi che brillano -forse è meglio se ci avviamo verso la classe-

Arrivo davanti la classe con il fiatone, appena un attimo prima del suono della campana.
-Giova- mi volto.
Pietro stava correndo verso di me, il volto tutto arrossato.
Lo aspetto e entriamo insieme.
Matteo alla cattedra si sta a facendo spiegare una cosa dal prof, mentre Mauricio lo guarda con due occhi di fuoco, ho la netta impressione che abbia passato l'ultimo quarto d'ora così.
Leo era già seduto, teneva la testa sul banco, gli occhi chiusi e gli occhiali posati davanti a lui.
- tutto bene Leo?-
-eh, si si, perché?- nel dirlo si alza di scatto prendendo di fretta gli occhiali e mettendoseli - tutto bene, voi?-
Pietro incrocia le braccia e alza un sopracciglio -sicuro? -
-si, è che... -
-che...? -
-su ragazzi, sedetevi  che inizio la lezione-
Salvato dal prof, Leo si lasciò sfuggire un sospiro.
Gli passo vicino e gli sussurro all'orecchio - dopo non ci scappi- vedo Leo irrigidirsi, quel ragazzo nasconde qualcosa.
L'italiano non mi ha mai entusiasmato come materia, tanto meno quando si parla di poesia, riesco a capirla fino a un certo punto, poi diventa tutto complicato.
Con la matematica è più semplice, i numeri sono quelli e non cambiano come cambiano i sentimenti.
Per esempio:
2+2 farà sempre 4, te lo dicono alla scuola materna e sarà così alle elementari come alle medie, e rimarrà così anche quando avrai novant'anni.
2+2=4, non c'è nulla di più e nulla di meno, rimane una cosa fissa.
I sentimenti no, loro cambiano.
Non avrai ma lo stesso risultato è questo può fare male, tanto male, e come se il giorno prima 1+1 avrebbe fatto 500 e il giorno dopo 0.
La cosa che fa più male? Lo zero non lo puoi ne dividere né moltiplicare, resterà sempre e solo uno stupido zero. 
-va bene, ora i compiti da fare per casa, oggi mi va di darvi una ricerca che farete a coppie- dalla classe si leva un brusio -ma le coppie le ho già decise io-
Mauricio si alzò in piedi -ma dai prof!-
-visto che il signor Mauricio ha tanta voglia di parlare la ricerca la farà da solo-
A quel punto prese un foglio che aveva precedentemente messo all'inizio del libro, ci scrisse qualcosa sopra e se lo mise davanti -qui ho già scritto le varie coppie e gli argomenti che potrete scegliere, avete una settimana di tempo. Buona fortuna-
Ovviamente quando il prof uscì dalla classe tutti corsero alla cattedra ansiosi di vedere con chi avrebbero avuto l'onore o la sfiga di capitare in coppia.
Sinceramente a me la cosa non importava troppo, si, ma mi incuriosiva lo stesso.
Grazie al mio fisico asciutto riuscii con calma a passare davanti e ritrovarmi la cattedra d fronte.
Okay, L,L,L, Leveghi eccomi! in coppia con Grassi.No, aspetta, avrò sbagliato riga. Rileggo. Leveghi - Grassi.  no, non può essere, è uno scherzo. Leveghi - Grassi. ho capito, il prof vuole farmi fuori.
Mi giro per andarmi a sedere al mio posto prima che mi possa colpire una crisi nervosa, ma Andrea è proprio dietro di me, lì che mi guarda.
Con la mano si gratala nuca con fare nervoso prima di venirmi incontro e porgermi un biglietto. 
- Qui c'è il mio indirizzo, ti aspetto per le cinque-
- e se avessi un altro impegno per quel'ora?- 
Lui alza le spalle -dubito, comunque ora l'impegno c'è l'hai- e senza dire altro se ne ritorna al suo posto.
Mi siedo e pietro senza perdere tempo fa la fatidica domanda - quindi?-
-quindi? quindi sono in coppia con Andrea e oggi alle cinque ci vediamo-
-dove?-
- a casa sua-
-oh-

~my space~

Hey, come va?
Come è andato il week end?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, comentate e passate un buon lunedì.
Un bacione a tutti ❤️
Viv

GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora