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La porta era chiusa.
Era bianca, lucida.
Nuova.
Le finestre al piano di sopra erano semi aperte, solo un po di vento riusciva a trapelare.
I lampadari erano tutti spenti, tranne quello nell'atrio, quello con i diamanti; quello era acceso.
La cucina puzzava di sporco.
Un odore nauseante ricopriva la casa.
-Hei che ne dici?- la signorina Lucinda si avvicinó alla mano di suo marito Chris con la paura di una donna che sente d'essere rifiutata.
Forse quella era la loro unica possibilità di continuare a credere in quei due anelli che portavano al dito.
-Bhe, costa poco, ed è bellissima... Direi che si può fare...- rispose Chris tentando d'abbandonare la sua mano a quella vulnerabile della moglie; aveva smesso d'esser forte.
-Credo proprio che la compreremo- disse Chris a se stesso.
La moglie, entusiasta, lo guardó amorevolmente stando a dire 'Possiamo ricominciare.'
***
-Salve signora... Volevamo sapere qualcosa in più sulla casa grande in città, quella bianca...-
-Oh si la dimora fantasma... Cosa volete sapere? Siete interessati a comprarla?-
-Bhe si...-
-Allora, sono circa 200 mq, senza contare l'enorme giardino, è in vendita ad una cifra veramente ottima per la sua grandezza: 185.000$. È una casa avente quattro bagni, una cucina al piano terra più un salone e un bagno. Al secondo piano sono situate tutte le stanze e bhe al terzo avete la mansarda... Un luogo accogliente dotato di una finestra enorme e meravigliosa che occupa un intera parete, con vista sulla città. I padroni non vedono l'ora di lasciarsela alle spalle date le loro esperienze personali...-
-Che intende? Perchè dimora fantasma?-
-Bhe, c'è un motivo valido per cui il prezzo è così basso, mi sorprende che voi non lo sappiate...-
-Non capisco...-
-La casa è in vendita da sette anni, signori. Sette anni fa, un ragazzo della città, figlio dei proprietari, si è suicidato in quella casa. L'hanno trovato impiccato al lampadario di diamanti i suoi genitori, il week end dopo essere tornati da un viaggio di lavoro. La notizia ha scioccato tutta la città, anche perchè quel ragazzo, Josh, era stato visto poche volte in giro... Quasi a pensare fosse un fantasma. Da lì, la casa ha assunto il nome di 'Dimora fantasma'.-
-...Oh...Bhe...-
-Non preoccupatevi è tutta nella norma, almeno che non abbiate paura delle leggente metropolitane sugli spiriti, non vedo ostacoli nell'acquisto della casa...-
-Bhe, grazie per le informazioni... Le faremo sapere-

***
-Galy!? Vieni a tavola, cara?-
-Si nonna arrivo-
Le due donne, di cui una dai capelli blu, si misero sedute al tavolo in veranda, gustandosi quel piatto di maccheroni al formaggio.
-Che bella giornata non trovi?-chiese Primules
-Si...direi di si...-
-Cosa fai dopo...?-
Cosa avrebbe fatto dopo Galadriel?
Cosa intendeva per dopo?
In quell'istante avrebbe preferito osservare a vita quei tulipani di fronte a casa della nonna che ondeggiavano come guidati da un armonia.
Voleva andare a distendersi tra quei campi di grano in lontananza e arrampicarsi sulla grande quercia... Ma quell'oggi non era l'oggi giusto.
-Nonna, sai che giorno è oggi?-
-...Si Galy, lo so-
-Sono passati sette anni...-
-Galadriel, proprio perchè sono passati sette anni è ora di lasciarsi alle spalle tutta questa storia...-
Galy non rispose, continuó a perdersi nella danza di quei tulipani.

***

15:00 pm 17 agosto.

Il portiere aprì il cancello, e una ragazza dai capelli blu e una gonna grigia con un kimono nero oltrepassò quel sentiero in ghiaia.
Ogni passo che i suoi stivali scamosciati compivano, risultava più pesante... Quasi a significare di tornare indietro a godersi la propria vita.
Ma il passato si era attaccato così tanto alla pelle di Galadriel che ormai non c'era più distinzione tra quest'ultimo e il suo presente.
Ormai la strada la ricordava a memoria: dritto a passo veloce per non soffrire troppo nel vedere tutti quei visi ormai morti e poi girare a destra in direzione del grande prato.
I genitori di Josh, dopo aver trovato il figlio impiccato al lampadario, si interrogarono sulla loro vita... Cosa avevano fatto di sbagliato? Potevano recuperare? E così si ricordarono quell'informazione che il ragazzo aveva confessato al suo psicologo riguardante la sua tomba: da morto voleva generare vita. Voleva essere terra per poi diventare albero.
Galy raggiunse l'albero che in sette anni era riuscito a crescere tanto da toccare le nuvole.
Si mise seduta di fronte ad esso e posó il mazzo di tulipani in basso, sulla sua corteccia.
-Ciao Josh- disse Galy accarezzando il legno spesso.
-Oggi sono sette anni che sei andato via... Sono sette anni che ti ho ucciso. È un anno che non torno qui, in questo posto... Ma sai come sono: un inguaribile tradizionalista. Sai, ogni anno ti parlo, e ti racconto come mi sta andando la vita. Bhe, ho lasciato il negozio di dischi e ho deciso di mettermi in gioco. Mi sono iscritta al college statale: psichiatria. Assurdo eh? Continuo a prendere medicine, e questa volta non smetteró, ma il medico dice che sto guarendo e che un giorno saró di nuovo sana.
Un po di tempo fa sono passata di fronte casa tua... Ci sono dei tizi che la vogliono comprare, sembrano più interessati di quelli dell'anno scorso sai...Magari saranno loro i prescelti che decideranno di avventurarsi tra i meandri dei nostri ricordi e del nostro amore...
Josh, devi sapere che io non mi perdoneró mai ció che ti ho fatto... Devi sapere che quel giorno, quando siamo arrivati all'istituto tenendoci per mano, io mi sentivo forte, solo perchè sapevo che l'altra mano che mi teneva era la tua. Ma la forza non ha battuto la follia.
Mi dispiace aver detto quelle cose al medico di te... Cazzo mi dispiace averti procurato tutto quel dolore, è colpa mia se ti hanno fatto tutti quegli elettro shock Josh... È colpa della mia follia...- Le lacrime cominciarono a rigare il viso di Galy.
-Le parole a quei tempi uscivano senza pensarci, la mia mente era così contorta... Non volevo liberarmi di te Josh, io ti amavo e ti amo ancora... Solo che la pazzia ha preso il sopravvento sull'amore.
Tu non eri stabile, ma loro ti hanno voluto lasciare andare comunque, solo per tenerti lontano da me... Tu non capivi che era tutta colpa mia e nonostante tutto il dolore che ti recavo giorno dopo giorno, continuavi a volermi come un bambino vuole la sua mamma dopo che gli ha dato uno schiaffo. Saresti stato un bravissimo ragazzo se non mi avessi conosciuto, avresti continuato per la tua strada, avresti imparato a viverti... E io invece ti ho solo ucciso. Perdonami amore mio.
Non riuscirò mai a rimediare al male che ti ho fatto e spero solo che quando anche io sarò un albero, avremo entrambi la forza di legare tra loro i nostri rami, per essere ancora uniti. Ti amo Josh, ti amo.-

***
-Chris...-
-Si?-
-Io non voglio quella casa, non più.-
-Tesoro, non farti prendere dalla paura, quella casa è super vantaggiosa per noi...-
-Si ma ha una storia che, non so, non mi piace... Io desidero solo sentirmi al sicuro dentro casa mia, e li so che non accadrà.-
-Amore... Ti capisco ma sarebbe un ottima opportunità per lasciarci tutto alle spalle...-
-È una cosa troppo grande per una persona così piccola come me, Chris-
L'uomo sospiró.
Si strofinó gli occhi.
Guardó la moglie.
E capì.
-Va bene... Troveremo qualcosa di bello e altrettanto alla nostra portata.-

***

Galy passeggiava per le strade della cittadina, con quel caldo che le strofinava la pelle.
Il vento le alzava i capelli e le smuoveva la gonna conferendole un aurea poetica.
Attraversò per la millesima volta tutte quelle stradine che aveva affrontato tanti anni prima in mille modi diversi.
Fissó il sole, come era abituata a fare, e sapeva che lui la stava seguendo. Sapeva che il sole la seguiva e lei, ogni volta che lo guardava , gli raccontava la sua storia. Una storia che nessuna stella avrebbe mai vissuto.
Improvvisamente il sole fu nascosto dalla grandezza di una casa bianca, maestosa, con una porta nuova... Galy sapeva che casa era...
Era quella casa maestosa della florida a cui nessuno bussava.
Perchè le persone hanno paura della grandezza delle cose, temono che possano essere risucchiate da questa maestosità. La gente teme cosa è più grande di loro perchè sanno, in fondo al cuore, d'esser solo delle pedine dell'universo e perció d'essere impotenti di fronte alle grandezze che quest'ultimo pone sul loro cammino. Ma Galy,al contrario degli altri, sapeva che quella non era così grande; era vuota.
Di un vuoto incolmabile che anche quella volta era stato causa di un omicidio compiuto da un universo cattivo e crudele.
Un vuoto che solo un amore grande, distruttivo, un amore cieco era riuscito a colmare.
Un amore che ora aveva cessato d'esistere, com'era giusto che fosse.
E infine, Galy sapeva, che mai più nessuno, avrebbe avuto le palle di bussare come aveva fatto lei, alla porta nuova di quella grande e maestosa casa della Florida.
Ma infondo, continuava a sperare che se lei stessa ci avesse riprovato, sulla soglia di quella porta si sarebbe presentato un ragazzo dagli occhi argentei, i capelli corvini disordinati, con un disco dei Grouplove in mano.

Fine.

La vita ha i capelli bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora