Blu!

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Sbadiglió.

Oh cristo che azione pienamente soddisfacente.

Fu come avere un orgasmo appena sveglio.

Una sensazione di sollievo e piacere,invase il corpo,ancora steso nel letto,del giovane dai capelli corvini tutti scompigliati.

-Giorno merda- disse alzandosi lentamente e grattandosi la capigliatura.

Ogni singolo giorno della sua triste esistenza,appena sveglio,pronunciava le stesse e tristi parole "Giorno Merda".

Strano a dirsi ma queste due strane parole lo rassicuravano come gli oreo con il latte di prima mattina o in una triste giornata innevata di inverno.

Dato il tempo che passava a casa aveva ideato numerose teorie sull'esistenza umana o sulla sua vita, per farla più semplice.

Una di queste riguardava proprio la merda.

Ogni persona su questo schifoso mondo ha sempre dato la colpa di tutto alla povera merda dicendo le solite mini frasi del tipo "È sempre la stessa merda" e in effetti è vero.

Ma questo semplicemente per il fatto che l'uomo è affogato nei problemi della sua esistenza o della sua orribile vita e che sotto sotto è un miracolo che la merda sia sempre la stessa perchè questo significa che i problemi sono gli stessi, sempre superabili. Per dire che alla fine alla merda ci si fa l'abitudine e Josh lo sapeva molto bene.

Per questo ogni suo meraviglioso giorno splendente lo inaugurava con la sua dolce frase per il mondo, o meglio, la merda.

Quella mattina peró... C'era qualcosa nell'aria della casa immensa del ragazzo.

Non era qualcosa che si poteva eliminare con qualche prodotto alla base del consumismo che donava un odore smielato da donna piena di gatti. Era qualcosa che dipendeva da chi l'abitava, dal cuore di chi la componeva.

In effetti quel giorno nel piccolo e incompreso cuoricino di Josh c'era qualcosa di tremendamente diverso che quasi lo spaventava.

Era una strana voglia... La voglia di affrontare il mondo.

Quando ci pensó per un istante,mentre giovava a Call Of Duty ,per poco non morì assassinato con un coltello da uno stronzo bastardo della squadra nemica.

Scosse lievemente la testa e spense il marchingegno alieno che lui chiamava "Psp3" o "Cura vitale" insieme a quello strano telecomando fuori dal comune.

Si alzó dal puff per terra e se ne andó in cucina a prendersi un bicchiere di latte.

Una volta versato il liquido bianco il ragazzo appoggió il braccio sull'isola nella cucina e improvvisamente un raggio di luce perforó il bicchiere trasparente dove le labbra del ragazzo erano delicatamente e appassionatamente appoggiate.

Giró gli occhi verso il luogo di provenienza del raggio luminoso e vide un sole allegro e giocondo illuminare una parte della cucina.

I suoi occhi diventarono di un grigio chiaro quasi trasparente che a lui faceva ribrezzo.

Si avvicinó alla finestra e scostó la tenda notando tanti ragazzi che scherzavano e baciavano le proprie ragazze.

Sorrise al pensiero di una possibile presenza femminile nella sua triste vita ma poi tornó alla sua pessima realtà.

Improvvisamente mentre il ragazzo attraversava il corridoio per tornare alla sua postazione, provó una leggera scossa percorrergli la testa fino alla pancia.

Una scarica di possibile adrenalina.

Voleva uscire.

Cosi scosse la testa e mugugnò qualcosa di incoraggiante per se stesso e decise di andarsi a lavare e vestirsi decentemente.

La vita ha i capelli bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora