30. Una canzone che ti ricorda te stessa.

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Ho creduto a me - Laura Pausini

Epilogo

Elena
Quando é nata Camilla avevo paura a tenerla in braccio per quanto era piccola. Mi sembrava una di quei giocattoli talmente fragili che possono rompersi tra le mani.
Era notte fonda quando ho rotto le acque, mia madre mi ha portato subito in ospedale e, dopo qualche ora, quel fagotto rosa era tra le mie braccia. Non ricordo quante lacrime ho versato, ero davvero un fiume in piena. Irene è corsa subito, appena l'ho chiamata e quando ci siamo viste ci siamo date un lungo abbraccio, per dirci che ci saremmo state sempre l'una per l'altra senza bisogno di parlare.
Adesso siamo a casa e stiamo bene.
Il sonno non so neanche cosa sia, ma quegli occhioni verdi mi fanno dimenticare ogni stanchezza, ogni problema.
Sembra che tutto sia tornato al suo posto, sembra che la vita di prima senza lei non sia mai esistita. Tutto ha un senso ora e sono felice.

Ludo e Mary
Abbiamo aperto un locale insieme, con i nostri risparmi.
È uno di quelli moderni, di giorno si pranza e la sera diventa una disco con tanto di serata per speed date, il giovedì.
Mary ha deciso che non rimorchierà più nessuno online dopo l'ultima fregatura, al posto di un ballerino cubano si è presentata una donna di mezza età con i baffi.
Ludo è sempre la solita romanaccia, si è presa un appartamento in affitto e quasi tutte le sere dà feste, quando non lavora ovviamente. Si è fidanzata con uno di 15 anni più grande e l'anno prossimo forse convoleranno a nozze.
Chi l'avrebbe mai detto.

Damiano
Tra poco partiremo per il nostro primo tour ufficiale. Non vedo l'ora di tormentare il resto del gruppo con i miei scherzi, ma soprattutto non vedo l'ora di mostrare a tutti quello che so fare.
Quel messaggio alla fine ha preso vita. L'ho incontrata e, come nella prima volta che l'ho vista, teneva lo sguardo fisso per terra. Una lacrima le é sfuggita sul viso e si è girata di scatto per non farsi vedere da me, chissà cosa aveva dentro in quel momento. Non l'ho abbracciata, sono stato a distanza mentre le parlavo, avevo paura che non volesse starmi vicino.
Ero teso, ci siamo detti tante cose.
Io le ho promesso che, anche se la mia vita da quel momento in poi sarebbe stata un casino, sarei sempre tornato a casa da lei. Non sarebbe cambiato niente in quel senso.
Lei non è stata di molte parole, mi guardava con gli occhi speranzosi di una bambina a cui stai facendo una promessa che forse non manterrai.
Mi ha lasciato dicendo che ci avrebbe pensato, ma che non voleva che mi sentissi in gabbia. Le ho dato un bacio sulla fronte e mi sono voltato, piangendo.
Lei è rimasta seduta sul muretto per un po', guardava il fiume scorrere lento. Ho preso la mia strada e sono andato via.

Irene
E così tutte le cose belle hanno una fine.
Camminavo con le cuffie alle orecchie, le persone mi passavano accanto ma a me sembrava che ci fossi solo io. Lui era lì, appoggiato al muretto, si accendeva una sigaretta e aspettava che arrivassi.
Mi fermo e penso che forse non ce la faccio, forse torno indietro. Però glielo devo, non posso mollare così una persona che per me è stata tutto, che per me è tutto.
Riprendo a camminare, in sottofondo Shallow di Lady Gaga, fin quando anche lui mi vede. Ogni passo è una pugnalata al cuore, come se avessi un macigno legato ai piedi.
Lui mi saluta ed io rispondo con un mezzo sorriso, ho gli occhi rossi e secchi e so che li noterà. Non so spiegarmi perché ogni volta che lo vedo è sempre più bello. Si dice che quando due stanno insieme e passa un po' di tempo certe cose non le noti più, ci fai l'abitudine. Ma per me non era così.
Mi dice tanto, forse troppo. Ero abituata a vederlo come un ragazzo pieno di vita, attivo e mai troppo preoccupato. Invece ora aveva un ombra scura sugli occhi, riuscivo a percepire il suo dispiacere, riuscivo a cogliere ogni espressione che faceva. Gesticolava molto e manteneva una certa distanza tra noi, quasi temesse un mio rifiuto.
Aveva ragione, se solo mi avesse sfiorato sarebbe stato peggio. Avrebbe reso le cose molto più difficili.
Gli dico che non sono riuscita ad arrivare ad una conclusione, ero solo certa che la cosa che volevo di più era la sua felicità. Nient'altro che quella. Se lui era felice lo ero anche io, nonostante tutto. Ogni suo successo sarebbe stato il mio, ogni suo fallimento sarebbe stato il mio, ogni sua emozione sarebbe stata la mia.
Non sapevo se avrei continuato ad aspettarlo.
Gli ho augurato di arrivare dove voleva lui, su quella famosa vetta di cui tanto mi parlava. Ce l'avrebbe fatta.
Prima di andare via ha messo nella mia tasca della giacca un foglio ripiegato con cura, mi ha baciato sulla fronte, si è voltato ed è sparito.
Sono riuscita solo a fargli una carezza sul viso, niente più. E così sono rimasta immobile a fissare l'acqua che scorreva lenta nel fiume, con la malinconia di chi sa che non tornerà più indietro. Come quando metti un punto dopo aver scritto l'ultima pagina del tuo diario segreto e ne inizi un altro, mai uguale a quello precedente.
È vero, ogni cosa bella ha la sua fine mi dicevano.
Tutto finisce e tutto inizia, ancora e ancora.
Mi asciugo gli occhi umidi e prendo la strada opposta a quella di casa, promettendo che da qualsiasi parte mi conduca sarà una nuova partenza, tutto da capo. Mai come ieri.

Mai come ieri - 30 canzoni in una storiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora