»I don't want, but I have to«

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Jiro era andata alla stazione di polizia nel pomeriggio, dicendo a Denki che sarebbe andata dal parrucchiere per non farlo preoccupare.
«Vorrei denunciare la scomparsa dell'eroe Bakugo Katsuki.»
Spiegò, al poliziotto che aveva davanti. Lui scrisse su un quaderno.
«Da quanto tempo è scomparso?»
«Da ieri notte.»
Rispose senza esitazione.
«Lo sa, Earphone Jack, che non si può denunciare la scomparsa di una persona prima del passaggio di quarantotto ore?»
«Lo so, ma ho trovato una ciocca dei suoi capelli sulla scena dell'attacco del Nomu e-»
L'uomo la interruppe.
«È ovvio, lui ha respinto l'attacco. È normale che si sia ferito e perso qualche pezzo, se così si può dire.»
Ripose quasi ridacchiando, e Kyoka si alzò, arrabbiata.
«Mi ascolti bene, se non darete l'allarme per la sua scomparsa, ci penserò io personalmente. Ho delle conoscenze.»
Lo minacciò la ragazza, ed il poverino sospirò.
«Daremo l'annuncio questa sera.»
«Grazie infinitamente.»
Si inchinò e lasciò la stazione di polizia, diretta verso casa.

«Tesoro! Stai benissimo con questi capelli!»
La accolse Denki, e lei si trovò a ridere sotto i baffi. Sapeva sempre farla ridere, anche se inconsciamente.
«Ho detto qualcosa di buffo?»
Chiese il biondo, avvicinandosi alla ragazza e abbracciandola.
«No, no...»
Rispose lei, perdendo il sorriso nel mentre.
«È successo qualcosa?»
Lei non rispose.
«Riguarda Bakugo?»
Annuì stancamente, e Denki si trovò alzarle il viso con un paio di dita.
«Jiro, va tutto bene, sì? Vedrai che sta bene, sai com'è fatto! Sarà andato in giro per tutta la notte e si rifiuterà di rispondere al telefono!»
Provò a convincerla, e cavolo, quanto avesse voluto che fosse vero.

Quella sera Jiro invitò nel loro appartamento anche gli altri, ovvero Mina e Sero, a detta sua per passare una piacevole serata.
«Ragazzi.»
Disse ad un certo punto, attirando l'attenzione di tutti, mentre erano seduti in salotto a fare due chiacchiere. Avevano già cenato, e Kyoka aveva provato davvero a stare zitta il più possibile in modo da far divertire tutti, ma ora non ce la faceva più.
«Tesoro, non sarà ancora quella storia?»
Chiese Denki, guardando preoccupato la ragazza.
«È per Bakugo, vero?»
Chiese Mina, guardando l'amica, preoccupata.
«Stamattina sono stata sulla scena del crimine.»
Confessò.
«E perché non me lo hai detto?!»
Sbottò il suo ragazzo, comprensibilmente arrabbiato.
«Ho trovato una ciocca dei suoi capelli con evidenti segni di bruciature, e il Nomu non può produrre fiamme.»
Tutti rimasero in silenzio, aspettando che continuasse.
«Poi c'era un poliziotto, che mi ha praticamente cacciata da lì, ma io sono tornata poco dopo, e l'ho trovato poco dopo, rinchiuso in uno sgabuzzino e legato, che stava morendo dissanguato.»
Mina inorridì, e Sero le portò una mano intorno alle spalle, abbracciandola.
«Io credo che sia tutto collegato a Bakugo.»
Kaminari sembrò rifletterci sopra.
«In effetti, perché è stato l'unico a ricevere la segnalazione dell'attacco?»
Si chiese ad alta voce.
«E ora è scomparso...»
Continuò Sero.
«È tutto connesso.»
Concluse Mina.
«Dobbiamo fare qualcosa... cercarlo o roba così...»
Propose Sero.
«Ci servono indizi, prima. Oggi sono anche andata dalla polizia, hanno dato l'annuncio della sua scomparsa questa sera, abbiamo il supporto di altri eroi, ora. Anche se non so quali.»
«Domani iniziamo le ricerche, allora.»
Disse Mina, molto motivata. Erano tutti e quattro pronti a ritrovare Katsuki.

«Tenko.»
Lo chiamò dallo stipite della porta; era stato lì ad osservarlo per chissà quanto tempo, e lui non se ne era minimamente accorto, continuando a guardare gli innumerevoli schermi.
«Ti ho detto che odio quel nome.»
Rispose l'azzurrino, continuando ad osservare la sala comune da attraverso il monitor, non degnandolo di uno sguardo.
«Ma io lo adoro.»
Ripose Dabi, sorridendo ed avvicinandosi a lui, sedendosi poi sulla sedia libera accanto alla sua.
«Come ti pare.»
Rispose, mentre il corvino gli toglieva la mano che gli copriva il volto e gli spostò la mano dal collo, che si stava grattando con forza, stringendola tra la sua.
«Oggi mi hai fatto ricordare che presto non potrò più vederti.»
Spiegò, poggiando le labbra sulle sue, screpolate, aggiungendo immediatamente la lingua, rendendo quel contatto aggressivo e possessivo.
«E quindi? Tanto per te sono solo un buco da riempire.»
Rispose Tomura, guardandolo negli occhi con i suoi, stanchi e cerchiati da cicatrici, mentre respirava affannosamente.
«Lo sai che non è così.»
Continuò il maggiore, portandogli la mano sul viso, accarezzandolo.
«Lo sai che sai che stai mentendo, ed è così.»
Rispose a tono il minore, riprendendo a baciarlo con aggressività. Stava quasi per circondargli il collo con le braccia, quando si ricordò del problema che era il suo quirk.
«Aspetta.»
Ordinò a Dabi, che gli aveva già tolto la maglietta e l'aveva buttata per terra. Tomura prese un paio di cerotti dal cassetto posto sotto al monitor, mettendoseli poi sulla falangetta del dito mignolo di ogni mano, così da "disattivare" il suo potere.
«Fatto.»
Disse, e l'altro lo prese per i fianchi, sollevandolo dalla sedia sulla quale era seduto e passando velocemente per il corridoio che portava alle loro stanze, mentre Tenko era aggrappato come un cucciolo di koala al suo busto. Aprì la porta della sua stanza mentre continuava a baciare l'altro, buttandolo poi sul letto.
Presto Tomura gli sfilò la maglia bianca e iniziò ad aprirgli la zip dei pantaloni, mentre Dabi gli baciava piano la fronte, le guance e nuovamente le labbra. Il maggiore scese sul collo pallido e pieno di graffi, baciando anche quello e facendo sospirare di piacere la persona sotto di lui. Gli tolse i pantaloni, gli accarezzò le natiche e subito vi infilò un dito all'interno. Allungò il braccio sul comodino e prese il lubrificante, che lo aiutò a far abituare prima Tenko. Infatti se lo era messo su bene tre dita,che aveva immediatamente tuffato all'interno delle calde pareti dell'altro. Il minore gli sfilò i pantaloni, iniziando a masturbarlo con la mano mentre continuava ad essere preparato; ormai i gemiti di piacere erano di entrambi. Dabi si posizionò in mezzo alle gambe dell'azzurrino, e accarezzandogli il volto entrò lentamente dentro di lui.
La sensazione che gli faceva sentire ogni volta era sempre la stessa, era in un cazzo di paradiso e tutti i suoi pensieri sparivano immediatamente. Le spinte furono lente e durarono a lungo, cariche di passione. Perché sì, Dabi amava davvero Tenko, ed era sicuro che i sentimenti fossero ricambiati, ma che l'altro fosse così ostinato e ancora infantile da non volerlo ammettere nemmeno a se stesso. Tenko si aggrappò con forza alla possente schiena del ragazzo quando colpì il punto giusto.
Dabi venne dentro Tomura, e lui tra i loro petti, senza nemmeno toccarsi.
Si stesero sfiniti sul letto, a riprendere fiato dall'amplesso appena compiuto. Dabi si strinse al petto Tenko, accarezzandogli i capelli, e lui senza darlo a vedere, si godette quelle attenzioni. Poco dopo il suo respiro tornò regolare, e Dabi credette che si fosse addormentato.
«Mi mancherai davvero, Tenko. Ma so che vivi per quello, e non fermerò il tuo sogno per colpa mia, perché io mi sono innamorato di te.»
Il corvino baciò piano i capelli morbidi di Tomura, ed esso gli rispose, lasciandolo leggermente sorpreso.
«Lo so, e anche io provo quello che provi tu, ed apprezzo il fatto che tu non mi voglia fermare.»
Sussurrò, ancora contro al petto nudo dell'altro, disegnando piccoli cerchietti immaginari con le dita intorno al capezzolo del maggiore.
«Ti amo, Tenko.»
Sussurrò, sincero.
E lui non ripose più, godendosi il tepore dei loro corpi a contatto e addormentandosi poco dopo.

«Per fortuna che la stanza di Dabi è provvista di microfoni.»
Ridacchiò Toga tra se e se, mente continuava a guardare i due dormire da attraverso lo schermo. Le telecamere erano ovunque tranne che nella stanza di Tomura.
«Uffa, vorrei anche io qualcuno, ormai sono circondata da coppie, e io? Io sono l'unica sfigata!»
Continuò il suo monologo, accendendo la televisione per la noia, dato che sembrava che né nella stanza di Kirishima né in quella di Dabi ci fosse più movimento.
«Stiamo lavorando per ritrovare Kacch- Emh... Katsuki Bakugo, l'eroe scomparso da poco, con tutte le nostre energie. Non abbiamo piste per ora, ma presto sono certo che ne troveremo una!»
Concluse il ragazzo dai capelli verdi con la stampa. Toga stava probabilmente guardando una replica o una registrazione, dato che erano più o meno le quattro della mattina.
La ragazza sorrise osservando il volto del ragazzo, poi le si illuminarono gli occhi. Più carino di qualche anno prima; capelli rasati ai lati e un ciuffo ribelle di capelli mossi nel mezzo, le lentiggini ancora ben visibili, un sorriso da mozzare il fiato.
«Ci vedremo molto molto presto, Midoriya-kun!»

»Villain I'm not - Kiribaku«Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora