Capitolo 17. No

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Mi avvicinai lentamente al bancone e mi sedetti accanto a lui senza guardarlo.

Lui mi fissò e iniziò a tamburellare con le dita sul marmo fin quando non persi la pazienza.  -Smettila- dissi in cagnesco, sempre senza distogliere lo sguardo dalle mie scarpe. -La smetto quando mi pare- ridacchiò lui, lo stronzo. -Mi aspettavo un saluto migliore...- continuò sorridendo. Giuro che gli avrei cavato un occhio. -Non ti dovevi aspettare nessun saluto.- risposi acida. -Allora perché volevi salutarmi prima?!- disse con fare divertito continuando a sorridere.

-Credimi, non volevo salutarti.- alzai lo sguardo incrociando il suo, che si abbassò in quello stesso istante. -Ah si? Non mentirmi Chloe Taylor- mi sussurrò in un orecchio. Mi venne la pelle d'oca, e tentai di trattenere il sorriso che mi era cresciuto sulle labbra. -Non volevo salutarti idiota, lei voleva che io ti salutassi.- E indicai Lizzie che nel frattempo fingeva di parlare con un ragazzo per spiarci.

-Ah, e come sapeva lei della mia esistenza? Insomma, questo implica che tu le abbia parlato di ME .- Si indicò da solo e spostò il ciuffo dei capelli con un cenno della testa. -Non le ho parlato di te!-. urlai e lui scoppiò a ridere. -Smettila di mentire cazzo! Dillo che ti piaccio.-

Mi bloccai e poi sospirai, fingendo di essermi distratta dalla canzone che avevano mandato in quel momento. -Non mi piaci stronzo!- urlai e chiesi una tequila con cioccolato al barista. -Ti piaccio- ribattè lui. Mi aveva stancato. Lo sapevano tutti che non mi piaceva. Perché era così no? Giusto?

Sorseggiai un po di quel nettare degli dei e poi ripresi. -Senti, se credi di piacere a tutti ti sbagli. A me non piaci chiaro?- gli puntai il dito contro e lui indietreggiò, ridacchiando, OVVIAMENTE. Non sapeva fare altro che quello lui. -Io ti piaccio, piaccio a tutte io-. Alzai gli occhi al cielo e bevvi un altro sorso. -Cazzo, per la ventesima volta. Non mi piaci. Fattene una ragione.- mi scostai con lo sgabello leggermente, per mantenere ancora di più le distanze. -Che c'è hai paura che ti rapisca e ti chiuda nel bagno per scoparti? Perciò prendi le distanze?- sorrise e mi guardò negli occhi. -Anche- dissi con non chalance e presi a giocare con il bottone della giacca di jeans. -In effetti, un pensierino su di te ce l'avrei...- rispose e rise. -Beh, io non sono una puttana, quindi non credere che verrò a letto con te capito?- urlai. -E chi ha parlato di andare a letto con te!- ridacchiò maliziosamente.  -Adesso che sappiamo che vuoi però ...- continuò.

-Sei uno stronzo- dissi e scesi dallo sgabbello. Camminai a passo svelto, fin quando qualcosa non mi sfiorò il fianco. Qualcuno mi prese per il polso, tirandomi a sé.  Era ancora quello stronzo di Luke. Lo guardai negli occhi, così come fece lui, ma nessuno provò a distogliere lo sguardo. -Non volevo offenderti- mi sussurrò in un orecchio. -Scusami Chloe.- proseguì.  -Smettila.- dissi una volta realizzata la situazione.  -No- rispose lui.

-Tu mi piaci, Chloe Taylor-. Posò la mano sul mio fianco, percorrendo la schiena nuda e fredda lentamente. Un brivido mi attraversò di nuovo. Luke sorrise e mi prese il mento con le mani, avvicinandomi alle sua labbra.-Scusa- ripeté e le mie e le sue labbra si sfiorarono, toccandosi. Il mio cuore batteva fortissimo, sapevo che cosa sarebbe successo.

-Baciami- mi disse soffiando sulle mie labbra. -N-non p-osso-. tentai di trattenermi. -Baciami- continuò e mi baciò il collo. -No.-

-Allora ti bacio io- disse e appoggiò le sue labbra sulle mie. Man mano che andava avanti, la sua lingua si infilava sempre di più nella mia bocca, fino a farmi perdere la ragione. La mia bocca e la sua erano in completa sintonia, quasi come i pezzi di un puzzle. Tutto quello che c'era intorno a me si fermò.  Adesso c'eravamo solo io e lui.

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