Capitolo 3. Dimentica quegli occhi!

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Ciao ragazzi! Prima di iniziare il racconto ci tenevo a dirvi che mi fa piacere che qualcuno abbia visto la mia storia. Potreste votarla se vi va? In questo capitolo succederà qualcosa di bellissimo. Leggetelo e non soffermatevi sulle prime righe. Un bacio.

Uscii dalla vasca un'ora e mezza dopo. Mi ero addormentata ed era ancora sera presto. Infilai l'accappatoio e misi le pantofole a forma di maialino, le amavo quelle cose! Erano morbidissime; feci andare via l'acqua dalla vasca e la sciacquai lentamente, sedendomi sul bordo e tentando di non perdere l'equilibrio per poi precipitare nell'acqua quasi assorbita dal tappo. Una folata improvvisa di vento mi fece rabbrividire. Avevo lasciato da qualche parte nel mio appartamento una finestra aperta. Novembre era alle porte, faceva ogni giorno sempre più freddo ed io mi dimenticavo perennemente di chiudere una delle finestre. Mi strinsi la cinturina in spugna dell'accappatoio e mi 'avventurai' alla ricerca della finestra aperta. Il mio appartamento era abbastanza grande. C'erano due camere da letto, la mia OVVIAMENTE, ed un'altra riservata agli ospiti. La cucina, due bagni, una cabina armadio, la lavanderia e due salottini completavano il tutto. -Eccoti.- dissi non appena vidi la finestra della cucina aperta. La chiusi e tirai le tendine in raso che avevo comprato qualche giorno prima.

Mi sedetti sullo sgabbello della trousse che troneggiava in camera mia e mi spruzzai un pochetto di Acqua Profumata della Guerlain sul petto e sulle braccia. Tirai fuori dal cassetto del comò un completino intimo di pizzo rosa antico e me lo misi. Profumava ancora di lavanda! Uhmm... Annusai altre due o tre volte il reggiseno e poi lo legai dietro alla schiena. Dal secondo cassetto dello stesso mobile presi una canotta di cotone ed una vestaglia in raso bianco e così finii la mia mise da casa. Mi stesi sul divano in pelle del salotto e accesi il televisore. Faceva freddo e così scelsi di mettermi una coperta in pail (leopardata e con i bordini rosa, per la precisione). Presi un pezzo di cioccolata fondente Ritter dal vassoietto sul tavolino accanto al divano e mi accoccolai ben bene,pronta per guardare un altro episodio di Shopping Night. Stava iniziando. Ero con le orecchie ben tese, dovevo ascoltare tutto ciò che era necessario sapere, come consigli di moda ed altre cosette che un giorno mi sarebbero potute essere utili. Lo so, ero letteralmente drogata di quel coso. 

Ma la prima cosa che udii non fu la sigla del programma.

Qualcuno aveva suonato alla porta. "Merda." mi dissi, non volevo perdermi l'inizio. Corsi ad aprire, curiosa però, di chi potesse essere la persona che aveva pochi istanti prima bussato alla porta.

Aprii e mi ritrovai davanti un ragazzo. Aveva un'aria familiare, e infatti lo riconobbi subito.

-Oh cazzo. Ancora tu?!- gli dissi. Lo stronzo che adesso stava davanti a me era infatti lui, quel tizio che mi aveva quasi rovinato il vestito quella stessa mattina e che avevo ormai rimosso dalla mia mente. Mi osservava, dalla testa ai piedi, tentando di riuscire a guardare oltre la mia vestaglia semi trasparente. -Siamo molto irritabili, direi!- mi rispose divertito. -Smettila.- dissi acida.- Che ci fai qui?- gli chiesi. -Beh, stamattina ho trovato questo- Indicò un bigliettino che aveva nella mano destra.Cazzo, Cazzo cazzo cazzo! Era il mio biglietto con numero ed indirizzo di casa, mi doveva essere caduto quando quell'idiota patentato si era scontrato con me quella mattina stessa. -Che vuoi?- Gli chiesi guardandolo torva. -Non so nemmeno come ti chiami! Che vuoi da me? Chi ti ha dato il diritto di venire a rompermi le scatole a quest'ora della sera?! Uffa! -. Incrociai le braccia in attesa di una sua risposta. Alzai la testa leggermente e notai nuovamente la luminosità dei suoi occhi verdi. Cazzo, perché ci sprofondavo dentro ogni qualvolta li guardavo?.

-Beh, ti ho semplicemente portato questo.- Mi rispose con aria di sufficienza come se non avesse ascoltato una singola parola di quello che avevo detto. Tirò fuori dalla tasca del jeans troppo stretto il mio amato rossetto; come avevo fatto a non aver notato la sua assenza?. Glielo strappai di mano sebbene con un minimo di delicatezza. Poi notai che mi stava fissando. -Ohw... Beh.... Grazie allora- dissi. Che grande figura di merda! -Di niente.- mi disse con aria maliziosa. Aveva notato le mie pantofole. Caddi in un imbarazzo pauroso. Fortunatamente distolse subito lo sguardo da esse. Adesso aveva un altro obbiettivo. Continuava a guardare la scollatura della mia vestaglia, avevo scelto proprio la più provocante, Fanculo.

-Beh... Adesso vado.-  Lo guardai negli occhi e poi risposi. -Si... Vai-.

Quando chiusi la porta continuavo a pensare ai suoi occhi. Cazzo, erano meravigliosi. Quando li guardavo perdevo il senso dell'orientamento e ci affondavo dentro. In fondo, era stato carino no? Mi aveva riportato il mio amato rossetto!

Corsi sul divano a vedere Shopping Night. "Non mi attrae quel ragazzo, neanche un pochetto. Decisamente". Mi dissi

una volta riacquistati i sensi. Ma c'era una cosa che non mi era mai successa.

NON ERO MAI CADUTA NEGLI OCCHI SI QUALCUNO.

RAGAZZO MISTERIOSO'S POW.

Quando chiuse la porta, iniziai a fantasticare sui suoi meravigliosi occhi. Cavolo, erano meravigliosi. Verdi, grandi e magnetici. Ma non mi piaceva lei, nè tantomeno mi attirava, proprio no. NO, NO  E NO. Io avevo già una ragazza ed era sicuramente migliore di quella schizzofrenica dalle belle curve che avevo visto pochi minuti prima. Salii in moto e mi diressi verso casa. Stavo quasi dimenticando il suo sguardo, gli occhi di quella dea suscettibile quando mi posi un interrogativo. Perché le avevo riportato indietro il rossetto? No, Non stavo mentendo a me stesso. Glielo avevo portato per gentilezza, tutto qui.

E perché glielo avevo portato per gentilezza?.

Oh cazzo, dovevo dimenticarmela. Girai l'angolo e poi svoltai a destra. Non riuscivo a smettere di pensare a lei. "Merda" mi dissi mentre accelleravo, magari l'adrenalina me l'avrebbe fatta dimenticare.Ma mi venne in mente quello che era successo quella mattina stessa. Lei, distratta dal suo caffè fumante ed io, che non le butto per poco tutto addosso. Aveva un vestito che s'intonava ai suoi occhi.... meravigliosi occhi..... NO. Dovevo smetterla. Parcheggiai la moto in fondo alla strada e mi diressi verso un bar. Erano le 9. Senza rendermene conto stavo guidando la mia moto da più di due ore. Era preoccupante la situazione in cui mi trovavo. Avevo pensato per 120 minuti solo a quello sguardo magnetico? Naaah, era solo un'impressione. Mi sedetti al bancone e mi scolai 4 bicchieri di vodka, intento a berne degli altri. Ecco, così dovevo dimenticarmela.

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