La fine del mondo - AnastasioIl 31 dicembre mi arriva una mail che mi comunica che a gennaio sarei partita per Londra. Mi avevano accettato per il famoso viaggio ed ero davvero felice della notizia. Quella sera l'avrei detto ad Elena dato che saremmo andate prima a cena con amici e poi in discoteca a ballare.
Avevo già avvisato il titolare del negozio che si era limitato a farmi i suoi auguri per il futuro, facendomi capire che forse non ci saremo mai più rivisti. Ma che importa.
Anche se ero contenta di partire avevo una sorta di ansia addosso, come quando devi fare un esame e l'attesa ti uccide, come quando aspetti l'esito di qualcosa che ci mette troppo ad arrivare. Sapevo benissimo perché mi sentivo così, dentro me c'era un sentimento troppo forte per essere nascosto, era evidente a tutti ormai.
Avevo deciso di non pensare a niente, cosa impossibile, ma volevo riuscirci comunque. Volevo solo godermi quella serata con le persone a cui volevo bene e basta, lasciare la spina staccata per un po'. Così inizio a decidere cosa mettere, posizionata davanti all'armadio dove le ragazze passano ore ed ore a fissare un punto non ben identificato.
Alla fine ho optato per una gonna nera arricciata sul fondo, una camicia semi trasparente sempre nera con sopra un blazer. No, non mi era morto il gatto, amo il nero.
Mi sono preparata in anticipo come mio solito e non so che fare nell'attesa. Un occhiata a Facebook ed Instagram, due risate nel leggere post di persone ridicole, una stalkerizzata al profilo della mia acerrima nemica.
Vedo le luci dalla finestra e capisco che Elena è giù che mi aspetta, quindi prendo la borsetta con l'essenziale, mi chiudo la porta alle spalle e scendo. Saltello le scale canticchiando come una stupida finché apro il portone. Quella che mi si para davanti non è la macchina di Elena ed io penso a quanto sono idiota nell'aver pensato che potesse essere lei dato che mi fa sempre uno squillo sul cellulare quando arriva da me. Però guardo meglio e, anche se quella macchina non mi è familiare, capisco.
Dalla finta spensieratezza di prima passo ad avere un macigno nello stomaco e il fiato corto. Era lui.
Non sapevo guidasse, mi guardava fisso senza accennare nessun tipo di emozione. Sono in ansia e non so che fare, mi tremano le gambe però mi avvio decisa verso di lui che é appoggiato al volante. Apro la portiera e mi siedo senza dire niente. "Non dirmi che saresti uscita così stasera" mi dice.
"Credo proprio di sì invece, comunque spiegami cosa sei venuto a fare qui, non ho molto tempo" dico.
"Se é per la tua amica rassegnati, ci ho già parlato io e siamo d'accordo che tu stasera stai con me".
"Quindi non verrà?" gli chiedo incredula.
"Temo proprio di no, ti dispiace?" Grazie Elena, grazie davvero.
"Non so cosa aspettarmi da te..non hai degli amici con cui festeggiare stasera?"
"Ho disdetto tutto".
Wow. Adesso ho l'ansia, ma quell'ansietta bella. Quando sei agitata ma sai che lui ha disdetto tutto per te, ti batte il cuore a mille e sei felice. Non so dove mi porterà, non so se dirgli che partirò, finirebbe in un mare di lacrime e non voglio questo.
Ingrana la marcia e parte, mi fa fare un giro di Roma che non avevo mai fatto. È tardi e le strade sono piene di rumore, c'è gente impegnata a fare il cenone a casa ed i ragazzi sono tutti in piazza a ballare ed ubriacarsi. Non c'è nessun posto al mondo migliore di questo, non vorrei stare in nessun altro posto se non qui con lui. Anche se é serio e molto probabilmente incazzato, non importa. È ancora più bello quando mette il broncio. L'atmosfera inizia a rilassarsi quando mi mette una mano sul ginocchio, sopra la mia. Non aveva mai fatto questo gesto prima d'ora e rimango sorpresa ma resto ferma perché così si sta bene. Sto talmente tra le nuvole che non mi accorgo che siamo tornati davanti casa mia.
"Perché siamo di nuovo qui? È già finito il giro?" chiedo.
"Non mi va di girovagare in macchina, voglio stare con te senza questo frastuono".
Senza rispondere scendo e prendo le chiavi. Probabilmente questa sera questa storia finirà e io non ho nessuna intenzione di sprecare neanche un secondo, neanche un attimo se non per stare con lui. Forse non lo rivedrò mai più. Saliamo le scale quasi di corsa, non sono mai stata una a cui piace festeggiare l'ultimo giorno dell'anno ma questa, bé questa è sicuramente la fine più bella che potessi fare.
Anche se dobbiamo stare a guardare la tv, anche se vogliamo passare ore a parlare o a tenerci stretti, qualsiasi cosa va bene. Ci chiudiamo la porta alle spalle ed é un attimo, mi spinge contro il muro e mi bacia. Non é come le altre volte, questo è un bacio vero, come se volesse trasmettermi tutto quello che aveva dentro.
Mi mancherai, cazzo. Vorrei portarti con me. Vorrei metterti nella valigia anche se non ci entri e passare con te i più bei giorni della mia vita.
Gli sbottono la camicia e con le mani sfioro i suoi pettorali, mentre lui continua a baciarmi ed a toccarmi non facendomi quasi muovere.
Mi fermo, forse è sbagliato, gli prendo il viso e lo blocco, gli dico che dobbiamo fermarci, che non è giusto. Ma lui sembra fare finta di niente, non mi risponde, ha fatto uno di quei sorrisi per cui io potrei morire. Perciò basta, non ci penso più: lui stasera è mio e il resto sta fuori dalla porta almeno fino a domani.
Questa notte ha scavato nella testa e nel cuore, un pezzo di me é dentro quegli occhi, un pezzo di me é andato via per sempre.
Non sono riuscita a dormire, avevo deciso che lo avrei guardato fino alla mattina dopo e non mi interessava se avrei avuto due occhiaie da panda, quelle erano parte di me. Era lì, con sopra solo il lenzuolo che lo copriva a malapena, per me era un capolavoro. Per me erano tutte le emozioni concentrate in una sola, era l'amore. Sapevo che non avrei più potuto guardarlo in quel modo, non avrei sentito la sua mano sulla mia, ed era la cosa più difficile da pensare. Ma, come per incanto, lui apre gli occhi. Sembra aver sentito i miei pensieri, si avvicina, mi abbraccia e torna a dormire. Sembra che mi é apparsa la Madonna.
Il mattino dopo sono sfinita. Ho mal di testa e non ho nessuna voglia di alzarmi dal letto. Damiano ancora dorme, io penso che appena si sveglierà gli dirò la verità. Non posso andare via così, senza fargli sapere niente, soprattutto dopo ieri sera. Io lo amavo e lo avrei lasciato andare. Mentre sto pensando ecco che si sveglia, si gira su un fianco e si mette attaccato a me, occhi contro occhi e bocca contro bocca. Con uno sguardo assonnato mi dà il buongiorno e resta così fisso a guardarmi. In questo momento mille voci mi stanno dicendo di parlare, altre di fermarmi.
"Tra qualche settimana parto, vado a Londra" esplode la bomba.
Lui sbatte le palpebre più volte, sembra non capire. "Dai che dici, se è uno scherzo non fa ridere" mi dice.
No amore, purtroppo non lo é.
"Mi dispiace, é che volevo fuggire da questa situazione, non so cosa provi per me né cosa siamo... Poi ti ho visto con quella ragazza, insomma hai capito".
"Non ti capisco, te lo giuro" si alza di scatto dal letto e si riveste. "Non so come fai a prendere una decisione così importante, davvero non puoi farmi questo" continua.
"Cosa provi per me?" mi chiede.
Io imbarazzata rispondo "sono completamente innamorata di te ma sai anche tu che non abbiamo futuro" dico seria.
"Se pensi questo perché hai fatto l'amore con me?" risponde lui alzando la voce.
Rimango spiazzata. Ha ragione, sono una stupida e dovevo fermarmi. "Non sei solo tu a provare qualcosa sai?" ribatte.
"È proprio questo il punto Damiano, io ti amo mentre tu provi qualcosa" dico ed inizio ad avere le lacrime agli occhi, per me questo è troppo, non ce la faccio.
"Cosa vuoi che ti dica? Che sono innamorato? Non te lo dirò perché sei una stronza, perché sapevi che saresti andata via eppure hai trascorso con me una delle notti più belle della mia vita! Io non volevo giocare con te, non l'ho mai voluto ed ora che mi sono buttato te ne vai?" urla.
"Tu non sai proprio un cazzo di me, non sai che ti porterei via, che vorrei stringerti tutte le notti e vederti sospirare mentre mi guardi, che ho preso la decisione più stupida e difficile della mia vita e buttato altrettante lacrime, non sai niente io non voglio lasciarti! " e mentre lo dico inizio a camminare su e giù per la stanza.
" E allora perché parti? Iniziamo una storia, una storia vera e vediamo come va. Io ci tengo a te e lo so che ho fatto delle cazzate, ma non voglio che vai via davvero".
"Ormai è tutto fatto Damiano, non posso farci niente".
"Ok, allora tu vai e io ti giuro che ti verrò a prendere e ti riporterò a casa".
Quelle parole sono un colpo secco al cuore, mi ha spezzato letteralmente in due. Forse capirà, forse no. Probabilmente non mi aspetterà mai e volterà pagina, dopo un po' troverà una nuova ragazza e io sarò solo un ricordo. In fondo forse è giusto così, é giusto che io prenda la mia strada e lui la sua. Io però non so proprio quale sarà, mentre sono certa che lui prenderà per il collo il suo sogno e lo realizzerà.
Sono troppo presa dai miei pensieri, lui ormai si è vestito e già so quello che farà. Infatti senza dire niente va verso la porta, la sbatte e scappa via. Ho visto la sua faccia, la sua espressione era quella di uno che ha ricevuto una delusione forte e io so come ci si sente. So come ci si sente quando una persona a cui tieni ti dà un colpo secco in faccia, un colpo che viene da qualcuno che non ti aspetti. Mai.
Mi dispiace Damiano. Ho troppi pezzi di me sparsi qua e là, ed è ora che me li vado a riprendere. È ora che rimetto insieme la vera me.
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Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanficIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...