Frida (mai, mai, mai) - The KolorsIl fatidico giorno é arrivato. La mia laurea.
Non ho dormito per niente stanotte ed ho un ansia assurda. Manco il latte e caffè va giù per quanto sono nervosa.
D'altronde, senza le mie occhiaie da panda cosa sarei io?
La mia casa è piena di persone che vagano qua e là, toccano roba, bivaccano sul divano e urlano, dio se urlano. Damiano è in bagno da due ore ed io me la sto facendo sotto, nel vero senso della parola.
Vic mi sta bombardando di chiacchiere, non le piace quello che ho deciso di mettere e vuole dare un suo tocco al mio look. In pratica vuole che esca in shorts e reggiseno, bene.
"Dai, ma che fai vestita così! Mettiti almeno una gonna, sempre con sti pantaloni, eddaje!" mi urla.
"Ma Damiano quanto tempo ci mette in bagno? Non è che é caduto nel cesso?" dico.
Mi avvicino alla porta e inizio a bussare. "Damiano! Damià! Muoviti che è il mio turno, forse non lo sai ma sono io che mi devo laureare non tu!" dico alzando la voce e sbuffando.
Nel frattempo in salotto Elena col pancione é spiaggiata sul divano ad ingozzarsi di patatine, Ethan e Thomas stanno giocando a briscola sul tavolo della cucina, andiamo bene. Non so neanche dove abbiano trovato le carte, mah.
Le mie amiche hanno fatto gruppetto in un angolo vicino all'ingresso, conoscendole staranno spettegolando su qualcuno presente in casa. Ma non potevo laurearmi da sola, senza dire niente a nessuno?
Spero almeno che abbiano pensato alla corona d'alloro, ad una bottiglia di spumante e, che so, quelle cazzate che sparano coriandoli dorati. Qualcosa insomma.
Mentre mi sto mettendo i collant e Victoria mi sta alle costole con piastra e trucchi vari, si apre la porta del bagno.
Ora, io sapevo che il modo di vestire di Damiano non apparteneva al genere 'sobrio', anzi. Sembrava però che dovesse partecipare alla consegna degli Oscar o alla prima di un film a Hollywood, dove sicuramente si sarebbe sentito a suo agio.
Indossava un completo viola acceso, sulla parte posteriore della giacca c'era disegnato una specie di cuore trafitto da una spada, tutto rigorosamente di paillettes. Scarpe nere a punta e con un po' di tacco, matita scura sugli occhi, smalto ovviamente nero sulle unghie. In sala è calato il gelo.
A me viene da ridere perché sembra joker di batman, é proprio irriverente ma a me piace così.
"Allora?" dice guardando tutti "che ve ne pare? Oh, questo l'ho fatto fare apposta per me, m'é costato n'occhio della testa! Ti farò fare un figurone!" esclama guardandomi.
"Ah, non ho dubbi amore!" rispondo mentre gli altri ridono di gusto.
"Certo che anche tu non scherzi, eh!" mi dice scrutando i da capo a piedi. "Hai visto? È tutto merito mio! Pensa che se voleva mette i pantaloni!" risponde Vic.
Diciamo che lo stile di tutto il gruppo non può definirsi casual, hanno scelto per me un vestito nero abbastanza stretto e scollato sul davanti. Loro pensano che debba fare una sfilata, invece ci saranno una schiera di professori pronti a torturarmi, senza contare che sopra dovrò indossare una tunica sbiadita ed indossata da chissà quante persone prima di me. Forse, mai neanche lavata.
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Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanfictionIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...