Capitolo 4. Al diavolo la LOVE STORY

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Mi svegliai sul divano in pelle. Mi ero addormentata lì sopra. Guardai l'orologio del salotto. Erano le 10 del mattino. Sbadigliai e andai in cucina; tostai una fetta di pan carrè e, una volta calda vi spalmai sopra del burro e del miele d'acacia. Amavo fare colazione in quel modo. Presi un bicchiere dalla credenza ed accesi il telefono. Mentre l'immagine della mela mangiucchiata dell'Apple compariva sul mio Iphone 5S bevvi un sorso di succo di mirtillo e addentai il toast. Ma un rumore,la vibrazione del telefono per essere pignoli, mi fece sobbalzare; sulla schermata compariva un numero sconosciuto e sotto c'era un messaggio di cui potevo vedere solo l'inizio. Sbloccai la schermata e premetti il dito sull'icona dei messaggi. Ero troppo curiosa.  "Vediamoci stasera sulla 5th avenue, alle otto e 10 Luke Harris. PS. Sei bellissima con quelle pantofole! Ahahaha". Porco cane, ma quello mi perseguitava!? Cioè, che voleva da me? ANCORA? Ci mancava solo che mi volesse dare un'altra cosa caduta dalla mia borsa il giorno precedente!. Mi alzai e corsi sotto la doccia. Amavo, lo giuro, lo amavo, il profumo di quel benedetto bagnoschiuma. Aveva un odore irresistibile. Uscii dalla cabina doccia e mi asciugai velocemente. Presi il primo vestito che trovai nell'armadio e mi preparai. 45 minuti dopo ero in auto, con uno skinny jeans ed una polo. Accesi un po la radio. C'era "Love Sory" di Taylor Swifth. Iniziai a canticchiarla senza badare al testo. Poi mi ricordai del messaggio di quel Luke Harris. Dovevo valutare ancora se andare all'appuntamento o no. Rimossi questo pensiero dalla mente ma quando la canzone disse "It's a love story baby just say YES"  pensai ai suoi occhi verdi. Mi stavo letteralmente incantando , tanto che a momenti avrei investito un'anziana con un cagnolino di taglia piccola ed una donna che spingeva un passeggino. "Porca puttana, c'è mancato tanto così" mi dissi sospirando, poi tornai a pensare a lui. Perché, perché cazzo doveva tormentarmi? E poi, quegli occh, quegli occhi mi avevano catturato, era frustante. "Non ci andrò. Punto e basta." Mi dissi ripetutamente  mentre la canzone continuava a ripetere quella frase che mi dava il tormento "It's a love story baby just say yes".

"Al diavolo la Love story" mi dissi e scesi dall'auto.

LUKE HARRIS'POW.

Dopo averle inviato quel messaggio mi resi conto di quello che avevo fatto. Cazzo, avevo scritto a quella ragazza dagli occhi calamita. Ero letteralmente ubriaco, e l'intento di dimenticarla bevendo vodka aveva causato l'effetto opposto. Non ricordavo se avessi continuato a pensare a lei anche da ubriaco, ma credo che l'avessi fatto perché altrimenti non le avrei inviato quel fottutissimo messaggio. Cazzo Cazzo Cazzo. Che stronzo che ero. Avevo scritto a quella pazza da manicomio dicendole che l'avrei voluta incontrare sulla 5th avenue. Ma che mi era passato per la mente?Bah, a volte credo di essere un grandissimo imbecille!

Per un attimo una scena mi passò attraverso la mente. Mi ricordai di quel che avevo immaginato la sera prima pensando (merda) a lei. Ma un istante dopo non ricordavo più neanche quello. Era l'effetto che aveva l'alcool su di me. Ma dopo tutto,quell'effetto lo faceva su chiunque si scolasse un'intera bottiglia di Vodka. Adesso per fortuna, sebbene ancora un po stonato, ero lucido ed  iniziai quindi a sospettare di me stesso, pregando di non aver immaginato cose erotiche su di lei durante la notte. Merda, non potevo andare a quell'appuntamento.

Ne ero convinto, non ci sarei andato, NONONONONO.

Chiusi gli occhi e due fari verdi mi si puntarono davanti. Anche involontariamente il mio cervello trasmetteva continue immagini su di lei. Cazzo, dovevo andare a quell'appuntamento. Non potevo più mentire a me stesso. Mi piaceva, punto e basta.

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