Katsuki era andato in sala comune, ancora incazzato dalla conversazione che aveva avuto qualche minuto prima con Kaminari. Aprì un pensile del piccolo cucinino e tirò fuori delle bustine di tè nero, ne prese una e posò il pacco al suo posto. Prese una tazza e un pentolino che riempì d'acqua, lo mise a scaldare sul fornello e si mise ad aspettare che arrivasse a punto di ebollizione.
«Katsuki, posso parlarti?»
Una voce alle sue spalle, una schiena poggiata contro la sua. Si scostò da Kirishima guardandolo male, l'ex rosso sospirò, ma evitò di fare commenti che avrebbero solo peggiorato la situazione. Bakugo rimase in silenzio, aspettando che l'altro parlasse.
«Io... volevo solo dirti che mi dispiace.»
Provò Kirishima, ma Katsuki sembrava più concentrato sull'acqua in ebollizione che alle sue scuse.
«Katsuki, ti prego...»
«Non me ne faccio un cazzo delle tue scuse, Kirishima.»
Disse mentre versava l'acqua bollente all'interno della tazza.
«Perché mi chiami per cognome? Speri che questo mi scoraggi?»
Katsuki non rispose.
«Non me ne frega un cazzo se vuoi allontanarmi,»
Ringhiò aggressivo, portando le sue mani sulle natiche dell'altro, che provò a sottrarsi dalla presa forte, ma venne malamente sbattuto e messo a piegato in avanti a novanta grandi sul piano della cucina. Kirishima si piegò per sussurrare al suo orecchio. Bakugo sentiva la presenza dell'altro premere contro di lui.
«Tu sei mio e basta. Non voglio che ci separiamo ancora.»
Finì, prima di mordere l'orecchio di Katsuki. Quest'ultimo gli mollò una testata sul naso con tutte le sue forze, facendolo sanguinare e liberandosi di conseguenza. Aveva le lacrime agli occhi.
«Sei uno stronzo! Tu non sei così, cazzo!»
Urlò, iniziando a piangere rumorosamente, pur sempre continuando a urlare.
«Tu! Tu non mi avresti mai fatto questo! Non mi avresti mai toccato senza il mio permesso, non mi avresti fatto soffrire! Tu non sei il ragazzo che amo, porca puttana! Hai solo il suo fottuto aspetto, cazzo! Perché deve essere tutto così di merda?! Io... io volevo solo... dimenticarti...»
Fu interrotto da una scossa dovuta al pianto isterico. Prima che Eijiro potesse intervenire, però, ricominciò a parlare.
«Io sono solo un povero stronzo che voleva dimenticare un altro stronzo. Quando finalmente credevo di poter ricominciare, di potermi distrarre col lavoro, arrivate voi e questa cazzata di associazione, mi torturate, mi stuprate, mi distruggete pezzo dopo pezzo... e per te... per te dovrei almeno contare qualcosa... ma... ma sei solo un pezzo di merda e non te ne frega un emerito cazzo!»
Pianse ancora, mosso da rumorosi singhiozzi e respiri affannati. Eijiro divenne rosso per l'imbarazzo, per il senso di colpa. Provò ad avvicinarsi per abbracciarlo, e nonostante un tentativo iniziale di spingerlo via, Katsuki si lasciò stringere dalle braccia forti di Kirishima.
«Stronzo.»
Sussurrò ancora, mentre Eijiro gli accarezzava la testa, con le lacrime agli occhi e lo sguardo da pesce lesso. Fissava il vapore che fuoriusciva dalla tazza. Era inutile scusarsi in quel momento, era inutile restare lì con lui. Sciolse l'abbraccio e lasciò il ragazzo solo davanti al cucinino, che ancora piangeva, stringendo le braccia attorno alle sue spalle, come in un tentativo di consolarsi.Che ti prende? Ti senti in colpa? Sei dispiaciuto? Ti fa male lo stomaco? Sì? Bene. Perché è tutta colpa tua se lui sta così. È colpa tua che scacci i ricordi e ti comporti come un orco, è colpa tua che non vuoi riabbracciare il tuo lato buono, il tuo vero te. Sai che non è virile come cosa, scappare dal passato? Stai piangendo? Non eri un uomo grande e cattivo, Kirishima? Non sei il più forte? Un toro scatenato, una carogna, uno stronzo? Che c'è? Perché continui a lamentarti? Smettila e reagisci, stupido.
Ma io non ho fatto nulla di male. Io sono solo una vittima degli eventi. Smettila di farmi sentire così di merda, cazzo! Ah, devo smettere? Ma io sono te, non puoi zittire te stesso. Ma io... io non... io voglio cambiare. Voglio migliorare per lui. Ormai non credi che sia leggermente troppo tardi? L'hai distrutto. È andato! No! Non è vero. Posso cambiare. Non puoi. Io non sono così. Sì, invece. No, cazzo! Io sono migliore di così! Devo smetterla con questa farsa! Oh caro, non è una farsa né una recita, questo è il nuovo te. Hai imparato ad interagire con dei cattivi, e loro ti hanno cambiato. Ormai non puoi scappare. Sì che posso. Io devo farlo per Bakugo, altrimenti mi odierà... Ma lui già ti odia. Cosa? Lui ti odia già. Non ti sopporta, non ti ama, non vuole nemmeno vederti. Mai più. Ma cosa farò senza di lui? Sei stato per tre anni senza di lui, puoi farne a meno. Ma ora che l'ho ritrovato non voglio più scappare da lui. È inutile! Smetti anche solo di pensare di tornare come prima!
Eijiro si dette uno schiaffo sul viso. Aveva la mano sporca di sangue. Non si era ancora curato la botta sul naso. Notò che stava piangendo. Urlò, sbattè il pugno contro alla parete.
«Sono tutte stronzate. Stronzate!»---
Capitolo mooolto più corto del solito, ma è per far capire meglio i pensieri di Kirishima. Come vi è sembrato?
Cosa succederà?
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»Villain I'm not - Kiribaku«
Fanfiction«Kirishima?! Perché cazzo sei con quelli?! Dove cazzo sei stato per tutto questo fottuto tempo?!» «Io... io non lo so più chi sia, il Kirishima di cui parli.» ~~~~~~~~~~~~~~~ Dopo la sua misteriosa scomparsa avvenuta ormai al terzo anno del liceo, E...