«... quindi sono state rilevate alcune anomalie nell'area degli omicidi compiuti dal Nomu e del possibile rapimento di Kacchan, e nello sgabuzzino dove si è trovato il poliziotto.»
Concluse Deku, leggendo gli ultimi risultati delle analisi provenienti dal macchinario di rilevazione della polizia.
«Anomalie di che tipo?»
Chiese Mina, curiosa.
«Spostamento di materia attraverso portali. È come se si fossero aperti degli squarci nell'aria e delle persone fossero passate là in mezzo.»
Spiegò Izuku, posando il foglio sul tavolo rotondo, situato nella stanza che la polizia gli aveva concesso per le indagini.
«Come dei buchi neri?»
Propose Sero, e il verde annuì.
«Kacchan è stato trasportato via, non c'è modo di sapere dove...»
Continuò, il ragazzo con le lentiggini.
«Immagino che sia inutile andare a zonzo per la città a cercare anomalie nell'aria...»
Sospirò rassegnato, Kaminari.
«Possiamo solo continuare con il pedinare chiunque sembri sospetto.»
Concluse Uraraka, e tutti si trovarono d'accordo.«Katsuki!»
Lo chiamò Kirishima dall'esterno della sua camera. Era ormai sera, ed era il momento della prima missione di Katsuki. Ora era all'interno della sua stanza, stava indossando il suo costume mentre ripensava alla giornata appena trascorsa. Aveva incontrato due strani tizi a pranzo, provenienti dalla stessa scuola del tipo dagli occhi sottili. Uno aveva una specie di quirk sul vento e l'altra era una ragazza oggettivamente bella, Katsuki si ricordava di lei dall'esame per la licenza provvisoria, ma non ricordava il suo potere. Fatto sta che Kirishima gli aveva detto che era più unico che raro vederli a spasso per l'associazione. Katsuki alzò il collo della divisa, rendendosi irriconoscibile e uscì dalla camera.
Kirishima era anche lui in costume.
Una canotta di pelle di un verde militare senza maniche gli copriva il petto, e le spalle erano contornate da spalline di metallo nero, così come la maschera sul suo viso, fatta dello stesso materiale. A Katsuki ricordò quella che aveva al liceo, con l'unica differenza che invece di lasciare libera la bocca, ora la copriva completamente, mostrando il disegno di denti appuntiti, bianco che risaltava sul nero. I capelli neri erano in parte lasciati sulla fronte e in parte tirati indietro dalla parte superiore della maschera. A completare il costume c'erano un paio di pantaloni neri larghi e un paio di anfibi dello stesso colore della canotta.
Katsuki si sentì a disagio.
«Sei pronto, principessa?»
Chiese Eijiro, avvicinando l'altro a sé, accarezzandogli la schiena e scendendo poi sulle natiche sode.
«Si...»
Rispose, anche se un po' titubante, Bakugo. Dato che le loro bocche erano coperte dai rispettivi costumi non poterono baciarsi, ma fecero toccare i loro nasi, in un gesto che scaldò il cuore di entrambi. Forse a Bakugo un po' di più.
«Andiamo ora.»
Annunciò Kirishima, e Bakugo annuì convinto.«Inasa, Camie e Saiko andate a destra, verso la zona industriale, Tatame, io e Kirishima a sinistra, nella zona abitata, You e Bakugo nel mezzo, verso la zona commerciale.»
Spiegò Seiji, al gruppo che quella sera doveva andare di pattuglia.
Tutti annuirono, pronti al giro che dovevano fare per controllare gli avanzamenti della polizia.
«Siamo io e te, non più biondina.»
Disse You, a Katsuki, una volta che tutti se ne furono andati.
«Già, Terremoto-man. Mi puoi spiegare che cosa dovremmo fare adesso?»
Chiese, Bakugo, e il corvino si sedette sul bordo del tetto del palazzo sul quale erano.
«Siamo già nella nostra zona, quindi dobbiamo stare attenti e fermi ed aspettare che la polizia arrivi, dopodiché controlliamo i suoi progressi senza farci beccare e torniamo alla base.»
«Tutto qua?»
«Già.»
«E cosa facciamo nel mentre?»
«Ti va una chiacchera?»
Chiese You, stranamente senza tracce di sarcasmo nella voce.
«Come scusa?»
Katsuki era alquanto confuso, ma andò a sedersi comunque accanto al suo compagno di missione.
«Hai capito bene. Cioè insomma, potrò essere anche stronzo, ma capisco che ora sei in una situazione difficile...»
Katsuki rimase in silenzio ad ascoltare quello che You aveva da dire.
«...Venire rapiti, torturati e trovarsi in una missione dopo nemmeno due giorni... deve essere stressante per te, biondina.»
Katsuki guardò il panorama. La città era deserta e non si intravedeva nemmeno una luce.
«Cioè... cazzo. Io non ne sarei stato capace, di fare quello che hai fatto tu. Poi c'è il fattore Kirishima: rincontrare il tuo ragazzo scomparso da tempo e trovarlo così... diverso.»
Disse, guardando il cielo stellato.
«Cosa ne puoi sapere tu?»
You capì che si riferiva a Kirishima, ma non c'era stata cattiveria nella sua tonalità di voce.
«Io sono entrato in questo giro un annetto fa, e lui era già qui. Appena lo incontrai pensai "Oh cavolo! Questo era bravo! Promettente, gentile, altruista... un perfetto eroe", poi ho conosciuto la sua nuova versione, e cazzo... non è lui!»
Purtroppo Katsuki comprese a pieno il discorso del corvino.
«E perché mi dici queste cose, Terremoto-man?»
«Non so.»
Fece spallucce.
«Mi incuriosite, tutto qua. Pensare a te, un eroe, che finge di stare dalla nostra parte per stare col suo ragazzo, per sperare di farlo tornare come prima... non stai nemmeno provando a scappare ora, che siamo all'esterno... ti ammiro, Katsuki.»
L'ex biondo finse di non sentire il suo nome pronunciato dalle labbra di quel tipo, e non diede nemmeno peso al fatto che sapesse che era una recita. In qualche modo sentiva che il suo segreto era al sicuro con quel tipo.
Dopo alcuni minuti di silenzio Bakugo riprese a parlare.
«Tu credi che tornerà mai come prima?»
«Non lo so... so solo che tu sei l'unico che potrebbe farlo.»
Non ebbe il tempo di ribattere che il rumore di passi si fece sentire.
«È ora.»«Kirishimaaaaaa!»
Si lamentò Tatame, col corvino, mentre faticava a stargli dietro. Eijiro aveva accelerato incredibilmente il passo, e non rallentò fino a quando non raggiunsero la zona a cui erano addetti. Seiji era rimasto in dietro, sarebbe arrivato con i suoi tempi.
La bionda si lamentò ancora, e finalmente Kirishima la degnò delle sue attenzioni.
«Che vuoi?»
«Come siamo maleducati oggi.»
Commentò, e Kirishima strinse i denti. Era ancora molto confuso dopo la nottata precedente, ma non voleva darlo a vedere.
«Vuoi qualcosa oppure possiamo tornare alla missione?»
Domandò, e la ragazza rise.
«Lo sai anche tu che ora dobbiamo solo aspettare!»
E si sedettero entrambi sul cornicione di un edificio. Alcune luci ancora accese in alcune case si potevano osservare, e dopo attimi infiniti di silenzio, Tatame parlò.
«Kirishima, ti vedo strano da quando è arrivato.»
Non servì specificare, ma il corvino non rispose ugualmente.
«Sei... diverso. Sei sempre come prima, ma diverso.»
Kirishima capiva, anche lui si sentiva in quel modo.
«E stavo pensando che deve essere difficile, beh si insomma... lui è forte, bellissimo, e sembra anche dolce, ma tu... si vede che lui ci sta male per come sei adesso. Magari prima eri diverso...»
Il ragazzo strinse i pugni, sbattendoli sul freddo cemento del cornicione.
«Potrebbe essere così, sì. Ma non sono cazzi tuoi, ragazzina. Non te ne frega un cazzo della mia relazione con lui, probabilmente stai anche fingendo interesse per farci lasciare e provarci con lui.»
Spiegò pieno di rabbia, e con grande sorpresa Tatame notò che aveva attivato l'indurimento su tutte le sue braccia. Kirishima stava per ricominciare a sbraitare contro la poverina, che era seriamente dispiaciuta per la loro situazione, quando Seiji arrivò alle loro spalle.
«Che sta succedendo?»
Chiese, freddamente.
«Nulla. Assolutamente nulla.»
Rispose Kirishima, con ancora la frustrazione nella voce, lasciando sconcertata la ragazza dai denti appuntiti. Tutti e tre si misero ad osservare la città che riposava, aspettando l'arrivo della polizia.«Quindi stai proponendo di usare delle esche?»
Chiese Ochacho, e Deku annuì.
«È successo spesso che alcuni poliziotti si siano sentiti osservati nella zona che va da qui a qui.»
Spiegò, indicando una strada molto ampia sulla mappa della città.
«È un isolato molto ricco, possiede negozi e industrie, e gli abitanti sono cittadini onesti. Se notate, è praticamente dal lato opposto della città rispetto al distretto di Kamino.»
«E cosa c'entra?»
Chiese, Kaminari.
«Se la tua base fosse stata scoperta, non ne creeresti un'altra il più lontano possibile?»
«Ma che ne so io di come ragionano questi cattivi!»
Si lamentò il biondo, Jiro gli diede delle pacche sulle spalle, in modo da confortarlo.
«Si ma, perché delle esche?»
Tornò seria, Mina.
«In questo modo, se ci sentiremo osservati, potremo agire, no? Anche se è un po' incerto come indizio, non abbiamo niente di meglio...»
Ipotizzò Sero, e Izuku continuò.
«Andremo di pattuglia travestiti da poliziotti, e agiremo come meglio potremo. Diciamo che non sarebbe male catturare uno della loro banda.»
Tutti sorrisero. Il ragazzo dai capelli verdi era proprio un genio, Jiro si sentì parecchio sollevata nell'averlo lì ad aiutare nelle indagini.
«E quando faremo questa recita?»
Chiese Denki, molto motivato.
«Stasera stessa.»
Fu la risposta, prima di ritrovarsi con una finta divisa da poliziotto sotto gli occhi, poggiata sul tavolo.
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»Villain I'm not - Kiribaku«
Fanfiction«Kirishima?! Perché cazzo sei con quelli?! Dove cazzo sei stato per tutto questo fottuto tempo?!» «Io... io non lo so più chi sia, il Kirishima di cui parli.» ~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo la sua misteriosa scomparsa avvenuta ormai al terzo anno del liceo, E...