Hands taking

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Il mondo è pieno di miseria.
Ti giri nei quartieri malfamati, di quelli che si trovano in posti mezzi desolati come la Sicilia, e vedi solo sabbia. Nessun marciapiede, nessuna auto. Solo sabbia. Sabbia nata dal rancore di gente fuggita via, sabbia nata dalla paura di gente rimasta a vita intrappolata in quel labirinto, sabbia generata dalle lacrime di quei bambini... Bambini con lo sguardo buio, simbolo che hanno già capito come funziona il mondo: con la legge del più grande.
Ma la miseria si trova anche nei quartieri alti di New York, dove c'è gente che se ne va in giro con quel cazzo di chiuaua,che sembra tutto tranne che un cane, e la borsa firmata Gucci. Gente di classe, nobile ma pur sempre con lo sguardo vuoto e perso in una vita priva di bellezza se non quella materiale. La miseria si cela dietro ogni cosa, sia preziosa che malfamata. La miseria è quella scia che ogni persona si porta dietro, è quella sostanza che ognuno tiene dentro. La miseria è tutto quel male rinchiuso nel bene. La miseria è l'uomo.

****

-Galy?- la chiamó dolcemente Josh.
Si era addormentata con lui la sera prima, come quando tutto era normale, o meglio fingeva di esserlo.
-Hei piccola...- continuó Josh accarezzandole la guancia.
Galy aprì lentamente gli occhi svelando a Josh quei suoi due zaffiri.
-Hei....- rispose tenendo lo sguardo basso.
-Dormito bene?- chiese il ragazzo.
-No. Veramente ho dormito di merda, non mi sento più la schiena...- si stiracchió.
Josh rise.
-Peró... Mi sembrava tutto semplice. Ed è stato bello.-
-Anche per me...-
Silenzio. Vuoto e incolmabile.
Come loro.

***

-Signore, la ragazza non vuole che Josh venga nell'istituto e singeramente ho timore anche io...-
-Timore? Sei uno psicologo caro! Non puoi avere paura dei tuoi pazienti!-
-Non ho paura dei miei pazienti... È solo che insieme... Hanno comportamenti assurdi, voglio dire... Hanno solo voglie suicide! Io ho paura che Galy non possa superare la terapia...-
-Senti, i nostri pazienti superano sempre la terapia! Sempre a prescindere dai loro turbolenti passati... E se non le passa con farmaci e gruppi di sostegno ricorreremo al...-
-All'elettroshock?- chiese sbalordito l'infermiere di Galy.
-Si-
-No signore... È assurdo!-
-Si vede proprio che non sai come va il mondo ragazzo.- rispose il direttore dell'istituto dando una pacca sulla spalla dell'infermiere.

***

-Josh!- lo chiamó Galy dal bagno.
-Che c'è?-
-Scappiamo?-
-Ma che dici Galy!-
-Josh, scappiamo! Andiamocene nell'Alabama, Wiskonsin, o nel Ohio!-
-Galy.... Non possiamo scappare... Siamo in terapia-
-Proprio per questo!- Galy aprì di botto la porta del bagno svelando il suo corpo nudo, bianco cadaverico e più magro del solito.
Josh passó la sua mano lungo le sue ossa sporgenti. Le sfioró delicatamente le costole facendola gemere per via del solletico. Si avvicinó di più a lei che gli scompiglió i capelli corivini. Josh cominció a darle leggeri baci sul collo.
-Non possiamo andarcene Galy...- disse tra un bacio e l'altro.
-Nessuno ce lo impedisce...- continuó Galy prendendo tra le mani il viso del ragazzo.
-Ti prego Josh...-
Josh smise di lasciarle sulla pelle pallida quei dolci baci e avvicinó maggiormente il corpo a quello della ragazza, eliminando così la distanza presente tra loro.
Poggiò la sua testa contro quella di Galy che lo guardava speranzosa.
-Galy.... Non si puo.- disse infine lui con una voce sensuale e sommessa.
Galy sospiró accarezzando la guancia di Josh.
Gli diede un casto bacio sulle labbra e se ne andó di nuovo in bagno a prendersi i vestiti.

***
-Josh?- chiese l'infermiere bussando alla porta della sua stanza.
-Ciao.- disse Josh una volta aperta la porta.
-Hei, senti. Se sei pronto vorremmo partire... C'è andiamo all'istituto...-
-Umh okay... -Si incupì Josh.
-Hei... Infermiere di cui non so il nome... Ma poo avró una vita normale?-
L'infermiere sorrise amorevolmente.
-Certo.-

***
Salirono in macchina, prendendosi per mano in modo tale da impedire all'ansia di impossessarsi del loro corpo.
-Hei- disse Galy a Josh notando l'oscurità del suo volto.
-Hei.- rispose lui turbato.
-Dai, ascoltiamo un pó di musica?- disse Galy snodando le cuffiette del suo iphone.
-Group?-
-Group.-
I due risero, ricordandosi di quando ascoltarono per la prima volta Let me In. Sembrava una vita fa! In quel periodo Josh aveva anche scoperto Cercando Alaska e ora la sua vita sembrava essere diventata un pó come quella di Miles. Sempre alla ricerca di qualcosa, qualcosa che solo Galy poteva aiutarlo a trovare. Ma Galy stava andando dritto e veloce? Oppure avrebbe percorso la stessa strada di Josh piena di curve e lenta? Bho. Ma nel frattempo si limitavano a cercarsi l'un l'altro in quell'infinito dedalo che era la loro vita. Piano piano il loro romanzo si stava trasformando in un enorme 'Cercando noi' ma la domanda era. Che fine avrebbero ottenuto?

***

Eccola. Eccola la miseria.
La miseria è nascosta tra quelle pareti dai muri scrostati, ornate da lamenti e pianti di genti soffocate in una realtà dolorante.
Eccola la miseria. Lì in quegli occhi vuoti che contornano il bel viso di quella ragazza candida.
Eccola la miseria, lì su quelle mani screpolate e arrossate dal freddo, lì tra le braccia magre e doloranti di quel ragazzo.
Eccola la miseria, tra quei passi indecisi verso un corridoio diretto verso il nulla.
Eccola la miseria, lì. Eccola la miseria,loro.

La vita ha i capelli bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora