Capitolo trentasei.

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Le gambe di Lauren tremavano in continuazione. Non riusciva a trovare una posizione : passava dal water al lavandino, dal lavandino al muro. Non sapeva più dove poggiarsi mentre la sua ragazza aspettava impalata il risultato del test.

"Laur" la richiamò accanto a sé.

"Cosa, sono uscite le linee?" Si precipitò da lei. Si mordicchiò il labbro nervosamente mettendo le mani nelle tasche.

"No, però ti prego stai ferma e tienimi la mano" accennò un sorriso porgendole la mano. Lauren annuì respirando fortemente e prendendole la mano.

Lauren si soffermò a pensare alla notte passata e alle prime ore del mattino appena passate.

La notte
Lauren non riusciva a dormire, sentiva La sua ragazza muoversi in continuazione. Era ignara di che ora fosse e approfittò per scoprirlo quando Camila si alzò per andare al bagno sbuffando. 

Vide sulla sveglia elettrica le 4:23, si mise seduta stropicciando gli occhi e poi si alzò raggiungendo la sua fidanzata.

"Camz" sussurrò bussando alla porta. "Va tutto bene?"  Domandò con tono assonnato.

"Un attimo" rispose la ragazza dall'altra parte.

La corvina restò appoggiata con la testa sullo stipite della porta tenendo gli occhi chiusi per diversi minuti, finché la porta si aprí. La luce proveniente dal bagno illuminò il suo viso, costringendola ad aprire gli occhi con qualche difficoltà per poi sentire il suo corpo pervaso dal calore di quello di Camila, che si era letteralmente catapultata tra le braccia di Lauren.

"Ei" sussurò la corvina cullando la cubana dolcemente. "Cosa ti tormenta?" Domandò mettendole tutti i capelli su una spalla, lasciando teneri baci sulla guancia.

"Ho paura Laur" strinse il tessuto della maglia della ragazza.

"Amore" sospirò Lauren. "Va tutto bene, non c'è niente di cui avere paura" cercò di rassicurarla.

"E se non fossi in grado?" Parlò con la voce strozzata.

"Camila" disse Lauren prendendo tra le mani il viso della donna. "Non penso di conoscere persona più adatta di te per fare la mamma, e non lo dico per consolarti. Io lo so, lo vedo da come ti comporti" la guardò attentamente per trasmetterle tutta la sicurezza che riponeva in lei. Camila annuì lasciandole un bacio a fior di labbra che Lauren si premurò di continuare.
"Ora potresti aiutarmi a tornare a letto?" Sorrise la corvina contro le sue labbra. "Ho lasciato la stampella di là".

"Come sei arrivata qui?" Chiese la cubana prendendola per il fianco.

"Un po' zoppicando... un po' contro il muro"

"Sono fiera di te" mormorò vicino all'orecchio accompagnandola di nuovo a letto. "Non ti sei mai data per vinta, all'inizio sembrava di sì ma sapevo che in cuor tuo eri determinata" spiegò il suo punto di vista sdraiandosi accanto a lei.

"Non ce l'avrei fatta senza di te" rivelò Lauren. "Ora riposiamo" sbadigliò portando una mano attorno alla vita di Camila e attirandola verso di sé.

"Grazie" sospirò la cubana accarezzandole la mano che era appoggiata sul suo stomaco.

"Non c'è bisogno di ringraziare" rispose Lauren baciandole la nuca.

Prima ore del mattino
Lauren si coprì per bene quella mattina, perché a New York le temperature si erano abbassate nuovamente e in maniera precipitosa. Con l'aiuto della sua stampella salì nel taxi che aveva chiamato qualche minuto prima, dirigendosi verso la farmacia. Le sembrava tutto surreale, una realtà impensabile fino a poco tempo prima.

Cheaters- Camren G!PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora