This is what it feels like-Armin Van Buuren
Un paio di giorni dopo devo andare all'università, devo portare le ricevute delle tasse semestrali. Non riesco a smettere di pensare alla sera prima, non ho chiuso molto occhio stanotte. Sono una ragazza molto riservata, a tratti chiusa ed è difficile che riesca ad aprirmi da subito con una persona che non conosco. In questo caso però è diverso, nessuno aveva mai capito veramente alcune cose di me senza che gliene parlassi. Di solito ci vogliono mesi prima di raccontare la tua storia e farti capire, ma ora no, é bastato solo guardarsi negli occhi. Il tempo scorreva ed il nostro rapporto diventava sempre più esclusivo, sempre più stretto. Non so dove questa situazione mi porterà, so solo che voglio viverla qualsiasi cosa sia.
Non so perché ma quando parlo con quelli che sono impiegati all'università ho sempre la sensazione che siano degli incompetenti. O forse lo sono sul serio? Spieghi le cose mille volte e non riescono a capirle. Morale della favola: mancano altri documenti che devo portare la prossima volta. Prima che scada il termine ovvio.
A rallegrare il tutto uno splendido turno di pomeriggio in negozio. Per fortuna che oggi con me c'è Elena, almeno una persona con cui posso parlare.
Appena mi vede mi scruta con i suoi occhi da investigatrice privata, pronta a tempestarmi di domande su cosa-quando-come-con chi sono successe delle cose.
"Ok, é inutile che mi guardi così, cosa vuoi sapere?"
"Forse una parola, anzi un nome che inizia per D?"
"Ah comunque complimenti per aver spifferato il mio indirizzo, sei un amica!"
"Non dovevo? Siete così carini!"
"Quanto sei furba tu.. Comunque.."
"Dai racconta, non mi tenere sulle spine!"
"Abbiamo passato la serata a guardare un film, lui è molto carino e mi ha capita subito.."
"Vi siete baciati?"
"Ele ma che dici! No solo abbracci e baci sulla guancia"
"Mamma mia che noia! Avevo almeno un po' di speranza in lui che mi sembra leggermente più intraprendente!"
"Mi dispiace deluderti! Adesso vai a lavoro che è meglio!"
Arriva la chiusura, io ed Elena decidiamo di cenare al solito ristorante dove stranamente sono tutti sorridenti. Mi guardano e sorridono. Forse puzzo? Ho una buccia di banana in testa?
"Scusa Ire ma mi hanno appena chiamato dal negozio e devo andare, ci vediamo dopo!"
"Ma se il negozio è chiuso chi ti ha chiamato?" Troppo tardi, già andata via.
Mi faccio avanti e poi capisco.
Sul fondo della sala c'è un tavolo apparecchiato con delle candele al centro. Appena mi sporgo un po' vedo Damiano che si guarda intorno. Ecco perché Elena è scappata con una scusa a dir poco bizzarra e Franco mi guardava sorridendo.
Sono come sempre sfatta dal lavoro, ma mi avvicino e gli dico "Stai aspettando me?"
"No in verità sono con una ragazza, mi hai beccato.." Gli tiro una pacca sulla spalla ridendo.
"Certo che siete proprio bravi ad organizzare queste cose, state complottando contro di me per caso?"
"Forse, ma adesso mangiamo e poi ho una sorpresa per te".
Mi perdo letteralmente in quell'atmosfera, con lui anche una bettola diventerebbe un castello, con tanto di musica di sottofondo. Ho detto al mio cervello di non staccare proprio tutta la spina, ma non c'è stato verso di farlo obbedire. Siamo occhi negli occhi e io penso seriamente di poter perdere la testa per questo ragazzo.
Finita la cena mi prende per mano e facciamo due passi.
"Dove mi porti?" chiedo impaziente "Sorpresa" fa lui, muoio di curiosità . Dopo circa 15 minuti siamo davanti ad un palazzo, piuttosto vecchio, un classico edificio di tanti anni fa con qualche crepa sui muri.
"Non ha un aspetto molto rassicurante" dico.
"Aspetta e vedrai, certo non ti aspettare una reggia o qualcosa di simile!".
Entriamo e dopo qualche metro ci sono due rampe di scale che vanno in direzioni opposte, é tutto quasi buio e faccio fatica a vedere dove metto i piedi. Speriamo di evitare brutte figure.
Alla fine arriviamo davanti ad una porta, lui tira fuori le chiavi e la apre. Quello che mi trovo davanti mi stupisce, una stanza semplice ma piena di poster e di luci appese al soffitto, tipo quelle dell'albero di Natale. Andando avanti c'è una porta finestra abbastanza grande su cui si affaccia una piccola terrazza dove si vede tutta Roma. Rimango a bocca aperta, sono sempre le cose semplici a stupire le persone.
"Ti presento la mia seconda casa, qui é dove facciamo le prove" dice lui.
"È davvero bello e poi ha una vista spettacolare".
"Non ti ho portato qui solo per questo, era da giorni che ci pensavo e poi mi sono deciso". Arrossisco, non so a cosa si sta riferendo. Ad un tratto tira fuori una chitarra e si siede su un cuscino adagiato per terra.
"Chiudi gli occhi, ascolta e dimmi se ti piace".Come l'aria mi respirerai il giorno che
ti nasconderò dentro frasi che non sentirai
Che l'errore tuo è stato amarmi come se domani
il mondo fosse uguale a com'era ieriMa adesso lasciami credere che questo sia reale
Che sento l'ansia che sale, bevo le lacrime amare
Ti prego lasciami perdere dentro l'acqua del mare
Che le parole lontane giuro te le voglio urlare
Perché ti sento lontana, Lontana da me
Perché ti sento lontana, Lontana da me
Perché ti sento lontana, Lontana da me
Perché ti sento lontana da me..Una canzone, se é quella giusta, ti entra dentro. Ti smuove qualcosa: un ricordo, una sensazione. Ascoltarla ad occhi chiusi mi riporta alla mente delle immagini, frammenti della mia vita passata. Senza rendermene conto una lacrima scivola lungo il viso, non riesco a trattenerla finché non cade per terra. L'atmosfera è talmente intensa che sembra che quella lacrima faccia un rumore forte, quasi come se rompendosi avesse fatto fuoriuscire quelle sensazioni nascoste per troppo tempo.
Quando lui se ne accorge mi viene incontro e senza parlare mi abbraccia. "Tra tutte le reazioni che ho visto suscitare da questo pezzo la tua é la più forte e potente, grazie. Questo per me significa tanto, significa che le mie parole ti sono arrivate dritte allo stomaco e che quello che faccio ha un senso".
"Tutto quello che riesco a dirti è che hai scritto un capolavoro, la tua voce mi ha fatto provare qualcosa che non avevo mai provato prima. Come ti ho detto quel giorno, sono sicura che andrai lontano". Prendo un fazzoletto e mi asciugo gli occhi, mentre lui rimette a posto la chitarra e si avvicina a me.
Siamo illuminati solo dalle piccole luci che pendono dal soffitto, mi sento prendere il viso tra le mani ed il suo respiro é sempre più vicino. Il mio cuore batte a mille e so, per certo, che mi metterò nei guai. Perderò il sonno, ed anche la testa, dietro a questo angelo dai capelli scuri e dalla voce graffiata.
Sembra che questo momento si sia congelato, sento solo il cuore in gola e le gambe che tremano. Alla fine, in un secondo, sento le sue labbra poggiarsi sulle mie e le sue mani che mi tengono tutt'intorno.
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Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanfictionIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...