Un futuro sbagliato

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Ogni cosa cambia.

Ogni cosa accade.

Le foglie d'autunno abbandonano i loro rami ribelli, come i fiorellini di primavera vengono avvolti dalla neve.

Tutto succede.

Si puó essere colpiti da un fulmine in un solo istante.

Senza neanche accorgersene ci si puó trovare in un ospedale psichiatrico.

Ci si innamora in un batter d'occhio.

E si rischia di morire in altrettanto poco.

Pensieri ribelli, caotici, disturbati, vagavano nella mente di Galy.

Era seduta ad un angolo della stanza che le avevano assegnato.

Non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

Per quale motivo si trovasse lì, in quel luogo.

Non c'era nessuno, senza finestre, senza nulla.

Aveva paura.

La stanza era buia e tetra, l'unico bagliore di luce era il letto d'ospedale bianco brillante.

La porta era chiusa a chiave.

Aveva tentato di aprirla in tutti i modi ma non riusciva.

Era lì ferma, immobile con le ginocchia al petto ad osservare il nulla più totale, ad ascoltare le goccioline che perdevano dal soffitto della stanza.

Non c'era nulla che le potesse indicare l'ora il giorno o altro.

Il completo vuoto.

"Galadriel"

La voce di un uomo l'aveva chiamata aldilà della grata della porta.

Galy scattó in piedi appena sentì il tintinnio delle chiavi.

Si attaccó con le mani alla grata di ferro.

"Hei hei buona" incontró gli occhi verdi di un uomo sui venticinque anni.

"Ti prego" disse Galy "Ti prego"

"Tirami fuori di qui" continuó piangendo

"Fammi entrare Galadriel, aspetta" disse lui dolcemente.

Galy si spostó insicura dalla grata lasciando entrare il ragazzo.

"Chi sei?" Chiese Galy.

"Uh io sono il tuo infermiere...Sono Nicholas ma puoi chiamarmi Nick"

"..."

"Vieni Galadriel ti mostro dove sei"

Le porse la mano candida e cosparsa di lentiggini.

Lei non l'afferró, si limitó a seguirlo.

Lui le sorrise ugualmente e le fece percorrere un lungo corridoio.

Era un luogo completamente avvolto dalla solitudine e la stranezza dell'esistenza, completamente spoglio di ogni sentimento normale.

Bianco, tutto bianco e con tante porte dalle grate in ferro come quella di Galy.

"Vedi Galadriel, questo è..."

"Un ospedale psichiatrico" finì di dire Galy

"Esatto" disse lui guardandola e sorridendole.

Aveva dei bei occhi, e anche un bel viso. Sembrava più giovane rispetto alla probabile età che aveva. Se lavorava in ospedale come infermiere di sicuro non aveva l'età di Galy.

"Allora, queste sono le porte dei tuoi futuri amici mentre qui, alla fine del corridoio, c'è una sala con la musica giochi da tavolo, e anche dei divanetti dove potete interagire tra di voi. Ogni mercoledì come oggi, ci sarà il gruppo di supporto, va bene?"

Galy si guardó intorno.

"Mh va bene, ma quando potró uscire?"

"Galadriel, dipende solo dai tuoi progressi qui, io sono il tuo infermiere perció combatteremo questa battaglia insieme"

Lui le sorrise ma lei non si mosse.

"Ah quasi dimenticavo, ti hanno trasferita in una stanza migliore dove hanno lasciato anche i tuoi vestiti, vieni ti ci porto"

Sta volta Galy afferró la mano del ragazzo, di cui stava cominciando a fidarsi.

Lui la portó nella sua nuova stanza, dotata di una finestra accanto al letto, un bagno, e anche una scrivania.

"Eccoci qua" disse lui.

Lei entrò e si guardó intorno

"Ti piace?" Chiese Nick

"Si, carina"

"Perfetto, se ti serve qualcosa io sono nella stanza in fondo al corridoio, ah e il gruppo di supporto si svolge alle cinque perciò fatti una doccia vestiti e ci vediamo lì"

"Mh okay"

"Galadriel?"

"Mmm?"

"Hai un soprannome? Hai un nome così lungo"

"Mi chiamano Galy"

"Perfetto, a dopo Galy"

Almeno Galy ora aveva la certezza che ci sarebbe stato un dopo, e sperava ardentemente che fosse bello.

"Bene ragazzi, siamo qui riuniti per imparare a fidarci ciecamente del nostro elemento. Forza ripetete con me"

Una cantilena di "Siamo qui riuniti..." Si fece largo nella stanza bianca del reparto.

Galy era seduta su una sedia accanto ad una ragazza eccentrica che ripeteva fiera le parole pronunciate dalla vecchia donna Hippie.

Galy non voleva stare lì, lei voleva stare a casa sua a farsi canne, magari con Josh.

Oh Josh, era così tanto che non lo vedeva, ma stranamente non le mancava, le mancava solo la sua vecchia vita.

Voleva uscire da lì, voleva assolutamente andarsene.

Ma c'erano delle radici possenti, nate dal suo turbolento passato, che le impedivano di scappare, di andare via, di rincorrere il suo futuro.

È che il problema era che quel futuro, era sbagliato.

La vita ha i capelli bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora