Capitolo 14. Night Club

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Parcheggiai la mia Audi A1 in una zona del centro vicina al Night Club, il locale più trendi di Brookling. -Dobbiamo fare presto, ti ricordo che siamo in ritardo-.

Lizzie mi aveva proprio stancata. Lei e quell'orologio del cazzo, ma non poteva chiudere quella boccaccia di merda una volta ogni tanto. Bah, adesso ricordo perché non mi fosse tanto simpatica. "E allora perché l'hai invitata?" mi domandai. Era meglio non pensarci, brutta coscienza delle palle. Mi ostinai a non risponderle e proseguii dritta tentando quasi di seminarla. Per grazia del Signore arrivammo dopo pochi minuti di cammino. Il Night Club era una discoteca aperta alla visuale di qualunque passante, ciò voleva dire che non era il posto adatto dove nasconderti. Era tipo la Sainte Chappelle. "Oh andiamo!" mi dissi nella mia testa ANCORA. "Come si fa a paragonare la Sainte Chappelle ad un locale di merda?!". Ok, ero impazzita e avevo tanta voglia di strangolare la Chloe Taylor che mi sussurrava quelle perle di saggezza che.... Ripresi i sensi e mi auto spiegai che intendessi dire con quel paragone.

Intendevo dire semplicemente che "Il y a seulement vitraux au Nuit Club". (ci sono solo vetri al Night Club). Dissi quella frase in francese, e i miei ricordi affiorarono a circa dieci anni prima e passa.

Quando ero alle medie avevo una prof di francese prefetta. Una donna in gamba, lei. E quella frase, quella dei VITRAUX, che vuol dire 'vetrate' tecnicamente, era una di quelle che ci faceva ripetere spesso, ovviamente solo quando studiavamo la civiltà e i monumenti francesi, tra cui ovviamente c'era la Sainte Chapelle

-Signorina, il biglietto.-

Una voce roca mi distolse dai miei sogni ad occhi aperti. 

Mi girai; Lizzie aveva fatto la faccia storta, e cavolo ci avrei scommesso che l'avrebbe rimessa su, quell'espressione da corna.  《Oh, si ehm... certo》 balbettai per l'imbarazzo porgendo i due pezzi di carta al buttafuori. Quanto ero rimasta lì a girovagare per i miei ricordi?Era meglio non indagare. E poi e che cazzo, anche in quei momenti dovevo fare figure di merda?

Ero proprio la finezza fatta persona quella sera, avevo detto più o meno 15 parolacce di fila. Va bene che le avevo dette nella mia mente, ma questa la considero comunque come una cosa sbagliata. 

LUKE'S POW

Parcheggiai la moto in una zona riservata ai veicoli a 2 ruote e poi corsi in direzione del Night Club, dove Dana mi aspettava. Sebbene fosse buio pesto e in giro non ci fosse anima viva, riuscii a cogliere il fracasso proveniente dal locale dove dopo pochi minuti avrei incontrato la mia "ragazza". Eh sì, a chi volevo fottere, io amavo Chloe Taylor e per di più uscivo con Dana Buckster, bene, ero proprio fedele alle ragazze io. "Calmati e non cominciare a pensare a LEI". mi dissi. Sospirai e schioccai le dita.

-Amore, sei in ritardo- Dana mi accolse  con  voce seccata. Mi ero dimenticato dell'accaduto di qualche pomeriggio prima, di quando avevo quasi BACIATO Chloe e di come non avessi fatto caso al fatto che l'avevo letteralmente trascurata. -Tesoro, scusa- le dissi e le baciai la bocca. -Fa niente- disse lei abbozzando un sorrisino. -Ma adesso portami a ballare- rispose in tono malizioso. Sarebbe stata una lunga notte e non lo dicevo in modo ironico. Lo sarebbe stata davvero.

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