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dicembre 2017




Intorno a me era tutto bianco.
Bianche le pareti, bianche le lenzuola che avvolgevano il mio corpo, bianco il camice del dottore che stava parlando con mia madre e bianca la divisa dell'infermiera che stava sistemando la flebo al mio braccio.

L'odore di disinfettante mi pungeva le narici.
Ho sempre odiato l'odore degli ospedali.

Aborto spontaneo ha detto il dottore a mia madre.

Ho perso il bambino di cui Lewis non sa ancora nulla.

«L'ho chiamato qualche ora fa, dovrebbe essere qui tra poco» mi comunica mia madre.

Giro la testa dall'altra parte. Non ho il coraggio di guardarla.

«Glielo hai detto?»

«Ho dovuto date le circostanze. Ne parlerete meglio quando sarà qui»

Annuisco.

«E Seb

«Non volevo allarmare anche lui. Lo chiameremo dopo che avrai chiarito con Lewis»

«Ok»

Quando Lewis è entrato nella mia stanza e mia madre ci ha lasciato soli sostenere il suo sguardo mi è sembrata la cosa più difficile che io abbia fatto nella mia vita.

I suoi occhi sono rossi e gonfi.

Lewis ha pianto e tutto questo non fa che alimentare i miei sensi di colpa.

«Come stai?» mi chiede sedendosi all'angolo del mio letto ma comunque tenendo una certa distanza tra di noi.

«Abbastanza bene, mi sento solo debole»

Lui annuisce ma non risponde.

Si guarda intorno come se aspettasse qualcosa.

«Mi dispiace, Lew»

«Cosa ti dispiace esattamente? Aver perso il bambino o avermelo tenuto nascosto per tutto questo tempo?»

Le sue parole mi fanno male ma non quanto il tono che ha usato.
È ferito ed arrabbiato.

«Per tutto» dico, facendomi sempre più piccola.

Il senso di colpa mi sta divorando.

«In questo ultimo periodo pensavo ce l'avessi con me. Ti sei allontanata senza motivo ed io ci stavo male. Ho passato intere notti a chiedermi dove avevo sbagliato ed oggi scopro che tu mi hai tenuto nascosto quello che poteva essere la cosa più bella della mia vita. Perché lo hai fatto? Perché?»

Ha alzato il tono di voce , sta urlando.
Sta lasciando uscire tutto il male che gli ho fatto in queste settimane.

«Avevo paura»

Lewis mi guarda sconcertato.

«Paura di cosa esattamente?»

«Di non essere pronta, poi non ne avevamo parlato e io temevo...» non mi lascia finire.

«Temevi che non lo volessi? Ti amo, Scarlett e sei l'unica persona con cui avrei voluto avere una famiglia»

«Possiamo ancora averla, Lewis»

Lui scuote la testa e mi guarda sospirando.

«Non così, no se non ti fidi di me»

«Io mi fido di te»

«Eri incinta da più di un mese e non mi hai detto nulla. Hai perso nostro figlio ed io non sapevo niente. Hai idea di come stia io ora? Questa non è fiducia, Scarlett»

«Stai dicendo che è colpa mia?»

Posso sopportare tutto ma non l'accusa che leggo nei suoi occhi.

«Cosa?» mi fissa scioccato «io non ho detto nulla del genere»

«Ma lo hai pensato.Vattene, Lewis. Vattene, non voglio più vederti»

Angolo autrice: non odiatemi.
Per me scrivere questo capitolo è stato complicatissimo e ancora non mi convince.
Non odiate neanche Lewis e quella stupida di Scarlett.
Quando mi è venuta in mente questa cosa non sapevo se portarlq avanti fino alla fine ma poi mi sono convinta e quindi boh, mi piacerebbe sapere cosa ve ne sembra.

A presto


Rot wie die Liebe | Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora