2. Una canzone che ami con un numero nel titolo.

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Seven nation army - White Stripes

Elena mi ha invitato a cena nella sua nuova casa che é praticamente il doppio della mia. Tra gli invitati era compreso anche il tizio che ha conosciuto al bar qualche sera fa che ahimè le ha dato buca con un messaggio a dir poco ridicolo 5 minuti prima dell'orario stabilito. All'ultimo abbiamo ricevuto anche una bella sbattuta di scopa dai coinquilini del piano di sopra per il troppo "entusiasmo".
A fine serata faccio per andarmene quando lei mi ferma e mi dice
"Ma poi com'é andata con quel ragazzo? Non te l ho più chiesto!" e mi guarda con fare inquisitorio.
"Certo, eri troppo impegnata con quel tizio.. Come si chiama? Ah aspetta non lo sai!" la punzecchio.
"Maledetta! Invece a quanto pare a te piaceva davvero lui, avevo ragione!" dice trionfante.
"Si è carino, certo.. Ma credo che sia finita lì ".

Sono passate settimane e non ho più visto Damiano. Si dice che abbia una ragazza, che stia facendo passi avanti nel mondo della musica. Aspettavo di incontrarlo da Franco, per strada, insomma dovunque, ma niente. Forse era destino, forse doveva andare così.
Forse dovevo semplicemente continuare a pensare agli esami, all'odore della carta di un libro appena aperto, alla matita nei capelli che non riuscivo ad infilare mai, non a lui.
Era una mattina di sole, era iniziato dicembre. Le strade si erano fatte belle con le luminarie, i negozi avevano esposto alberi e palline, babbi natale appesi ai balconi. Anche da noi si sentiva l'atmosfera natalizia, in quel periodo la gente andava e veniva, chi per un regalo o chi solo per curiosare. Stavo sistemando dei libri, quando mi sento mettere una mano sulla spalla.
"Finalmente ti ho trovata, ho girato tutta Roma per te" sento dire dietro di me.
Mi giro e vedo lui, con una giacca nera tutta strana ed il cellulare in mano.
"Sei tu, cioè.. Scusa, come stai?" dico in confusione totale.
"Io bene, potevi dirmelo che lavori qui così non avrei dovuto sfoderare le mie abilità da investigatore privato" risponde ridendo.
"Non me l'hai chiesto.. sei venuto per qualcosa in particolare?"
"Solo per te.. E in realtà si, volevo invitarti anche se non so se accetterai, sono un po' precipitoso lo so..dovrei andare a fare un po' di shopping e mi chiedevo se volessi accompagnarmi, vediamo come te la cavi dato che i miei amici non fanno altro che sfottermi"
" Io però lavoro, non so se.. " rispondo con lo stomaco in gola.
Lui mi guarda speranzoso e a quel punto decido di accettare. Rimaniamo d'accordo che ci saremmo visti il giorno dopo di pomeriggio al centro di Roma.
Inutile dire che per tutto il resto della giornata la mia testa viaggiava a mille all'ora, non è da me accettare un invito da uno 'sconosciuto', o no? In ogni caso ero felice, talmente tanto che i miei clienti sembravano dei folletti carini e coccolosi anche se erano maleducati, talmente contenta che anche se mi cadeva uno scaffale addosso avrei reagito con nonchalance.
Io, da buona Vergine, amante dell'ordine.
Il giorno dopo ho un ansia assurda, avevo passato tutta la notte a fantasticare su quello che sarebbe successo ed ora, al posto dell'euforia, era entrata in me una sorta di paura. Ma paura di cosa? Non è niente di che, mi ripetevo.
Quando devi fare qualcosa che ti mette ansia l'orologio lo sa. Lo sa che se il tempo passa troppo in fretta arriva quel benedetto momento e tu sei più tranquilla. Ma sa anche che, se le lancette ci mettono anni a muoversi, tu starai per tutta la giornata con la famosa palla nello stomaco. E lo fa apposta.
Dopo ore, che sembravano secoli, finalmente arriva il momento in cui torno a casa a cambiarmi. Non mangio niente, quando devo affrontare qualcosa di importante mi si chiude lo stomaco. Apro l'armadio e tra milioni di vestiti decido che non ho niente da mettermi. Quando inizio a vedere che si sta facendo tardi, opto per una semplice t-shirt bianca con i jeans,giacca sneakers e via.
Quindi esco, prendo la borsa e mi incammino nel luogo fatidico. Fortuna che abito a pochi minuti dal centro, il viaggio in metro mi avrebbe uccisa dall'ansia.
Mi trovo davanti questo negozio e non vedo nessuno. A parte le centinaia di turisti ammirati dalla bellezza di questa città. Panico, e se non lo vedessi? Se mi vedesse lui per primo e mi beccasse in una posa strana o con una faccia del cavolo? Che figura!
Però adesso, eccolo. Nonostante lo avessi visto solo una volta, avrei giurato che il suo viso lo avrei riconosciuto tra mille. E così é stato. Sembrava che tra tutta quella gente ci fosse solo lui. Lui che veniva verso di me sorridendo, con una sigaretta accesa e il suo solito stile esagerato. Era bellissimo.
"Hei, sei arrivata prima tu! Credevo di essere in orario" dice buttando a terra la sigaretta ormai finita.
"No, sono io che di solito arrivo sempre in anticipo"
"Ti va una passeggiata? " mi chiede squadrandomi da capo a piedi.
"Si, certo!" rispondo in evidente imbarazzo.
Mentre passeggiamo mi racconta della sua passione per la musica e di quanto ci tenga a farne un lavoro vero e proprio.
"E quindi ti dicevo, dobbiamo fare questo provino per un talent e siamo a mille, non vediamo l'ora"
"Bello! Quando sarebbe?"
"Tra un mese dovremmo andare a Milano e poi chissà, speriamo bene".
Ad un tratto mi ritorna in mente il fatto che abbia una ragazza. O almeno, così si dice. Per la prima volta in vita mia depongo la paura e gli chiedo
"Sei fidanzato?". Lui si gira e mi guarda con un espressione della serie 'ne ho a centinaia di donne' e risponde "Lo ero, fino a poco tempo fa. Non é durata molto, anche se é stata una cosa importante"
"Capisco" dico pentendomi di averlo chiesto.
"E tu? Stai con qualcuno?" mi chiede a sua volta.
"Io? No, nessuno.."
"Buono a sapersi.."
Arrossisco, ho paura che la faccia mi vada a fuoco.

Mai come ieri - 30 canzoni in una storiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora