»I'm not afraid anymore«

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«Bakugo!»
Urlò Kirishima, correndo verso il suo biondino preferito. Una volta raggiunto, gli posò il braccio dietro la testa, e iniziò a camminare in quel modo, senza che Katsuki contestasse o dicesse una parola. Era una fresca mattina novembrina, ed erano entrambi diretti a scuola. Stranamente quel giorno Kirishima non era stato ritardatario e aveva potuto fare un pezzo di strada col suo ragazzo. Nemmeno ci provava più Bakugo, a far svegliare in tempo Eijiro.
«Per domani abbiamo un sacco di compiti da fareee!»
Si lamentò improvvisamente Kirishima.
«Lo sai che puoi venire da me, cazzone.»
«Mi stai invitando a venire nella tua stanza?!»
Chiese molto sorpreso, stringendo di più Bakugo col braccio.
«Tanto saresti venuto comunque.»
Kirishima rise, e Bakugo sorrise a sua volta, però col viso rivolto da un'altra parte.
«E poi resto a dormire, vero?»
Bakugo sbuffò.
«Sai anche che non dormiremo, quindi smetti di fare il deficiente.»
Rispose sorridendo, mettendo giocosamente e con finta aggressività la mano sul viso del rosso. Quello la morse scherzoso, e Katsuki in risposta gli diede un buffetto sulla guancia con l'altra mano libera. Iniziarono a stuzzicarsi a vicenda, ridendo come due deficienti, non rendendosi nemmeno conto di essere arrivati di fronte ai cancelli della scuola.
«Buongiorno Kacchan! Buongiorno Kirishima!»
Si sentirono dire improvvisamente alle loro spalle. Si allontanarono l'uno dall'altro velocemente, e Bakugo tornò incazzato come al solito.
«Buongiorno anche a te, Midoriya!»
Rispose educatamente il rosso, ma Bakugo continuava a mormorare insulti sotto voce.
«Come va?»
Iniziò il discorso Izuku, e continuò a parlare per cinque minuti buoni, ovviamente era solo Kirishima a rispondere. Bakugo voleva solo strozzarli entrambi. Izuku poi si accorse di una ragazza davanti alla porta principale che lo chiamava agitando la mano, accanto a lei un altro ragazzo. Midoriya li salutò con la mano mentre si dirigeva verso
i suoi amichetti, Iida e Uraraka. La coppietta decise di rimanere ancora per un po' all'esterno. Era ancora presto dopotutto. Si poggiarono al muro esterno, quello che andava a formare la recinzione intorno all'edificio.
«Eijiro.»
Disse Katsuki, dopo degli interi minuti di silenzio. Era la prima volta che lo chiamava per nome in territorio scolastico. Doveva essere incazzato.
«Sì, Katsuki?»
Kirishima si sentì autorizzato a farlo anche lui.
«Odio quel nerd di merda... non parlare più con lui.»
Suonò come una specie ordine, in cui però si sentiva anche un misto di paura e dispiacere.
«Sei geloso?»
Sorrise malizioso.
«No. Vi spaccherei solo il culo ad entrambi quando vi parlate.»
«Ma Midoriya non ha intenzioni con me. Non serve essere gelosi, Katsuki.»
«E se volesse portarti solo via da me, perché sono uno stronzo? Se fosse la sua vendetta?»
«Ti sembra che sia il tipo che-»
«E se invece fosse davvero interessato a te? Cioè, cazzo... sei così fottutamente perfetto, e gentile e bello e lui è un coglione! È gentile con tutti e ti fa sempre gli occhi dolci! Io lo vedo sai?»
«Calmati per favor-»
«E lui è perfetto per te! È meglio di me...»
Passarono circa dieci secondi di silenzio. Katsuki aveva stretto così tanto i pugni da lasciarsi i segni delle unghie nelle mani.
«Hai finito di sparare cazzate?»
Chiese Kirishima, abbracciando Bakugo.
«A me non piace Midoriya, e a lui non interesso io. Non farti tutte queste paranoie.»
Bakugo non rispose.
«Io ti amo.»
Il biondo storse la bocca.
«Tu meriti di meglio.»
«Sei tu il meglio che io possa avere.»
«Sei così fottutamente sdolcinato.»
«E lo so che mi ami per come sono.»
«Coglione.»
E ancora abbracciati, si scambiarono un timido contatto di labbra. Il tutto senza accorgersi di Deku che li aveva visti dalla finestra della loro classe. Il verdino sorrise.
«Sono felice per te, Kacchan...»
Si disse, proprio nel momento in cui venne abbracciato da dietro da Ochako.
«Tutto ok, Deku?»
Il verdino chiuse le tende della finestra per impedire alla castana di poter intravedere Kirishima e Bakugo, che ancora ci davano dentro.
«Sì. Vorrei farti vedere un esercizio di matematica di cui non sono sicuro.»
E detto ciò, andò verso il suo banco. La ragazza lo seguì. All'esterno della scuola, i due ragazzi avevano preso nuovamente a ridere e scherzare. Kirishima voleva solo distrarre il biondo dalle paranoie inutili che si faceva.
«Entriamo adesso, sono arrivati Mina e Sero.»
Disse Kirishima, dirigendosi verso i due. Bakugo sorrise guardandolo andare dai suoi amici. Era stato fortunato. Come avrebbe fatto senza il suo Eijiro?

Essere costretto ad assistere ad uno spettacolo che non vuoi vedere è una specie di tortura. Ed in quel momento, Katsuki Bakugo stava venendo torturato per l'ennesima volta da quando era entrato in quel posto di merda. Da uno schermo in sala monitor, lui e Kirishima erano stati chiamati dallo stesso Shigaraki per assistere alla conversione di Denki. Ora c'era Toga col biondo nella stanza delle torture. Ad ogni coltellata alle gambe (che erano state tre, fino a quel momento) l'eroe rispondeva con scariche elettriche, che tramite il coltello, arrivavano alla manina della ragazza. Al quarto carico di volt che Toga ricevette, decise di mollare, e lasciar fare a Dabi. Dalle fiamme non ci fu modo di proteggersi. Le urla si sentivano tramite i microfoni. Bakugo provò a distogliere lo sguardo.
«Non proviamo a parlarci?»
Chiese a bassa voce, distrutto, Katsuki.
«Tra poco Tomura manderà qualcuno...»
«Mmh...»
Mormorò il ragazzo, in segno di consenso.
«Senti Katsuki io... riguardo quella cosa del riconquistarti...»
«Se non vuoi perdere tempo va bene, Kirishima. Possiamo anche essere colleghi e basta, puoi anche fare il cazzo che vuoi. Mi sono stancato di essere il tuo cagnolino del cazzo. Dovresti vedere altre persone ora come ora.»
Bakugo era rosso dalla rabbia dello sfogo.
«Non eri tu che mi cercavi come una cagna in calore?! Che volevi amarmi
«Ero io, sì. Un me spaventato, che aveva ritrovato l'unico uomo che avesse mai amato. Ma sai che c'è? Che sei uno stronzo. Credevo ci fosse ancora un Eijiro che si poteva salvare in te, una parte decente e non completamente ricoperta di merda. Ma adesso ho finalmente capito che il ragazzo che amavo è morto tre anni fa. L'ho capito grazie a te, Kirishima.»
Bakugo si alzò dalla sua sedia, gettò un'ultima occhiata al monitor.
«Vado dalle ragazze a vedere come procedono le modifiche al costume. Divertiti, Kirishima.»
E se ne andò. Eijiro era ancora lì, con gli occhi sgranati e il cuore che voleva uscirgli dal petto. Era stato appena mollato?

Katsuki ci aveva pensato tutta la notte a cosa dire. Era relativamente soddisfatto di come era riuscito a gestire la situazione. Ovviamente gli dispiaceva per Eijiro, ma se l'era meritato. Questo però non cambiava il suo piano iniziale di portarlo con sé via da quella gabbia di matti. Bakugo bussò alla porta di metallo.
«Bentornato Katsuki!»
Urlò una delle due ragazze.
«Sono venuto a vedere come stanno andando le modifiche.»
Spiegò lui, e l'altra ragazza lo guardò scocciata.
«Non ti fidi di noi?»
«Non è questo. È che, in realtà... volevo scappare per un po' dagli altri.»
Bakugo sentiva di poter essere onesto. Si erano rivelate due bravissime ragazze, scienziate ottime. L'unico guaio era che lavoravano per il lato sbagliato. Una, quella più allegra, si chiamava Riho. Era solare, gentile e curiosa, molto intelligente. Aveva lunghi capelli bianchi e ipnotici occhi color ghiaccio. L'altra ragazza si chiamava Saki. Aveva il capelli corti e castani, gli occhi sempre coperti da un paio di occhialoni da laboratorio. Era più fredda e indispettita della prima, ma anche lei era molto intelligente e cordiale, a suo modo. Riho gli mostrò il progetto. Aggiunta di cintura con granate, pantaloni più larghi, più spazio sulla cassa toracica. Erano le sole cose che voleva. Tanto ancora poco e se ne sarebbe andato.
«C'è tutto?»
«Sì... grazie Riho, grazie Saki...»
«No problem!»
Urlò la prima.
«Ci pagano per questo.»
Rispose la seconda.
Quelle due erano agli antipodi.
«Io vado. Ci vediamo.»
«Ciao!»
«Mmh...»
Uscì dal laboratorio, sospirando. Forse si stava mettendo troppo dentro quelle faccende, si stava ricredendo troppo su certe persone. Sospirò.
Tornò in sala monitor, ma la trovò vuota. Denki era svenuto sulla sedia, era solo nella camera. Gli dispiacque tantissimo, era uno dei suoi amici più cari. Lui era rimasto con lui dopo il rapimento di Kirishima, era stato ad ascoltarlo, ad abbracciarlo e a sostenerlo. Gli doveva tanto.
«Dopo andrai tu, Katsuki Bakugo.»
Gli disse Tomura, apparso sullo stipite della porta, interrompendo così il turbine di gratitudine che stava investendo l'ex biondo. Katsuki non rispose, ma annuì. Poteva provare a parlare con Denki, anche se per via dei microfoni sarebbe stato complicato. Non voleva perdere ulteriore tempo; si diresse verso il laboratorio.

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Hii!!
Buon anno a tutti piccini!
Come vi è sembrato il capitolo?
Volevo far capire quanto Bakugo fosse fragile anche da "piccolo"
Spero di esserci riuscita

Byeee~

(Se ci sono errori di scrittura ditemelo che ho riletto solo tre volte🙄)

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