Stava osservando il freddo impossessarsi delle anime fluttuanti delle genti che popolavano la strada.
I fidanzatini passeggiavano, si tenevano per mano, chi parlava al telefono, chi sorseggiava un caffè mentre si guardava intorno.
Le vite di tutti andavano avanti, apparivano normali, calme e semplici. Ma nessuno di quelle genti poteva sapere cosa stesse provando veramente l'altro.
Josh li guardava e li guardava, la sua mente si opponeva alla razionalità dell'Andare avanti, si rifiutava di dimenticarla.
Da quando non c'era più, non era uscito di casa.
Si era barricato nell'immensa struttura, a giocare ai videogiochi o a leggere maledetti fumetti.
Aveva ricominciato a detestare l'esistenza ma contemporaneamente si chiedeva perché mai dovesse accadere tutto a lui.
Perché? Comprenderlo sarebbe stata una gioia immensa.
Josh, non voleva più fare niente. Voleva smetterla, smetterla e smetterla.
Voleva farla finita.
Sarebbe servito un solo colpo di pistola. Un piccolo "BUM" e tutto sarebbe finito.
Il punto era: cosa sarebbe successo dopo?***
-Galy!-
L'infermiere, non vestito da infermiere, stava correndo verso Galy.
-Ciao- rispose lei ricambiando con un sorriso leggermente malinconico.
-Come va?- chiese lui ondeggiando sui talloni.
-Come sempre-
-Che allegria!-
Lei rise.
-Senti ti va di fare un giro?-
-Ehm veramente io non credo di poter uscire...Voglio dire sono in uno stato penoso e poi... Cioè...Io...-
-Forza vatti a cambiare, ti porto alla pista sul ghiaccio-
Il ragazzo se ne andó velocemente e Galy potè notare la camminata sontuosa che possedeva.
La ragazza alzó gli occhi al cielo, esausta ma anche stranamente felice.Si preparó frettolosamente: una bella doccia calda, un maglione grande e nero, jeans e converse, e il gioco era fatto.
Mentre la lana rovinata del maglione le sfiorava la pelle ancora umida, il leggero odorino di Josh le pervase le narici. Le mancava quell'odore, il pensiero che quello che stava indossando apparteneva a lui la faceva star male. La faceva sentire in colpa perennemente per la sofferenza che aveva recato a quel ragazzo. Ma lei cosa poteva farci? Era così. Piena di scompensi e rancori. Nel suo sangue scorreva solo che triste rammarico.
Attraversó il corridoio della sua camera e come al suo solito non prese la moltitudine di pillole che le venivano costantemente assegnate.
Fuori il freddo gelido si faceva sentire tanto da far arrossire i nasi pallidi e a provocare come delle scosse sulla pelle.
I capelli blu di Galy ormai erano tutto tranne che blu, parevano color seppia ammuffita, e lei si sentiva così tanto conforme alla massa da vergognarsi.
Raggiunse la macchina dell'infermiere di cui nemmeno ricordava il nome, ma poco importava.
-Hei, visto che non sei poi cosi male?- le disse lui appena salita in auto.
-Era un complimento?- rispose stranita.
-Bhe, niente male come inizio...- rispose lui con un lungo sospiro.
***Josh aprì il cassetto della scrivania del padre.
Era ormai una cosa usuale per gli americani tenere in casa oggetti pericolosi e nati solo per nuocere perchè, si sa, l'America, seppur salvatrice del mondo durante gli anni di guerra, ha nel sangue la criminalità oltre che ad un fottuto nazionalismo.
All'interno del cassetto, oltre ad una marea di scartoffie e documenti, c'era questa piccola pistola dall'impugnatura in madre perla.
Josh aveva organizzato tutto nei minimi dettagli.
Aveva lasciato un biglietto, si era messo i pantaloni buoni, non aveva la maglietta ma si era profumato tutto il petto.
Stava facendo una cosa elegante, alla fine...
Era pronto per abbandonarsi al nulla, era pronto a lasciare quella vita per dedicarsi alla sua fine.
Era pronto perchè era stanco, ma non era abbastanza vissuto.
Gli mancava una cosa sola da fare per potersi considerare un uomo vero e vissuto.
E no, non si trattava di una pippa o cose del genere, lui doveva chiamare Galy. Il suo unico primo ed ultimo vero amore.
***Mentre le lame dei pattini barcollavano sul ghiaccio e la mano di Galy era intrecciata con quella dell'infermiere, squilló il telefono della ragazza.
La vibrazione la fece sobbalzare ma mai quanto il nome che apparve sul blocco schermo.
"Pronto...?" Chiese tremante Galy.
"Ciao Galy...."
"Josh? Ehi ciao...."
"Non ho molto da dirti se non che ti amo, sei stata la mia ultima spiaggia, ora la mia nave sta attraccando, ma non dimenticheró mai il mare blu dei tuoi occhi e dei tuoi capelli, quelli li ricorderò per sempre. Addio Galadriel, è stato bello... Ciao" Ed attaccó.
L'una cosa che uscì dalla bocca di Galy fu un basso e cauto "Oh Cristo"
STAI LEGGENDO
La vita ha i capelli blu
Teen FictionLa vita è noiosa. Un vento lento che ti trapassa i capelli dandoti fastidio. Ti spettina, ti sporca, non porta mai nulla di buono. È tristemente dolorosamente noiosa. Era questo che pensava quel triste adolescente della Florida all'età di 20 anni...