14: dove ci sono un mago e un'assistente

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"Mashallah!".

"Jo, per legge una parola può essere ripetuta un tot di volte al giorno. Dopodiché diventa illegale".

"Davvero? Mashallah!".

Kim alzò gli occhi al cielo e sorrise, mentre si pettinava i capelli davanti allo specchio. Jozefien era scomparsa in bagno dieci minuti prima per una doccia veloce dopo il pomeriggio passato in compagnia di Diego e Amina e, da quando li avevano lasciati, non faceva altro che ripetere le espressioni in arabo di cui le conversazioni con la ragazza emiratina erano state piene.

"È stata una bella giornata, vero?".

"Alḥamdulillāh!".

"Jo!".

La testa bionda e piena di capelli in disordine a causa di un mollettone troppo piccolo spuntò dalla porta socchiusa del bagno. Il sorriso di Jozefien era così bello e birichino che Kim si mise a ridere, stranamente di buon umore pur sapendo che l'ora di cena si stava avvicinando minacciosamente.

"Ammettilo" disse Jo, "quella ragazza è incredibile".

"Un personaggio" rispose Kim. "Ma non mi stupisce, in fondo. Si parla pur sempre di Diego".

"Mi sarei stupita se avesse trovato una bacchettona" continuò Jo, abbandonando finalmente il bagno mentre tentava di allacciarsi l'ultimo bottone della camicetta blu. "Invece indossa solo uno hijab".

Kim si alzò, abbandonando la postazione da toeletta e avvicinandosi alla sua ragazza. Allungò le mani verso di lei nel momento stesso in cui il piccolo bottoncino bianco sfuggiva di nuovo alle dita di Jo, lo acchiappò e lo allacciò nel giro di un battito di ciglia. Jozefien alzò gli occhi sul suo viso, sorrise e lasciò che Kim le afferrasse il colletto della camicia per farla abbassare al suo livello.

"Allora sei davvero di buon umore" le sussurrò sulle labbra, mentre i loro nasi si sfioravano. Kim posò la fronte contro la sua e rispose: "A volte mi dimentico come sia".

"Essere di buon umore?".

"Serena".

"Vorrei fare una battuta sul fatto che non ti puoi sentire Serena visto che ti chiami Kim, ma...".

Kim le tappò la bocca con una mano mentre Jo scoppiava a ridere ma, nonostante il solito infelice umorismo, non poté fare a meno di essere divertita. Allacciò le braccia al collo della ragazza e la baciò, perché in quell'istante andava tutto bene, la loro vacanza era speciale e nel giro di due giorni avrebbero festeggiato un Capodanno fantastico.

Kim per un attimo si sentì davvero felice. Forse era stato il pomeriggio allegro con persone che la facevano sentire bene, forse era il potere lenitivo di Diego, che quasi sicuramente gli derivava da un volere divino. Kim non lo sapeva, ma era certa solo che davvero nulla avrebbe rovinato quella serata.

Fu quindi con il cuore leggero e un certo cauto ottimismo che scese a cena, mano per mano con Jo, come se i problemi dei due giorni precedenti fossero semplici ricordi già sbiaditi e accantonati.

***

Nello splendido salone che ricordava tanto una grotta appartenente ad esseri magici si avvertiva una deliziosa tensione, un brivido di curiosità, che piano piano aveva contagiato tutti i tavoli fino ad arrivare al loro.

Kim non capiva.

Quando erano arrivate, aveva con piacere constatato che il signor Al-Azar non era presente. Ginevra le aveva detto che il caro Dariush aveva promesso loro una piccola sorpresa e Kim aveva pensato che di sorprese, per quel giorno, ne aveva certamente avute abbastanza.

La sposa del fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora