A te - Jovanotti<Ciao Ire sono Vic, stavolta per davvero. Volevo chiederti scusa per ieri sera ma Damiano ha preso il mio telefono dalla tasca della giacca, mentre io ero in bagno. Volevo anche sapere come stai, é da un po' che non ci sentiamo! Perché non mi chiami uno di questi giorni? Le cose qui vanno alla grande, non vedo l'ora di dirti tutto! Bacio>
Già Vic, forse per te le cose vanno alla grande.
Ho un nodo allo stomaco che non va via. Sebbene il mio stato d'animo sia nettamente migliorato nell'ultimo periodo, porto sempre dentro una sorta di malinconia bastarda.
Ho detto a Ludo di non portarmi mai più in quel posto maledetto, se vuole uscire con me solo posti tranquilli. Evitando gli stalker di nome Gianni, sai com'è.
Stasera Elena dà una sorta di festa, o baby shower che fa più figo, in un locale vicino casa. È un posto in cui sono già stata dove si può mangiare e nello stesso tempo ad una certa ora mettono la musica.
Mi lavo i capelli e nel frattempo faccio una maschera nera al carbone. Negli ultimi tempi non mi sono presa molto cura di me, sbagliando. Ancora col turbante in testa prendo dall'armadio una gonna sul beige ed una camicia da mettere sopra semi trasparente nera.
Le scarpe sono vicino alla porta pronte per essere indossate, non devo dimenticare la busta col regalo per la piccola. Sono una frana nel ricordarmi le cose.
Una spruzzata di profumo, la collana coi tre cuori al collo, il cappotto chiaro addosso e via, pronta per uscire.
Quando arrivo c'é già un po' di gente, la mamma di Elena mi viene incontro per salutarmi e ringraziarmi per essere stata vicino alla figlia in questo momento delicato. Ci sono amiche comuni con i loro compagni e anche Franco, che non vedevo da un po'. Accanto alla tavolata c'è un altro piccolo tavolino con dei palloncini rosa, dei biscotti decorati con biberon e fiocchetti in pasta di zucchero, buste accatastate di regali appena ricevuti. Mi siedo vicino a Ludo e Mary, anche loro invitate alla festa.
Elena deve aver proprio fatto le cose in grande, iniziano a portare gli antipasti seguiti dai primi e secondi, tutti molto buoni.
"Devo andare in bagno, mi accompagni?" mi chiede Ludo.
"Si, a forza di stare seduta ho i crampi alle gambe" rispondo.
Quando mi alzo noto che la sala è piena, tutti i tavoli sono occupati e c'è un gran casino. Io e Ludo scherziamo mentre mi ricorda della famosa serata in discoteca fino a quando mi passa davanti una ragazza bionda. Non riesco a guardarla in faccia, tutto quello che ho potuto vedere erano i suoi capelli a caschetto chiari ed un pantaloncino super corto nero.
Guardo Ludo e le faccio segno con la mano.
"Che c'è, che hai fatto?" mi chiede.
"Hai visto quella ragazza? Sembrava.."
"Io non ho visto nessuno, ce ne saranno decine di ragazze qui. Chi te sembrava?" ci riflette un attimo e poi capisce dove voglio arrivare "o mio dio, ire! Ma te sei ossessionata da quel coatto! E basta, su!". E niente, mi molla così ed io rimango davanti allo specchio del bagno a fissare la mia faccia spenta, mentre noto che il correttore per le occhiaie mi ha già dato il benservito. Grazie mille!
Torno al tavolo sconfitta, le mie amiche continuano a ridere di me e delle mie 'allucinazioni' mentre si abbuffano come se non ci fosse un domani.
"Devo farti vedere una cosa" mi dice Mary trionfante "ho conosciuto uno su Facebook, guarda che figo!".
Mi mostra la foto di un tipo che é palesemente un modello, almeno in foto. Sento che c'è puzza di fregatura, specialmente dopo aver letto i messaggi sconci che le manda. "Tu sei proprio sicura che questa persona sia reale?" le chiedo. "In che senso?" mi risponde lei stupita.
"A me sembra una foto presa a caso da internet, sarà sicuramente uno che si spaccia per ciò che non è! Dai, si capisce subito che é una fregatura!".
"Vedi? Te l'avevo detto anche io" interviene Ludovica "ma secondo te un bono del genere te viene dietro? A te?" e si mette a ridere con la mano sulla bocca. Ci guardiamo e ridiamo come sceme tutte e tre, tirandoci i tovaglioli di stoffa addosso. Uno cade per terra e mi abbasso per raccoglierlo, mentre mi ricompongo alzo gli occhi e non credo a quello che sto vedendo. Hanno ragione le mie amiche, ho le visioni.
Ma quello che ho davanti tutto sembra tranne che frutto della mia immaginazione: lui è a qualche tavolo di distanza dal nostro, me lo trovo di fronte ed è lì che mi fissa immobile. Sbatto le palpebre più volte, mi dò un pizzicotto sulla mano ma quando riapro gli occhi lui è sempre lì.
"Ragazze, ditemi che ho le visioni vi prego" dico allarmata.
Loro si girano e sembra che non sappiano di cosa sto parlando. "Ma che dici, ancora co sta storia?" dice Ludo.
Poi però inizia a guardarsi intorno e poco dopo lo vede anche lei. Lo capisco perché, anche se non parla, si è girata di scatto verso me ed ha poggiato la sua mano sulla mia stringendola forte. Credete ancora che io sia pazza?
" Fai finta di niente" mi dice Elena che è seduta di fronte a me "comportati come se non ci fosse. Vedrai che sarà lui a fare la prima mossa. Scusa, ma tra tanti locali proprio qua doveva stare questo? E no eh!" dice sbuffando.
Ok, ok. Sono tranquilla? No. Posso far finta di esserlo? Macché. Il mio cuore sta battendo a mille allora? Ci puoi scommettere.
Aggiungerei anche: e la chitarra? Suonaa! Che simpatia.
È quasi mezzanotte, stanno per abbassare le luci e mettere la musica. I camerieri stanno sbarazzando i tavoli per poi toglierli e fare spazio a chi vuole lanciarsi in pista. Le prime, manco a dirlo, sono Mary e Ludo che non si risparmiano mai quando si tratta di ballare. Cercano di trascinarmi tirandomi per un braccio, non sono convinta ma alla fine mi lascio andare. Tra una giravolta e l'altra mi ritrovo davanti lui e un brivido mi attraversa la schiena. Indossa una camicia leopardata di quelle sottili, infilata per metà nei pantaloni e sbottonata sul petto. È da un po' che non lo vedo e mi sembra cresciuto, sembra più uomo e si muove da Dio.
Mi tende la mano ed io rimango ferma a guardarlo, indecisa se afferrarla o no. Nella mia testa mi ripeto che se ci casco anche stavolta finisce male, i sentimenti ritornerebbero a galla e ricomincerebbe tutto da capo.
Ma sono come ipnotizzata, il suo braccio è ancora teso verso di me ed i suoi occhi profondi non hanno intenzione di rivolgersi altrove. Ho deciso, mi avvicino e gli prendo la mano.
Lui mette l'altra dietro la mia schiena, parte un lento e mi faccio guidare dai suoi passi. Siamo occhi contro occhi, il cuore che vorrebbe urlare e le braccia strette l'uno verso l'altro. Lo sapevo, non dovevo farlo.
Ma Damiano è una droga, é una calamita che ti attira nonostante i giorni, i mesi, gli anni. Lui lo sa, e di colpo mi tornano in mente una serie di immagini passate:lui che dorme con il lenzuolo lungo la schiena, le cene con i panini, le litigate ed i bigliettini per fare pace, l'amore nel letto. Sento il calore percorrermi tutto il corpo, mi gira la testa e non mi sto sentendo tanto bene. Di colpo mollo la presa e, senza dire una parola, prendo la giacca ed esco fuori a prendere un po' d'aria. Respiro a pieni polmoni, ho visto l'amore e mi viene da piangere. Ho visto quello per cui ho perso il sonno ed un battito di cuore, quello che avrei chiuso in valigia prima di partire, ma anche quello che avrei voluto nei miei momenti bui in cui era via. E adesso, magicamente eccolo qua.
Una lacrima riga il mio viso e la lascio scendere, non ho voglia di asciugarla con un fazzoletto di carta. Era da troppo tempo che non piangevo, che avevo deciso di tenere dentro tutto e questo era il risultato. Solo per non farmi vedere triste da nessuno, solo per non sentire le solite parole di circostanza.
Però ad un tratto sento dei passi, so che sta venendo da me.
Non ho voglia di parlare, voglio solo andare via e forse farà meno male. Ma lui sembra aver capito e senza dire niente mi abbraccia, forte. Mi sento immobilizzata, riesco a sentire il suo respiro nell'orecchio ed il battito accelerato del suo cuore. Le sue mani premono sulla schiena, quasi a voler lasciare un impronta su di me. Quando si stacca mi dice "tutto quello che voglio sei tu" e cerca di baciarmi. Ma io mi tiro indietro, mi scanso e faccio qualche passo per allontanarmi da lui, mi giro di spalle e vado via.
Prendo un taxi senza salutare nessuno, questa notte è stata già troppo crudele con me.
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Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanfictionIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...