Il grande silenzio dell'immensità

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La casa di Josh era un enorme struttura che si distingueva dalle altre per la sua superiorità.

Tutto in quella casa equivaleva al doppio di ció che c'era in una casa normale.

Il giardino era il triplo di quello dei vicini, il numero delle finestre era il doppio, e quello dei piani era il quadruplo.

Tutto in quella casa era più grande all'apparenza ma se si entrava al suo interno, mancava quel calore, quell'amore che tutto le case dovrebbero avere.

Era come un bambino appena nato, completamente spoglio e nudo, solo che questo bambino non piange, perció non vive.

Quella casa era meravigliosa e tutti restavano ammaliati alla prima vista ma non si erano mai chiesti come e cosa ci fosse dentro.

Non sapevano se quella casa racchiudeva un dolce profumo di vaniglia come in tutte le case della florida oppure era solo un povero buco.

Nessuno sapeva se chi ci viveva era un antenato di non si sa quale famiglia o altro.

Nessuno si era mai domandato se in quella casa ci fosse qualcuno di vivo.

E in effetti l'immagine che la struttura donava non era molto fedele a ció che invece racchiudeva.

Quella casa era praticamente disabitata dove in teoria vivevano i genitori di un ragazzo che non si era mai visto.

Era una casa infestata da fantasmi inesistenti.

Josh era un fantasma, l'unico che abitava realmente quella casa.

Era solo in quell'immensità.

Quella casa racchiudeva tutti i momenti peggiori (perchè di migliori non ce n'erano molti) dell'esistenza di quel povero ragazzo che aveva messo fuori il piede da casa si e no 20 volte in tutta la sua vita.

Ogni giorno la gente si fermava ad ammirare ma mai e poi mai si era fermata per suonare il campanello e chiedere se ci fosse qualcuno.

Ma nonostante questo, quella casa era la cosa più viva tra tutto ció che la circondava.

Per il semplice motivo che aveva vissuto vite e vite prima di rendersi conto che quella era la sua vera possibilità e che sotto sotto non ce ne sarebbero state altre.

Josh si trovava come tutti i giorni della sua vita a giocare alla

playstation con un solito gioco di guerra.

Ormai era riuscito ad allungarsi i pollici di 5 cm dato il suo continuo movimento.

I suoi ovviamente erano fuori per lavoro e ormai riusciva a vederli solo il giorno del ringraziamento o a Natale.

Per il resto le loro vite erano completamente diverse.

Josh non aveva nessuna strana fobia che lo costringeva a restare a casa, semplicemente sosteneva la sua teoria in cui diceva che uscire fuori dalla porta di casa significava sfiorare la morte con un dito, e solo se fossi stato fortunato non ti avrebbe rapito completamente.

Lui sapeva che in fin dei conti se usciva ogni tanto non sarebbe si certo morto solo che, gia non si trovava a a suo agio con se stesso, figuriamoci con altra gente sconosciuta.

Ovviamente quella giornata sarebbe stata uguale alle altre e infatti non varió nulla.

Passó la mattinata a giocare alla playstation e verso le due del pomeriggio si fece un panino con tonno e pomodoro.

Ormai i pollici cominciavano a fargli male perció decise di buttarsi sul divano e guardare la tv.

Cominció a fare zapping tra i canale finchè non arrivo ad un programma "Incinta a 16 anni".

"Gesù ma è completamente inutile" pensó il ragazzo che incuriosito continuo a guardare.

Effettivamente era un solito programma per poveri idioti che volevano fingere di capire cosa si prova ad ottenere responsabilità come un figlio ad un età in cui il tuo primo pensiero la mattina è il sesso sfrenato con un ragazzo figo che conosci la sera in discoteca.

Era un offesa alla società "del cazzo" come diceva Josh, che si ritrovava a vivere.

Una società cosi merdosa dove gli autolesionisti si tagliano solo per postare le loro foto su social network insignificanti per sentirsi dire i soliti merdosi commenti del tipo "Non farlo, ci sono passata e ti posso aiutare...Sei stupendo/a"...Che cosa ridicola!

Josh, in effetti odiava l'epoca in cui era nato e ogni tanto pensava a come sarebbe potuto essere nascere negli anni 50-60, dove probabilmente lui sarebbe stato un Hippi che passava le sue giornate a farsi canne o roba varia, ma l'avrebbe di sicuro preferito alla vita del cazzo che stava sopportando.

Anche quella triste giornata calda di fine giugno finì e come al solito nessuno bussó alla porta della casa possente di quel quartiere della Florida.

La vita ha i capelli bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora