Every teardrop is a waterfall - ColdplayLondra è una città bellissima e caotica. Tutte le nazionalità del mondo si sono radunate qui. Hanno una pronuncia ben più difficile da capire rispetto a quella che ci insegnano sui banchi di scuola e ci metto un po' di tempo per farmi comprendere. La mattina divento una scolaretta, gli insegnanti sono talmente giovani che sembrano studenti, si fa amicizia molto facilmente. Nella mia classe ci sono brasiliani, giapponesi, tedeschi e via dicendo.
Il primo giorno ero un po' spaurita, avevo l'ansia di fare brutte figure con la mia pronuncia e di non capire quello che mi stavano dicendo, invece via via é stato più facile ed anche divertente.
Mi era capitato un professore sulla trentina, biondo cenere e occhi celesti, classico inglese modello. Mi affascinava, aveva dei modi così gentili e pacati che sembrava il principe azzurro sceso dal cavallo bianco. Lo sorprendevo spesso a fissarmi ed anche a me iniziava ad incuriosire, ma dovevo tornare sulla terra e pensare che colui che amavo stava a due ore di aereo da me.
Ho visitato i posti più belli, sia quelli da turisti sia angoli nascosti che mi hanno regalato tante emozioni e riportato a galla molti ricordi del passato e non solo. Hyde Park, Piccadilly, Oxford Street, Notting Hill con le sue case colorate e Portobello Road col suo mercato e la sua confusione.
Le cose iniziavano ad andare per il verso giusto, non sentivo nessuno al telefono già da un po' perché erano tutti impegnati nelle loro cose ed i contatti erano sempre più sporadici. Non mi mancava niente, sentivo che potevo farcela e che quel posto mi avrebbe ridato la serenità che avevo perso.
Non sapevo se Damiano stava facendo il bravo o meno, il fatto di non vederlo aveva lasciato spazio ad altre cose come per esempio Joe. Lui era un insegnante ma io non lo vedevo così, durante le lezioni ci scambiavamo degli sguardi ed io avrei giurato che ci fosse qualcosa nell'aria. Non volevo ammetterlo per ovvi motivi, non sono una persona che passa di fiore in fiore anzi, sono molto seria e quella situazione mi stava spiazzando parecchio. Mentre camminavo per le strade piene di negozi e di luci pensavo di passeggiarci con lui. Con lui, non con Damiano. Cosa stava succedendo?Il venerdì sera qui é una specie di festa. I pub si trasformano in dei locali notturni e le persone vanno a bere ed a far passare piacevolmente il weekend. Anche la scuola che frequento organizza delle serate in un locale dall'altra parte della strada, insegnanti e studenti insieme per socializzare e fare pratica con l'inglese.
Sono anche io qui, non volevo venire ma sono stata quasi pregata in ginocchio da una ragazza tedesca conosciuta a scuola. E quindi eccomi, agitata come non mai manco fossi in un vicolo con degli sconosciuti.
Sono giorni in cui il mio umore va e viene, sto bene ma mi manca qualcosa, o forse no. Ma come si fa a stare bene? Non l'ho mai capito, sono quel genere di ragazza quasi sempre insoddisfatta di quello che le capita. Una che pensa sempre in avanti, mai al presente. Però stasera ho voglia di togliermi quella corazza di dosso, non posso sempre stare a far caso a quello che capita.
Erano passate settimane ed avevo perso ogni contatto con le persone a cui volevo bene, ogni tanto guardavo qualche storia su Instagram di Damiano che sinceramente non sembrava essere tanto scontento della mia assenza.
Sono assorta nei pensieri e ad un tratto mi viene a sbattere contro una persona. Faccio per girarmi e mi trovo davanti Joe che sorride imbarazzato, rosso in viso e con l'esitazione di chi sta per dire qualcosa. Io rimango a guardarlo senza neanche spostarmi di lì per farlo passare, mi sta salendo un ansia incredibile addosso. Alla fine inizia a parlare, é molto gentile nei modi ed ha degli occhi azzurri che ti catturano al primo sguardo. Mi dice che è stato in Italia per qualche anno, infatti lo parla abbastanza bene, ed anche che ha avuto una ragazza italiana che lo ha lasciato per un altro. Ma come si fa? Per me è perfetto, é il ragazzo della porta accanto che tutte le mamme amerebbero.
Dentro il pub l'aria é pesante, ci sono tante persone che parlano e fanno casino per cui decidiamo di spostarci fuori. Noto che mentre parliamo lui si avvicina un po' troppo, quasi volesse baciarmi. Io mi tiro indietro e con una scusa gli dico che devo tornare al residence, che non mi sento tanto bene.
"No scusa, non scappare ti prego..sono stato un cretino" mi dice col suo italiano anglosassone.
Io non so che dire, mi trovo in seria difficoltà, lo guardo e non mi viene in mente niente da dire. L'unica cosa che mi lascio sfuggire è che ho un ragazzo in Italia che amo e che non mi va di commettere errori di cui potrei pentirmi.
Ma perché poi? Perché mi comporto così?
Io e Damiano non siamo una coppia, abbiamo passato una notte magica insieme ma io non sono la sua ragazza, anche se lo amo. Non ho però la sensazione che per lui sia lo stesso. Quindi prendo la palla al balzo.
"Ti va di farci una passeggiata?" dico.
Lui spiazzato ci mette un po' a rispondere ma poi accetta e ci incamminiamo verso la metro per raggiungere la nostra destinazione.
Il tempo sembra essersi fermato, stiamo camminando in una delle zone per me più belle di Londra. Tutto é illuminato, c'è un aria intensa, carica di pensieri. Decido che quello è il momento di lasciarsi andare a qualcosa di bello, senza pensare troppo a quello che fa parte di me nel bene o nel male. Prendo Joe sotto braccio e lui sorride mentre parla, é una persona che sa di tutto un po', uno con cui ci potresti parlare ore ed ore senza stancarti mai.
Arriviamo su un ponte affacciato sul Tamigi e ci appoggiamo sulla ringhiera gelida. Ho un brivido di freddo e lui mi mette una mano sulla schiena quasi per riscaldarmi.
"Perché sei venuta qui?" mi chiede.
"Per ritrovare me stessa, la mia testa è troppo piena di cose e voglio capire cosa è veramente importante e cosa invece posso buttare via." Era la prima volta che lo dicevo ad alta voce.
"Tra queste cose c'è anche un ragazzo?" dice timido.
Sospiro. "In realtà non saprei come definire quella storia. Cioè si, c'è un ragazzo ma non so esattamente cosa siamo e soprattutto non so se mai avremo un futuro insieme. Ma vorrei evitare di parlarne se non ti dispiace." taglio corto.
"Certo, scusami. Sai come si dice qui? All the good things come to an end. Tutto ha una fine ma, se é importante, vale la pena seguirlo e viverlo."
Rimango a pensare a lungo a queste parole, mentre sto tornando al residence ed ho salutato Joe dandoci appuntamento la mattina seguente a scuola.
![](https://img.wattpad.com/cover/175583765-288-k68414.jpg)
STAI LEGGENDO
Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanfictionIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...