Le parole lontane - ManeskinAvrei preferito non dormire per niente.
Ho fatto una pessima scelta decidendo di addormentarmi per qualche ora, adesso sono più rincoglionita di prima.
In più il mio umore è di quelli da sotterrarsi con una pala, non posso andare a sentire e vedere il ragazzo che amo.
Ma é lui che amo davvero? Non ho ancora trovato una risposta.
Cerco di fare il possibile per evitare Joe, oggi non voglio proprio parlare con nessuno tantomeno con lui.
La giornata fila liscia come l'olio, esco e torno subito al residence. Vorrei che fosse già domani.
Mi sono persino comprata la cena, due tramezzini e una coca zero. Non mi alletta neanche l'idea di scendere giù in mensa, sono proprio arrabbiata.
Mentre sto leggendo il quotidiano che consegnano alle entrate e uscite della metro, bussano alla porta. La cosa é strana, da quando sono qui nessuno mai é venuto a bussare alla mia porta. Decido di ignorare quel suono ma dopo poco eccolo ancora.
Mi alzo dal letto con l'entusiasmo di una ai lavori forzati e apro. Non faccio neanche in tempo a richiudermi la porta alle spalle che qualcuno mi butta le braccia al collo, tenendomi stretta a sé.
Già, qualcuno. Occhiaie appena pronunciate, camicia leggera nonostante il gelo londinese, quei capelli selvaggi e il profumo, quello che appena lo senti lo associ a lui. Damiano è qui.
Penso che durante quell'abbraccio il mio cuore sia entrato nel suo petto e viceversa, mi gira la testa ed i battiti accelerati sono sicura che si sentono in tutto il quartiere.
È un abbraccio che dura un giorno o forse un ora, sembra che quello é il posto in cui sono sempre stata e, di certo, quello in cui voglio stare per sempre. Ci stacchiamo e alziamo lo sguardo l'uno verso l'altra, lui mi prende il viso tra le mani ed ha il respiro corto. Io, giuro, sto per morire.
Un bacio, poi dopo un altro e un altro ancora.
Gli metto le mani sul petto e lo allontano un po', giusto quei pochi millimetri per lasciarmi parlare.
"Adesso dimmi come hai fatto a trovarmi".
"Appena ho saputo che saremmo venuti qui a suonare mi sono messo alla ricerca del posto in cui stavi. Ho chiesto alle tue amiche e dopo giri immensi ci sono riuscito. Perché non ti sei più fatta viva?".
"Io? E tu allora? Dalle tue storie non mi sembrava che stessi così male! Comunque adesso non ho voglia di discutere, sei qui! Per tutta la notte mi sono messa a cercare un cazzo di biglietto per venire a vederti. Non sapevo neanche che reazione avessi avuto, a patto che fossi riuscita ad incontrarti. "
" Vieni con me" mi dice lui prendendomi per mano.
"Scusa, come?" rispondo io perplessa.
"Vieni con me, vieni al concerto. Non c'é bisogno del biglietto, ti farò assistere allo spettacolo da un posto speciale".
Il tempo di afferrare la giacca e sono fuori, con lui.
Non mi sembra vero, in un secondo dimentico tutto: ansie, paranoie, problemi, tutto. Il fatto di averlo qui, di poterlo tenere per mano e di sentire anche solo il suono della sua voce mi fa sentire viva, mi fa sentire felice.
Saliamo su un taxi che ci porta al locale dove si sarebbero esibiti. Per tutto il tempo non riusciamo a dirci una parola, sembriamo due scemi che si guardano e si sorridono a vicenda, lui senza staccare la mano dalla mia.
Il posto non è grandissimo anzi, é intimo ed accogliente. Luci calde illuminano la sala, da una parte ci sono i tavolini ed il bancone del bar, dall'altra uno spazio é stato lasciato vuoto per permettere alle persone di guardare da vicino lo spettacolo. Non so quanta gente venga, da quando sono qui non sono stata aggiornata su quello che succedeva in Italia. Da quello che però Damiano mi ha raccontato so che stanno diventando abbastanza famosi e io spero che le loro aspettative non vengano deluse.
Prima di iniziare entriamo in una saletta privata in cui ci sono anche gli altri ragazzi del gruppo. Victoria dal viso di porcellana e gli occhi blu di una bimba in un corpo da ragazza; Thomas col suo chiodo di pelle ed i capelli scompigliati; infine Ethan, il più timido e riservato con una chioma che farebbe invidia anche a Rapunzel.
Sono giovani, belli e sfrontati. Hanno talento da vendere ed io non potrei essere più felice per loro.
"Tu aspetta qui, goditi tutto. Quando finiamo aspettami, devo parlarti, mi hai distratto dai troppi baci prima!" dice Damiano ridendo.
"In bocca al lupo amore mio" e se ne va.La sala è ormai piena e mancano pochi minuti allo show. Ci sono ragazzine con i loro genitori che sbuffano, adolescenti e coppie, qualcuno un po' più maturo.
Io sono praticamente sul palco, però di lato e riesco a vedere tutto da qui. Ho l'ansia come mio solito, sono emozionata e non vedo l'ora di vedere tutto e di stare con lui dopo. Chissà cosa ha da dirmi.
Nell'attesa prendo il cellulare e controllo se ci sono messaggi. Il primo è della mia amica Elena, ovviamente a conoscenza di tutto il piano di Damiano, mi dice di divertirmi e non pensare a niente.
Il secondo é di Joe. Avevo cercato di evitarlo e ci ero anche riuscita, ma evidentemente non potevo sfuggirgli a lungo.
Mi chiedeva che fine avessi fatto, perché fossi sparita.
Improvvisamente mi sento in colpa, non so perché avevo iniziato quella specie di frequentazione. Non é da me giocare coi sentimenti di qualcuno, né tantomeno spingermi addirittura al bacio innescando in lui qualche speranza.
Non so perché l'ho fatto, dentro me ho sempre saputo che non ci sarebbe stato nessuno oltre Damiano ad occupare spazio nel mio cuore. Quegli occhi scuri, quei capelli lunghi e spettinati, le sue dita lunghe ed affusolate, niente avrebbe potuto cancellarli dalla mente.
Fin dal giorno che l'ho incontrato, da quel frangente di secondo in cui ci siamo guardati di sfuggita. Decido di non rispondere, anche se so che non potrò evitarlo per sempre.
Le luci si abbassano, i passi si avvicinano, le persone urlano. Inizia lo show.
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Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanfictionIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...