Il gruppetto era sbucato dal condotto di aerazione in una grande stanza, piena di computer e con un grande tavolo circondato da sedie nel mezzo, oltre che alle sedie posizionate di fronte ad ogni computer. A Deku bastò un'occhiata veloce per capire che c'era una telecamera per ogni stanza. Mina storse il naso, c'era una puzza incredibile di sudore. Alcune delle sedie erano rovesciate per terra, e il tavolo pendeva verso destra. Sembrava iche fosse stata una rissa. Ochako trattenne un conato di vomito quando si accorse di un liquido bianco sul pavimento e sul tavolo.
«Rozzo...»
Sussurrò Sero, mettendo una mano sulla spalla della castana e provando a farle distogliere lo sguardo.
«È qui.»
Sussultò il verde, indicando con l'indice uno schermo. Denki era steso su un letto, intento a leggere una rivista. Sembrava calmo, e di sicuro non aveva l'aria di uno che era sotto sequestro. Gli altri monitor mostravano altre persone, centinaia.
«Deku...»
Continuò Mina, indicando un altro schermo, più verso la sinistra della stanza. Ritraeva Bakugo, seduto sulle gambe di qualcuno, di spalle alla telecamera. Si riconosceva praticamente solo per i capelli e per la corporatura dalla vita stretta. La persona sotto di lui gli teneva le mani sul fondoschiena, e Kacchan non sembrava essere infastidito, anzi. Una smorfia collettiva da parte degli Hero, poi i loro occhi si sgranarono quando riuscirono ad intravedere il viso del villain con cui stava pomiciando Bakugo. Quel sorriso era inconfondibile, l'avrebbero riconosciuto tra milioni. Era Kirishima, senza la sua caratteristica chioma rossa, cresciuto, diverso. Ma era lui.
«Che cazzo sta succedendo qui?»
Riuscì solo a dire, Uraraka, mentre gli altri continuavano a osservare la scena, misti tra sorpresi, sconvolti, con le lacrime agli occhi, e anche disgustati.
«Li hanno costretti a stare qui. Sono sotto un quirk di... controllo mentale, o lavaggio del cervello...»
Sussurrò Deku, più a sé stesso che ai suoi compagni. Prima che qualcun altro potesse rispondere o anche solo sospirare, la porta si aprì. Tutti si girarono di scatto verso la persona, e Sero senza perdere tempo la intrappolò con il suo nastro. Quello cadde al suolo, imprecando. Shindo bestemmiò quando vide che erano Hero ad averlo catturato, e si pentì di tutte le volte che qualcuno del covo gli aveva fatto uno scherzo deficiente e lui si era arrabbiato. Quanto voleva che fosse uno scherzo anche quello. Un urlo sorpreso da parte di tutti.
«Ragazzi, sono sotto copertura...»
Spiegò il corvino, provando a sedersi, giusto per non rimanere sdraiato per terra come un verme intrappolato nello scotch. Sero però non lo slegò.
«Da quanto lo saresti? E come sai che si nascondono qui? E che ti importa di loro?»
Chiese scettico, stringendo l'altro nelle bende, terminando poi con un nodo.
«Ragazzi, andiamo! Mi conoscete... volevo farmi notare dalla tv... farmi un po' di notorietà in più...»
Provò a spiegare Shindo, ma gli altri non davano segni di credergli. Sero lo prese sulle spalle, poi lo stese sul tavolo ad centro della stanza.
«Non è che non ci fidiamo, o forse è proprio così, ma non saltiamo a conclusioni, per ora. Torniamo tra poco e ti portiamo alla centrale, solo per... chiederti di più su questa storia. Saprai sicuramente spiegarci i tuoi motivi.»
Disse Mina, molto a disagio, seguendo gli altri fuori dalla sala.
«Dividiamoci.»«Piano...»
Gemette Eijiro, mentre il suo petto veniva abilmente stimolato da Katsuki. Le sue dita affusolate e leggermente callose sfregavano attorno ai capezzoli dell'altro, e ogni tanto una piccola scintilla dovuta al sudore alla nitroglicerina del biondo scoppiettava sulla pelle si Eijiro. Il pizzocorio era piacevole per il corvino.
«No.»
Rispose Bakugo, sorridendo soddisfatto, mordendo il collo del corvino. Kirishima ridacchiò. Era bastato un semplice mazzo di fiori accompagnato da bigliettino per far cedere Katsuki di fronte alla richiesta di un po' di coccole, che stavano diventando altro molto velocemente. Kirishima però non voleva approfittarsi del ragazzo, anzi, stavolta era davvero deciso a farlo sentire speciale, a dimostrargli il suo amore e nulla di più. Voleva cambiare, voleva davvero. Passò le mani tra i capelli rasati di Katsuki, avevano una leggera ricrescita bionda ormai, ed Eijiro non vedeva l'ora di poter vedere nuovamente il suo ragazzo così com'era, di nuovo naturale. Si era pentito sì, e non aveva più intenzione di fargli del male. Kirishima con un colpo di reni sbattè il biondo sul letto, inziando a ricoprirlo di baci sul collo.
«Oh, cazzoooooooo!»
I due si fermarono e sobbalzarono, Katsuki era tutto rosso e sudato, ma ugualmente saltò in piedi, spingendo via Kirishima. Gli aveva messo una mano sulla faccia e lo stava schiacciando contro al materasso, mentre non poteva fare a meno di guardare Uraraka senza dire nulla. La ragazza non riusciva a muoversi, né a parlare. Era rossa fino alla punta delle orecchie.
«Uraraka...»
Riuscì poi a sussurrare Bakugo, con le lacrime agli occhi. Si alzò di scatto e corse ad abbracciare la castana, che nonostante l'imbarazzo e la sorpresa, ricambiò poco dopo.
«Cazzo... Cazzo!»
Borbottò la ragazza, prima piano, poi più forte. Prese il segnalatore dalla sua cintura e lo portò alla bocca, comunicando a tutti gli altri la stanza in cui si trovava. Kirishima si infilò una maglietta, e corse alla porta.
«Ciao... Uraraka...»
Gli occhi castani si fissarono in quelli rossi di Kirishima, che era imbarazzato, spaventato e un mix di emozioni, non riusciva a muoversi, a fare nulla di nulla. Fu Uraraka ad aggrapparsi al suo collo, a sussurrargli parole dolci su quanto gli fosse mancato, ad accarezzargli i capelli, a piangere qualche lacrima sulla sua spalla. Il corvino ricambiò, molto stranito, ma anche col petto leggero, e quasi felice. Sulla porta apparirono Sero, Mina e Midoriya, che videro la scena, e subito si unirono all'abbraccio, anche Katsuki si era lasciato trasportare. Quest'ultimo fu anche il primo a staccarsi e a chiudere la porta a chiave dietro di loro.
«Ragazzi...»
Li chiamò, ma stavano tutti piangendo, compreso Eijiro, e sentendosi la guancia, anche il biondo si rese conto di aver lasciato correre qualche lacrima. Passarono interi minuti così.
«Kacchan... che succede? Perché siete qui? C'è Kaminari?»
Farfugliò Izuku, asciugandosi le lacrime. Kirishima e Bakugo si lanciarono uno sguardo, come se fossero indecisi su chi dovesse dire cosa.
«Kaminari sta bene...»
Mormorò il biondo, e gli altri si rallegrarono tra le lacrime.
«Però... non possiamo andarcene con voi, e dobbiamo continuare a collaborare con loro...»
Disse Katsuki, quasi sussurrando. Izuku gli mise una mano sulla spalla, che stranamente quello non scacciò.
«Capiamo, ma dobbiamo comunque chiedervi un favore.»---
hi guys
se non fosse chiaro: Uraraka aveva visto insieme agli altri Katsuki e Eijiro iniziare a fare zuki zuki, ma non sapeva quale stanza fosse, quindi era rimasta sorpresa
e
OGGOD QUANTI FEELS
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»Villain I'm not - Kiribaku«
Fanfiction«Kirishima?! Perché cazzo sei con quelli?! Dove cazzo sei stato per tutto questo fottuto tempo?!» «Io... io non lo so più chi sia, il Kirishima di cui parli.» ~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo la sua misteriosa scomparsa avvenuta ormai al terzo anno del liceo, E...