Dopo aver medicato Katsuki, mettendogli una crema per le scottature, avergli disinfettato i tagli e ricucito la gamba con dei punti di sutura, Eijiro l'aveva condotto nella sua stanza. Una piccola stanzetta dipinta di nero, con un letto disfatto, un armadio di legno vecchio, una cassapanca appoggiata alla parete con accanto una cassettiera, di legno vecchio anch'essa, e un piccolo bagno annesso. Il pavimento era pieno di vestiti sporchi, cartacce e mozziconi di sigaretta. Katsuki si accomodò sul materasso, mentre Kirishima aveva aperto l'armadio per prendergli dei vestiti da prestargli, dato che era ancora in mutande.
«Non sai tenere in ordine una cazzo di stanza.»
Ed Eijiro si ritrovò a ridacchiare a quell'affermazione.
«Magari potresti aiutarmi tu a mettere in ordine.»
Propose, scegliendo quali pantaloni abbinare al resto dei vestiti, per la taglia non c'era di che preoccuparsi, forse Katsuki era più basso di un paio di centimetri, ma non era un problema.
«Ti piacerebbe.»
Sputò, Bakugo, continuando a guardarsi intorno. Intanto Kirishima tirò fuori una maglietta bianca semplice a mezze maniche, un paio di jeans neri strappati e una camicia di flanella rossa, da lasciare aperta sulla t-shirt. Porse i vestiti al biondo, che lo guardò stranito.
«Posso usare la tua cazzo di doccia o devo restare sporco di merda?»
Allora il corvino si era ritrovato a ridacchiare, e a poggiare i vestiti sulla cassapanca, aprendo un cassetto e tirando fuori qualcosa.
«Prego.»
Disse solo, porgendo un asciugamano pulito al ragazzo, che si fiondò all'interno del piccolo bagno.
Mentre Katsuki si lavava si stese sul letto, pensando a qualcosa da fare non appena il suo ragazzo sarebbe uscito dal bagno. Sì, ormai lo considerava nuovamente il suo ragazzo, dopotutto, non si erano mai lasciati ufficialmente. Sorrise felice al pensiero di coccolare il ragazzo, di portarlo in giro, di recuperare in qualche modo il tempo perduto.
Avrebbero iniziato subito.
Prese un paio di boxer dal pavimento e lo posizionò sulla piccola telecamera che sapeva essere in camera sua, come in ogni stanza. Vallo a capire, Tomura, sempre a controllare tutto e tutti.
Ma per un po' avrebbero avuto la loro privacy.
Andò anche a chiudere a chiave la porta, tornando ad aspettare sul letto.
Katsuki uscì dal bagno poco dopo, con solo l'asciugamano in vita. Eijiro sorrise davanti a quello spettacolo mozzafiato, e lo invito a sedersi accanto a lui con un gesto della mano.
Katsuki obbedì, sentendo la mano del corvino che gli accarezzava l'interno coscia. Sospirò a quel contatto.
«Ti fa male la gamba? E le spalle?»
Chiese, avvicinandosi sempre di più al volto del biondo, Eijiro.
«La gamba ora sta bene, non sapevo che sapessi cucire, e le spalle non fanno molto male, tranquillo.»
Rispose, Bakugo, sorridendo impercettibilmente, portando una mano ad accarezzare il volto del ragazzo. Poi lo baciò, lentamente sta volta, godendosi quel contatto che, almeno per lui, sapeva di un vecchio e mai defunto amore, ora completamente diverso da prima.
La mano del corvino si muoveva sempre più verso l'interno delle gambe di Katsuki, le quali mani tolsero piano la giacca di pelle dell'altro. Eijiro si caricò Katsuki sulle gambe, togliendo subito l'asciugamano bagnato, lasciandolo immediatamente nudo sopra di sé. Bakugo in risposta gli sfilò la canotta e iniziò a slacciargli la cintura, mentre il contatto tra le loro lingue non si fermava. Presto il lungo oggetto di cuoio si trovò al suolo, e le mani del corvino sulle natiche dell'altro. Quando Eijiro le strinse forte tra le dita, Katsuki sussultò, respirandogli affannosamente sulle labbra.
E Kirishima si trovò in paradiso, guardando l'espressione dell'altro, in preda al piacere, mentre gli infilava un dito nell'orifizio. Presto i pantaloni pesanti del corvino finirono per terra assieme agli altri vestiti, così come i boxer. Il biondo, alla vista del membro pulsante di Kirishima, si inginocchiò tra le sue gambe, prendendogli in mano tutta la lunghezza. Iniziò a baciarlo sulla punta, proseguendo per tutto il suo sesso, lasciando leccate sulla cappella prima di prenderlo tutto in bocca. Intanto Kirishima gli aveva preso una mano e aveva iniziato a succhiargli due dita, stando ben attento a lasciare una gran quantità di saliva.
«Preparati.»
Un ordine secco da parte di Kirishima, mentre Bakugo aveva preso a succhiargli piano i testicoli. Il biondo eseguì senza fiatare, iniziando a stuzzicarsi l'apertura con un dito, poi con due e poi tre, senza interrompere quello che stava facendo.
«Da quando fai queste cose, Katsuki?»
Chiese quasi con scherno, Kirishima, ma l'altro non rispose, si limitò ad alzarsi e a sedersi nuovamente sulle gambe di Eijiro, facendo entrare piano il suo membro dentro di lui. O meglio, era quello che avrebbe voluto fare, poiché Eijiro forzò incredibilmente l'entrata, facendo urlare Katsuki dal dolore. Senza nemmeno aspettare che si abituasse iniziò a muoversi velocemente dentro di lui, gemendo rocamente. Katsuki diede tutto se stesso per non piangere dal dolore. Eijiro aveva preso a mordergli il petto in vari punti, anche alcuni feriti, ma Katsuki non ebbe la forza di farlo spostare. Continarono le spinte fino a che Kirishima non venne all'interno di Katsuki, che sfinito venne sul ventre dell'altro, dopo essere stato masturbato.
Crollò sul letto, e il corvino gli si stese accanto.
«Sei stanco?»
Katsuki sforzò un sorriso.
«Mi hai rotto il culo a metà, potevi essere più delicato.»
Purtroppo gli uscì più acida di come voleva. Eijiro la prese come un'offesa, e si mise subito a sedere.
«Beh, scusami miss culetto delicato! La prossima volta proverò ad essere più lento, sempre se mi concederai una prossima volta, o forse sei troppo rotto ora?»
Ogni parola colpì Katsuki forte come una raffica di pugni al viso. Un attimo prima Eijiro era quasi tornato gentile con lui, e ora si rimetteva quella maschera burbera.
Perché, sì, Bakugo sapeva che era una maschera, quella. Sapeva che il vero Kirishima era ancora lì, e aveva dato l'illusione di accettare di entrare in quel circo solo per farlo tornare normale, e poi andarsene insieme.
«S-scusa io... non sono solo più abituato... mi abituerò...»
E tutto l'orgoglio e la dignità di Katsuki morirono alla nascita di quelle parole. Eijiro rise.
«Già già, ti perdono. Capisco che non sei più abituato, ma non preoccuparti! Adesso che siamo di nuovo insieme ci vorrà poco, e sarai anche meglio di prima!»
Katsuki ingoiò il groppo in gola e si avvicinò al ragazzo, accoccolandosi al suo petto, ignorando il puro terrore che stava provando. Paura di non riuscire a riavere il vero Kirishima.
«Ora riposa, Katsuki. Sono stati due giorni impegnativi, eh?»
Chiese il maggiore, accarezzandogli i capelli, aspettando che si addormentasse. Ora che aveva Katsuki con lui, si sentiva una meraviglia. Più tardi, arrivata la sera, l'avrebbe portato a fare un giro per la base, presentato tutti gli altri e poi sarebbero stati di nuovo da soli...
Tutto così perfetto!«Potevi istallare l'impianto audio, Tomura!»
Esclamò Toga, al capo, continuando a guardare il monitor coperto, che lasciava intravedere le figure di Katsuki ed Eijiro attraverso il tessuto scuro, leggermente trasparente.
«Invece di guardare due tizi scopare in controluce, vai a perdere la tua, di verginità.»
La prese in giro Dabi, leggendo una rivista, mentre Tomura si grattava rumorosamente il collo, guardando il telegiornale.
«Smetterela di dire cazzate, voi due.»
«Facile parlare per te, tanto ai questo tizio che ti sbatte ogni volta che ne hai voglia.»
Si lamentò la bionda, venendo zittita dalla rivista di Dabi, che le arrivò dritta in faccia.
«Basta! Al telegiornale parlano della scomparsa di Katsuki Bakugo.»
Gli altri due si avvicinarono allo schermo.
«Ed è un bene o un male?»
Chiese Toga, incuriosita.
«Ma dove cazzo eri quando abbiamo fatto il piano?»
Chiese il ragazzo pieno di cicatrici, alla bionda.
«Emh... ne abbiamo parlato tre anni fa, e nemmeno allora ero stata molto attenta...»
Si giustificò lei, ricevendo uno sguardo assasino da Tomura.
«Ascolta bene, ragazzina, il piano in sintesi è questo: Convertiamo pian piano più giovani e promettenti eroi possibili, così da avere più potere tra le nostre file, poi, una volta raggiunto un numero consistente, potremo mettere in atto quello per cui lavoriamo davvero.»
Spiegò Tomura. La ragazza guardò Dabi.
«E sarebbe?»
«Ma tu perché cazzo stai qui?!»
Sbottò il corvino.
«Per torturare le persone, ovvio.»
Rispose ovvia, lei.
«Per rendere questo mondo migliore, ragazzina. Per togliere tutti i simboli di potere e poter vivere tranquillamente alla luce del sole, senza più né hero né villain. Solo un mondo che promette a tutti i cittadini gli stessi identici diritti, un mondo di pace. Ovviamente serve un controllore, e dato che né Stain né AllforOne si sono dimostrati capaci, sarò io.»
«E perché proprio tu?»
Chiese la ragazza.
«Perché tutto quel potere è una maledizione, e io non ho nulla da perdere, ora come ora vivo solo per rendere il mondo migliore. Quello che farò sarà osservare, e come vedi, ne sono molto capace.»
«Sembra molto triste come cosa.»
Disse lei, giocando con la lama del suo coltello.
«Lo è.»
La freddò Tomura, lasciando la stanza.
«Ma per ora non me abbiamo un po' pochini, di ex eroi?»
Chiese la bionda, a Dabi.
«Allora è vero che le bionde sono delle imbecilli! Dove cazzo eri quando gli altri portavano qui altri aspiranti eroi? Tutti gli studenti dello Shiketsu o del Ketsubetsu? E la ragazza del Seiai? E tutti i cazzo di villain che ci seguono?»
Sbottò, Dabi.
«Trovo che queste scuole abbiamo dei nomi orribili! E li abbiamo torturati?»
L'uomo sospirò.
«No, per loro sono bastate le parole, per ora solo con Kirishima e Bakugo sono servite le maniere forti.»
«Ecco perché non me lo ricordavo!»
Rise la bionda, uscendo dalla stanza.
STAI LEGGENDO
»Villain I'm not - Kiribaku«
Fanfiction«Kirishima?! Perché cazzo sei con quelli?! Dove cazzo sei stato per tutto questo fottuto tempo?!» «Io... io non lo so più chi sia, il Kirishima di cui parli.» ~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo la sua misteriosa scomparsa avvenuta ormai al terzo anno del liceo, E...