Capitolo dodici

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Camila [8:48] : Oddio Lauren scusa, ti prego perdonami...
Camila [9:10] : Ehy, va tutto bene?
Camila [12:23] : È successo qualcosa? Qualcuno ti ha fatto male? È stato per caso il ragazzo di ieri? Ti prego rispondimi, mi sto preoccupando...
Camila [15:39] : Ti prego... dimmi che stai bene, rispondimi che ti chiamo

CHIAMATA PERSA DA CAMILA ALLE 15:39

CHIAMATA PERSA DA CAMILA ALLE 15:41

CHIAMATA PERSA DA CAMILA ALLE 15:43

Lauren rimase sdraiata sul letto mentre fissava il soffitto con le lacrime agli occhi.
Il dolore era troppo da sopportare. Per colpa di Camila si era cacciata di nuovo nei guai. Non voleva più parlarle; si sentiva stupida e... usata.

Camila : Lauren, per favore...

Lauren fissò lo schermo con insicurezza e dopo qualche secondo decise di rispondere.

Lauren : Dimmi dove cazzo sei stata.
Camila : Ti prego, Lauren, non arrabbiarti...
Lauren : Dove cazzo sei stata?.
Camila : Ero fuori, scusa. Avevo la suoneria bassa
Lauren : Voglio sapere dove cazzo eri
Camila : Ero con Alexa...
Lauren : Alexa?! Che cazzo ti sei fumata?!
Camila : Ci stiamo conoscendo
Lauren : Tutto questo quando cazzo è iniziato?.
Lauren : Rispondi, cazzo. Camila, vieni subito qui.
Lauren : *invia posizione* giuro che se non vieni mi incazzo sul serio, e di brutto. Dobbiamo parlare.

Dopo una trentina di minuti Camila arrivò dietro la porta Jauregui, e fu proprio in quel momento che si rese conto che quella era casa sua e non quell'altra in cui andava di solito.
Lauren molto probabilmente aveva sorvolato quel particolare ma Camila era molto attenta ai dettagli.
"Lauren, mi dispiace..." fu la prima cosa che disse Camila quando Lauren le aprì la porta.
"Entra e non dire un cazzo che mi incazzo" si fece da parte e Camila entrò in casa.
Senz'altro quella era una casa molto piccola ma era davvero carina; si vedeva che viveva da sola.
"Devi spiegarmi tutto" disse Lauren quando fece accomodare Camila nel salone.
"Il giorno in cui tu hai litigato con Alexa e sei andata via per risolvere il problema che avevo causato io... Alexa mi ha parlato" alzò lo sguardo "E lì è uscito l'argomento che non sei tu il capo, Lauren, ma un'altra persona che si chiama Austin" Lauren deglutì rumorosamente a quella frase. Era nei guai, pensava "Perché non me lo hai detto? Perché dovevi fingere la parte della cattiva e senza cuore?"
"Non era questa la questione" disse Lauren "Stai evitando l'argomento più importante"
"Perché secondo te la mia relazione con Alexa è più importante?" domandò Camila con tono scocciato.
"Relazione?" sgranò gli occhi "Cosa..."
"Mi piace, Lauren, mi piace sul serio"
"Tu hai qualche problema mentale" scosse la testa "Tu... come..."
"Dovresti ringraziarmi invece" il tono di Camila era così duro che Lauren non la riconobbe nella Camila dolce e impaurita che conosceva.
"Ringraziarti?" rise di scherno la corvina.
"Io e Alexa avevamo fatto un accordo" confessò Camila con serietà "Io... sarei andata a letto con lei e lei non avrebbe detto del nostro scambio di ruolo di quel giorno ad Austin"
Lauren alzò le sopracciglia.
"Tu... sei andata a letto-"
"No, non per quello" la fermò "Ci sono andata a letto ma... perché mi piace. Mi fa sentire delle emozioni che non ho mai provato con nessuno. Il suo tocco è delicato e farlo con lei... è stato speciale"
Lauren a quelle parole si sentì male, come se Alexa l'avesse portata via, ma esattamente da cosa? Da chi?
Lauren non volle dire niente a riguardo che Austin sapesse tutto. Lauren non voleva fare la vittima e dirle che i colpi di cintura erano stati provocati da Austin.
La corvina era semplicemente ipnotizzata dal sorriso d'ebete che Camila aveva sul viso. Era così dannatamente felice che anche se sapeva che Alexa era una stronza avrebbe preferito vederla ancora felice per un po'.
"Okay" disse Lauren soltanto "Va... va bene" il suo tono era malinconico "Credo che abbiamo chiarito"
"No, Lauren. Tu non mi hai spiegato perché non mi hai detto che il capo non eri tu-"
"Credo che tu possa andare" disse Lauren alzandosi dal divano e camminando verso uscita della stanza "Spero che tu sappia che farlo tra colleghi è vietato, io ti avverto. Ma... per favore..." Lauren si fermò davanti alla porta principale e Camila si spaventò nel vedere i lividi sul collo della corvina che continuavano fino a chissà dove "Cerca di obbedirmi" non c'era ordine nel suo tono, soltanto raccomandazione. A Lauren non fregava niente se Camila l'ascoltava o meno, ma aveva paura che Austin le potesse fare del male.
"Va bene, grazie" disse Camila con un debole sorriso andando via.
Lauren chiuse la porta e andò in camera sua con lo sguardo malinconico e perso.
Si sentiva... come se non avesse nessuno per cui lottare. Perché dopo che Camila le aveva confessato della sua relazione con Alexa c'era rimasta male? Perché improvvisamente si sentiva come se avesse perso a una partita?
Si sentiva come se avesse perso una persona importante, perché per lei Camila lo era anche se non riusciva ad ammetterlo a sè stessa, e il pensiero che qualcuno potesse dare a Camila più di qaunto avrebbe potuto darle lei rise di scherno e pianse.
Lauren era soltanto una stupratrice con il papà morto, il fratello quasi inesistente e la madre che non conosceva e che non aveva mai visto perché l'aveva abbandonata dopo il parto.
Quel giorno si chiese... perché sono ancora qui se non ho nessuno?

My rapist ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora