25: in cui l'ultimo alleato entra in scena

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Il signor Al Rais aveva sessant'anni, ma sembrava ben più giovane della sua età reale: sotto i suoi abiti dai colori chiari, che a Kim ricordavano terribilmente un pigiama, si celavano muscoli ancora forti. Sembrava un uomo che avesse lavorato la terra o fatto lavori pesanti per molti decenni e il suo viso, cotto dal sole, dai tratti marcati e le sopracciglia spesse come se fossero state disegnate col carbone, aveva un'espressività tutta particolare.

Li aveva fatti entrare dopo aver calmato i cani e riconosciuto Amina. Non parlava altro che arabo, così Kim non aveva capito nulla di quello che aveva detto con la sua voce roca, ma era sufficientemente sveglia per comprendere più o meno il succo del discorso: era felice di vedere quella ragazza che a quanto pare gli era molto cara, ma allo stesso tempo era preoccupato e glielo si leggeva in viso. Dopo un paio di battute scambiate con Amina, aveva fatto loro cenno di seguirlo e li aveva accompagnati verso la casetta gialla a fianco dell'hangar. Kim non si era stupita di entrare in un salotto molto simile a quello a casa di Amina, ma lì tutto sembrava più povero, leggermente più dimesso: non c'erano i rossi intensi della ragazza, solo ocra e giallo sabbia.

Il signor Al Rais li aveva fatti accomodare lì con grandi gesti e poi se n'era andato, sparendo oltre un'entrata ogivata, in una stanza in ombra della casa.

In quel momento, ancora lo stavano attendendo.

"Pensi davvero che ci aiuterà?".

Amina si voltò verso di lei e si aprì in un sorriso affettuoso. "Certo".

"Non mi sembrava molto convinto".

Il divanetto era basso e troppo morbido, Kim ci era affondata dentro. Aveva un odore che le ricordava le persone anziane, perché sapeva lievemente di polvere e fumo. Diego, al suo fianco, era seduto rigidamente, con le mani tese sulle ginocchia. Amina gli lanciò uno sguardo, prima di rispondere: "Andrà tutto bene. Non si aspettava questa visita, tutto qui".

"È l'ultimo dell'anno" insisté Kim, sempre più convinta che le cose avrebbero preso una cattiva piega. "Io non...".

"Kim" la interruppe Amina. "Fidati. Funzionerà. C'è in ballo un debito da rispettare".

La giovane donna si zittì, deglutendo e quasi soffocandosi con la sua stessa ansia a sentir nominare quella parola. Automaticamente si portò una mano al petto, dove si celava il disco d'osso. Continuava a ripetere quel gesto come se fosse diventato un accorgimento scaramantico, ma controllare che quel ciondolo fosse al suo posto le dava una forma di sicurezza molto speciale. Kim si spaventò quando si rese conto che non era poi così diverso da ciò che faceva spesso Diego, appellandosi al suo dio toccando la croce d'oro che portava al collo. Il suo pensiero corse rapido all'ennesimo ricordo legato alla Emerald. Questa volta non era il sorriso di Jo o il ghigno di un demone dei vapori, bensì il viso stanco e disincantato della donna la cui sofferenza era stato il motivo scatenante di tutto. Il loro Albatros.

"Pregare gli dei non serve" udì nella sua testa, mentre il viso di Sivashangari si faceva dolorosamente nitido davanti ai suoi occhi, "perché non esiste altro dio all'infuori della morte".

Era la dea a cui si era asservita, volente o nolente. La pelle di Kim fu percorsa da un brivido di paura quando si rese conto che lei, a differenza di Diego, non si appellava semplicemente alla fede. No: la Morte conosceva il suo nome in modo particolare e con lei aveva interagito, direttamente e tramite un messo. Non c'erano dubbi sulla sua esistenza, sul suo interesse nei suoi confronti. Avrebbe dovuto sentirsi una privilegiata, forse. Una prescelta. Eppure, riusciva solo ad essere inquietata da quelle attenzioni speciali e terrorizzata al pensiero che qualcosa molto, molto più grande di lei esisteva per davvero. Era stato più o meno facile reprimere quel pensiero nella sua tranquilla vita di tutti i giorni, a Venezia, ma si era illusa fin troppo: doveva affrontare la realtà se non desiderava perdere tutto ciò che amava e, per ultimo, anche impazzire.

La sposa del fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora