»Welcome to the Wonderland«

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Bakugo non sapeva nemmeno lui quello che stava facendo. Stava provando a compiacere Kirishima in ogni modo, magari per riacquistare la sua fiducia, magari perché aveva paura di perderlo di nuovo, o magari perché temeva che si sarebbe stancato di lui. Fatto stava che Katsuki durante il sesso si era sentito in modo orribile. Sentiva in ugual modo l'amore che provano reciprocamente, ma era così diverso, così strano. Eijiro era diventato aggressivo, pretenzioso, esigeva che i suoi bisogno fossero soddisfatti, senza pensare minimamente al partner, o almeno era quello che Katsuki aveva percepito. Ma lui non aveva cambiato il suo piano, per nulla. Voleva ancora andarsene da quel circo, portando Eijiro con sé. Avrebbe solo dovuto fingere per un po'.

Kirishima scosse quasi violentemente la spalla di Bakugo per svegliarlo. Il biondo sussultò, scattando in piedi e guardandosi in torno, come per controllare che tutto quello non fosse un sogno, o un incubo?
Un sorriso gli spuntò spontaneo sulle labbra non appena vide Eijiro.
Era tutto vero.
Il corvino, accortosi dello sguardo da ebete dell'altro, lo guardò quasi con disprezzo.
«Ti vuoi muovere a prepararti o ti fa ancora male il culo?»
E il sorriso morì.
Era tutto vero.
«Mi muovo...»
Sussurrò Katsuki, alzandosi dal letto, smentendo una fitta alla base della spina dorsale. Purtroppo Eijiro notò l'espressione di dolore del ragazzo.
«Che c'è? Non reggi una scopata?»
Una scopata? Era quello che pensava dell'atto d'amore che avevano appena compiuto?
Katsuki non rispose, si limitò ad alzarsi dal letto, prendere un asciugamano pulito e dirigersi verso il basso.
«Ti ho detto che avevi il tempo per lavarti di nuovo?»
Chiese il corvino, fulminando Bakugo con lo sguardo.
«No, ma...»
«Niente ma, vestiti, in fretta.»
E Katsuki sospirò, pulendosi il seme di Kirishima che ancora fuoriusciva da lui con l'asciugamano, indossando poi il cambio che gli aveva porto l'altro.
«Andiamo, principessa. Ti faccio vedere il paese delle meraviglie.»
Sorrise Kirishima, prendendo la mano di Katsuki, che in quel momento voleva solo sparire.
Quello non era il suo Kirishima, e quello non era il solito Bakugo.

Bakugo seguì Kirishima per un lunghissimo corridoio, che passava davanti ad innumerevoli porte, tutte uguali. Presero un ascensore che li portò in una specie di sala comune, dove trovarono a chiaccherare altri individui. Un tizio che somigliava ad una lucertola si alzò dal grande divano in pelle nera sul quale era seduto, avvicinandosi a Kirishima.
«È lui il tuo ragazzo?»
Bakugo lo guardò contrariato, lui e Kirishima non avevano ancora discusso di quello.
«Sì, è lui. Bel bocconcino, vero?»
Rispose Eijiro, lasciando leggermente sconcertato Katsuki. La lucertola annuì sorridendo.
«Lui è Spinner. Spinner, Bakugo; Bakugo, Spinner.»
La lucertola porse la mano a Katsuki, che la afferrò con riluttanza. Doveva tenere duro, e continuare a recitare.
Kirishima andò a sedersi sul grande divano, continuando a presentare gli altri membri lì presenti.
«Lui è Twice, e quello accanto a lui Moonfish.»
Spiegò, indicando rispettivamente un tipo vestito di nero e uno con la bocca aperta da uno strano aggeggio metallico. Bakugo si disse di tornare ad essere quello di sempre, lasciando da parte l'angoscia e le insicurezze, così indossò la sua maschera.
«Ma tu non eri in prigione?»
Chiese acido, con la sua solita espressione mista tra confusa e arrabbiata, scoprendo l'arcata superiore dei denti e allargando leggermente le narici.
«La gente esce anche dalla gatta buia.»
Rispose un tipo con una giacca viola ed una sigaretta tra i denti.
«Katsuki, lui è Giran. Hai da accendere, bro?»
Chiese nel mentre Kirishima, tirando fuori una sigaretta dalla tasca della giacca, che venne accesa dall'uomo.
«Poi laggiù, il tipo col cilindro è Mr. Compress, forse ti ricorderai di lui.»
Continuò Kirishima, sputando una nuvola di fumo nel mezzo della stanza.
«Come dimenticarlo.»
Commentò, Bakugo, ormai tornato strafottente e sarcastico come prima.
«Poi c'è il nostro Seiji Shishikura; non so se te lo ricordi, è quello che ci ha trasformati in sacchetti di carne al nostro esame per la licenza provvisoria. Sensazione strana.»
Bakugo guardò ridendo con disprezzo ragazzo dagli occhi sottili.
«Tu che facevi tutti quei discorsi idealisti sull'essere un eroe, ti ritrovi in un gruppo di criminali?»
Seiji rise, quasi istericamente.
«Qui fanno esattamente quello che voglio. Qui capiscono quanto sbagliata sia la concezione di eroe al giorno d'oggi. Condivido i loro ideali, per questo sono qui. Per rendere il mondo migliore, una volta per tutte.»
Bakugo si trovò un po' scosso, dopotutto aveva ragione, e i loro ideali erano comprensibili. Ma era sbagliato voler portare la pace con la violenza. Katsuki pensò ai corpi dilaniati nel vicolo, e si convinse per la millesima volta in quelle ore che era sbagliato.
«Dallo Shiketsu abbiamo altri due, che ora non sono qui, li conoscerai a cena, credo.»
Si intromise Eijiro, inspirando altro fumo.
«Poi lì nell'angolo c'è Shindo You. Quello dei terremoti. Difficile a scordarsi di lui.»
«Ti ho detto mille volte di non chiamarmi "quello dei terremoti", testa di cazzo.»
Urlò You, dirigendosi verso Bakugo, tendendogli la mano, con un sorriso amichevole sul volto.
«Anche tu qui, biondina?»
«Esatto, Terremoto-man.»
E gli sguardi di entrambi si incendiarono, le prese delle mani più strette.
«Non uccidetevi prima di cena!»
Scherzò una ragazza bionda, smorzando la tensione creatasi nell'aria.
«Lei è Tatame Nakagame, anche lei dal Ketsubutsu.»
«Piacere di conoscerti!»
Urlò la ragazza, stringendo la mano di Bakugo. Le ricordò per un secondo il carattere del vecchio Kirishima, e i denti appuntiti aiutavano a far galoppare la sua immaginazione.
«Poi quella seduta al tavolo laggiù è Saiko Intelli, dal Seiai.»
La ragazza dai capelli bianchi non rispose, e tornò a bere il suo tè, si limitò ad un'occhiata veloce.
«Credo che ci hai presentati quasi tutti.»
Commentò You, e Kirishima annuì.
«Quelli che vedrai più di una volta, forse, sì.»
Bakugo si guardò intorno; un circolo di matti.
«Quindi Bakugo, tu e Kirishima...?»
Chiese Tatame, lanciando uno sguardo malizioso al biondo.
Bakugo non rispose, anche perché Kirishima fu veloce di lui.
«Puoi scommetterci, dolcezza! È già occupato!»
«Che disdetta! È così carino!»
Si lamentò la bionda, come se Bakugo non fosse proprio presente nella stanza. Eijiro fece spallucce, alzandosi dal divano.
«Ora che hai conosciuto i coglioni, ti porto a vedere la tua stanza.»
Kirishima uscì dalla sala, seguito a ruota da Bakugo. Perché tutte quelle persone si trovavano lì? E di loro spontanea volontà poi!
Katsuki non si era mai interessato molto agli altri eroi, però era sicuro al novanta per cento che alcuni di loro fossero apparsi in televisione qualche volta per delle imprese eroiche. Doppiogiochisti? Di sicuro.
E cos'era tutta quella storia di un mondo migliore?
L'avrebbe scoperto e messo fine a quella storia.

Eijiro condusse Katsuki di nuovo su per l'ascensore.
«Non siet-siamo un po' pochi per un attacco di larga scala?»
Chiese il Re delle Esplosioni, ingenuamente, poggiandosi alla parete fredda dell'ascensore.
«No, caro mio. Abbiamo un'infinità di altri villain che lavorano per noi... diciamo che noi siamo "la squadra principale"»
Sorrise il corvino, e le porte dell'ascensore si aprirono.
Erano tornati al piano delle camere di tutti. Vicino alla trentatré, la camera di Eijiro, era apparsa un'altra porta, a cui Katsuki prima non aveva fatto per nulla caso. Sulla porta c'era il numero trentaquattro.
«Questa è la tua stanza, Katsuki.»
Annunciò Eijiro, aprendo la piccola porta. Era una stanza pitturata di nero, con un letto ordinato nell'angolo destro, un armadio (stranamente già pieno di vestiti), una cassapanca come quella di Eijiro e una cassettiera. Kirishima aprì la cassapanca per lui.
«Questo è il tuo costume da Villain.»
Gli spiegò, tirando fuori l'indumento.
«Perfetto per tutte le occasioni! Ci lavorano i nostri "fornitori", chiamiamoli così. Sono gli stessi che hanno creato la camera.»
«Creato?»
Chiese Katsuki, confuso.
«Già, sono due ragazze molto utili, le conoscerai quando farai ulteriori modifiche al costume, tra qualche giorno.»
Spiegò il corvino, porgendogli il costume. Bakugo lo guardò attentamente, ed era simile, ma completamente diverso dal suo classico costume.
Le sue amate granate erano sparite, lasciando spazio a dei guanti neri, foderati di rosso sul palmo, molto pesanti ed ottimi per sudare. Utili.
La sua canotta era diventata una maglia a maniche lunghe molto aderente, che si ricollegava ai guanti, con una grande X di fasce rosse che si incrociavano sul petto, e un collo alto, che avrebbe coperto poi tutto il volto dal naso in giù, con sopra il disegno stilizzato di denti da scheletro. La maschera era scomparsa, e i pantaloni larghi sostituiti da un paio sempre nero, abbastanza aderente. Per finire, un paio di grandi stivali neri, con dei dettagli rosso sui bordi.
«Credo che ti starà benissimo!»
Urlò entusiasta, Kirishima.
«Ma... manca una cintura con delle granate... oppure qualche oggetto...»
Pensò ad alta voce, Katsuki.
«Lo dirai alle nostre ragazze! Perché non lo provi?»
Lo rassicurò Kirishima, dandogli una pacca sulla spalla.
«Va bene...»
Acconsentì, anche se poco convinto, Bakugo. Si tolse in fretta i vestiti che indossava e si mise il costume. Possibile si sentisse davvero più pericoloso con quel coso indosso?
«Ti fa un culo pazzesco!»
Commentò il ragazzo seduto ora sul letto, ammirando il fisico del ragazzo.
Katsuki si specchiò nello specchio del bagno, e non si riconobbe.
«Sai come staresti ancora meglio?»
Chiese Eijiro, tirando fuori dalla cassapanca un tubetto con all'interno uno strano liquido, lanciandolo poi al ragazzo nel bagno.
Colorante per capelli.

»Villain I'm not - Kiribaku«Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora