Ma perché lo stai facendo?
Perché è tutto inutile. Anche se mai dovesse riuscire il nostro piano, io non ce la farei più a svolgere bene il mio lavoro. E perché? Per quel coglione? Sì, cazzo. Per Dabi, e non è un coglione, lui voleva il meglio per me e io sono stato stupido. Non ti avrebbe mai lasciato solo se ti avesse davvero voluto bene. Ma l'ha fatto solo per me, e io sono stato così cieco da non vederlo. Ma adesso basta...
Tomura entrò nel laboratorio, vuoto, data la tarda ora della notte. Pianse, come non aveva mai fatto, alla vista dell'aggeggio enorme e pericoloso. Gli si avvicinó, attivó il timer. Circa due minuti, e sarebbe esploso tutto. Uscì camminando, non voleva davvero salvarsi. Andò nella sua camera, ed ebbe giusto il tempo di stendersi nel suo letto, che poi intorno a lui fu solo luce bianca.‹Porca puttana! Porca di quella troia maledetta!›
Touya credeva di essere stato forte a non avere una reazione esagerata difronte al televisore, ma vedere la sua casa ridotta in quel modo gli provocó una potente stretta al cuore. Le macerie fumanti, le parti di persone che conosceva spuntare da sotto di esse, il sangue. Gli veniva da vomitare. Sconvolto, andò in mezzo alle fiamme e al fumo, a cercare tracce di Tenko. Nel frattempo, Kirishima era riuscito a rompere un pilone portante del soffitto che gli era caduto addosso, indurendosi appena in tempo, perse però conoscenza. Quando si sveglió, pensó di trovarsi in un incubo. Preso dal panico, si alzò e scavó nelle vicinanze, sotto ogni pezzo di pietra. Il fumo non aiutava a vedere chiaramente, il fuoco rendeva più arduo ogni movimento. La vista di un cadavere quasi ogni secondo faceva male. Se qualcuno avesse visto la scena da lontano, avrebbe visto un edificio distrutto, le fiamme, il fumo, e qualche persona che cercava qualcun altro tra le pietre. Kirishima vide Kaminari in piedi, barcollante in lontananza. Corse da lui e se lo caricó sulle spalle. Era coperto totalmente di sangue. Con il biondo in spalla, che era svenuto quasi immediatamente, continuó a vagare alla ricerca di Bakugo, con chissà quale forza. Lo stesso faceva Dabi, con le lacrime agli occhi, cercava il suo Tenko. Le urla di disperazione nell'aria nemmeno si sentivano, tanto era il trambusto. Le pale degli elicotteri, le sirene della polizia.‹È ora delle visite.›
Kirishima alzó la testa, scattando verso la porta della sua cella. La guardia gli sorrise, e lo condusse verso la sala visite. Deku e Uraraka erano lì, lo stavano aspettando. Erano passati due mesi dal crollo della fabbrica. Era tutto finito, i morti erano stati a centinaia, gli Heroes sotto copertura scoperti erano più di un centinaio, dei dispersi non si sapeva nemmeno la quantità. Kirishima era stato trovato con Kaminari e Bakugo sulle spalle, erano stati soccorsi, portati in ospedale. Dopo qualche giorno, Eijirou si era svegliato, era stato interrogato, aveva ammesso i piani del covo e le sue colpe. Fu processato immediatamente e gli fu dato solo un anno di carcere, dati tutti gli attenuanti. Deku salutó il corvino, che rispose felice e chiese come stava il suo Bakugo. Uraraka non ce la fece a continuare a sorridere. Kirishima sentì il cuore stringersi.
‹Sta bene?!›
Deku lo rassicuró immediatamente.
‹Sì, sì... È vivo, sta bene... Ma...›
I pugni sbatterono sul tavolo, attirando l'attenzione della guardia carceraria, che lo rimproverò. Prese un respiro profondo.
‹Ma...?›
‹Kacchan ha perso l'uso della gamba destra...›
Il mondo crolló. Era stata tutta colpa di un Villain se il suo Katsuki era un... disabile. Perché al processo era uscito fuori tutto, che l'esplosione era stata causata da un membro dell'associazione, in una probabile mossa suicida e omicida. Passarono lunghi minuti di silenzio.
‹Posso vederlo?›
Uraraka e Deku si guardarono, con un mix incredibile di emozioni negli occhi. La ragazza uscì, e tornó spingendo una sedia a rotelle. Kirishima si alzó di scatto e corse da lui, ignorando i richiami della guardia. Lo abbracció, gli chiese come stava, pianse. Pianse molto, moltissimo. Lo riempì di baci sulla testa, e Katsuki lo bació dolcemente sulle labbra. Era molto fiero di Eijirou. Stava pagando per quello che aveva fatto, aveva salvato lui e Kaminari, e lo amava ancora.
‹Dieci mesi.›
Sussurró il biondo, asciugando le lacrime di Eijirou.
‹Anche meno con la buona condotta...›
Rispose il corvino, tornando a sedersi sotto l'ennesimo ammonimento della guardia. Katsuki si sistemó dall'altro lato del tavolo, poi chiese a Deku e Uraraka di lasciarli soli.
‹Kaminari sta bene, era solo ferito alla testa, ma non credo possa diventare più stupido di quanto già è.›
Scherzó Katsuki, per alleggerire l'atmosfera.
‹E Jiro? Sta bene?›
‹Dovrebbe partorire tra qualche giorno... Ed è felice che possa essere presente anche il papà del bimbo...›
Kirishima sorrise, Bakugo si girava i pollici.
‹È tutta colpa mia... Non potrai più fare il lavoro dei tuoi sogni per colpa mia.›
‹Non. Permetterti. Nemmeno. Non è colpa tua, coglione. Mi hai salvato, e i colpevoli non possono essere identificati. L'unica cosa che puoi fare per me, è smettere di fare lo stupido e uscire il prima possibile, perché io ti amo, e se tu mi ami ancora nonostante questo...›
Indicó la sedia a rotelle sotto di lui.
‹... allora per me va bene tutto quello che faremo, se lo faremo insieme. ›
Eijirou sorrise con gli occhi pieni di lacrime. Amava Bakugo così fottutamente tanto. L'allarme che annunciava la fine dell'orario di visite suonó, ed Eijirou fu fatto alzare dalla guardia che si era avvicinata. Bastó un paio di occhi da cucciolo bastonato per farsi concedere un ultimo abbraccio a Bakugou prima del prossimo giorno visite. Si salutarono sorridendo, perché nonostante tutta la merda che avevano passato, si volevano ancora.Erano settimane intere che Touya si prendeva cura di Tenko. Dopo averlo ritrovato tra le macerie, se l'era caricato addosso e l'aveva portato nel suo appartamento, se così si poteva definire quel buco.
L'azzurino non riusciva a camminare a causa della rottura di entrambe le gambe, che però Dabi aveva prontamente medicato con ciò che aveva a disposizione. Non parlava però, e il corvino non capiva se per il trauma, lo shock o un problema concreto, ma di certo non poteva farlo controllare e lui non era abbastanza esperto.
Era così surreale, il ricordo di quella notte.
Toga era morta, e aveva visto il suo corpicino insanguinato, ma non aveva prestato attenzione, troppo sconvolto per Tomura. Se ne pentiva. Poteva salvarla, come poteva con tutti gli altri per cui aveva mai provato un minimo di affetto, ma almeno il suo Tenko era ancora con lui. Non importava se muto, rimaneva con lui. Ma i sensi di colpa certe notti erano così forti da farlo alzare dal divano e farlo andare a vomitare anche l'anima. Gli bastava il solo ricordo degli occhi spalancati di Himiko, del solito sorriso sparito, il sangue.
Inoltre, ovviamente, non aveva la minima idea che era stato proprio l'unico che aveva deciso di salvare a far esplodere tutto e a condannare a morte centinaia di altre persone, che stavano dormendo nei propri letti. Perché potevano essere dei criminali, dei ladri, dei ricercati, anche degli assassini ma nessuno di loro lo era per propria scelta. La vita li aveva messi davanti a dei problemi, e quelle persone avevano deciso di fare qualcosa, invece che rimanere fermi ad aspettare un aiuto che non gli sarebbe mai e poi mai arrivato, da nessuno.‹Deku, non è il fottuto momento di piangere. Se era lì, vuol dire che c'entrava qualcosa.›
Katsuki provó a consolare Izuku a modo suo, ma il verde non riusciva proprio a reggere la notizia. Il cadavere di Iida Tenya era stato trovato in mezzo alle macerie, vestito in borghese, mentre avrebbe dovuto trovarsi dall'altro lato del paese a svolgere il proprio lavoro. Dalle indagini, risultava che non era la prima volta che Iida aveva scritto nei documenti di missioni alle quali mai aveva preso parte in zone lontane della città, mentre poi andava in ben altri posti. E anche senza la testimonianza di Kirishima si era venuto a sapere. Fortunatamente, perché Eijirou tenne per sempre il segreto, con tutti tranne che con Bakugo. Ma Deku gli voleva bene, e la sua morte era stato un duro, durissimo colpo. Uraraka lo abbracció, mentre Kacchan decise di tornare a casa. Voltó la sedia a rotelle e uscì dalla stazione di polizia.---
Hihi
Il prossimo potrebbe essere l'ultimo capitolo
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»Villain I'm not - Kiribaku«
Fanfiction«Kirishima?! Perché cazzo sei con quelli?! Dove cazzo sei stato per tutto questo fottuto tempo?!» «Io... io non lo so più chi sia, il Kirishima di cui parli.» ~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo la sua misteriosa scomparsa avvenuta ormai al terzo anno del liceo, E...