Hello - AdeleÈ passato ormai un mese da quando sono arrivata qui.
Ne mancano altri due e poi tornerò a casa.
Ho promesso a me stessa che qualunque cosa troverò non sarà poi così grave, che riuscirò a risolvere tutto qualsiasi cosa sia.
Qui le cose vanno alla grande, sono passata al livello avanzato di inglese e quindi non ho più Joe come insegnante.
Mi ha dato il suo numero di telefono, ci stiamo frequentando e ogni tanto a scuola ci mettiamo a chiacchierare in corridoio. È una persona speciale, mi trovo molto bene con lui. E, si, una sera ci siamo baciati.
È stato un bacio delicato, un bacio rispettoso direi.
Lui sapeva che ho qualche conto in sospeso in Italia e non ha voluto insistere più di tanto, anche se io desideravo staccarmi da lui. È stata una cosa voluta da entrambi, senza andare oltre. In quel momento non ho rimpianto Damiano, era già da un po' che non eravamo in contatto e sinceramente mi stava bene così. Volevo una persona che combattesse per me, ma era evidente che non era questo il caso. Non mi ha più cercata, né io lui, forse era arrabbiato o forse no. Quello che so è che si divertiva parecchio senza di me e non sembrava sentire tanto la mia mancanza.
Ci ho pensato e forse la cosa migliore per me è non tornare mai più a casa. In fondo qui sono serena, potrei trovare lavoro senza difficoltà e forse avrei guadagnato anche un ragazzo. Era un idea che mi balenava in mente già da un po'.
Quella sera Joe mi aveva invitato a vedere un musical, Bohemian Rhapsody. Adoravo i Queen ed il fatto di poter assistere ad un tale spettacolo mi rendeva felicissima, per cui ho accettato. Credo che Freddie Mercury sia stato uno dei più grandi artisti nel mondo della musica internazionale, uno che sul palco era in grado di scuotere la folla con la sua voce potente e la sua carica esplosiva.
Mentre mi preparavo però sento il telefono squillare. Era Elena, era da tanto che non la sentivo.
"Amica mia! Come stai? Non ti sento da un sacco, mi dici perché sei sparita?" mi chiede con voce squillante.
"Elena! Si lo so scusa, sono stata un po' impegnata..tu come stai?" rispondo evasiva.
"Io bene, mi sono fidanzata!" ride.
"Ahah è quindi siamo al fidanzato numero? Sei sempre la solita, vediamo quanto dura stavolta!" dico scherzosa.
"In realtà Ire non ho chiamato solo per questo, c'è un altra cosa che devi sapere" mi dice seria.
Ed ecco la solita ansia che sale su per lo stomaco.
"Niente di grave spero" e deglutisco.
"Ire Damiano sta venendo lì."
Ok, ricolleghiamo il tutto per un secondo. No dai sicuramente ho capito male, non può essere vero ciò che sta dicendo.
"Ripeti" insisto io.
"Lui sta venendo lì, é per suonare. Il suo gruppo si sta facendo strada e stanno facendo qualche data all'estero, tra cui Londra. Non sapevo se dirtelo, dimmi che ho fatto bene!".
"Non saprei proprio cosa dire, sai..qui ho una specie di storia, niente di serio. Sai com'é, ho visto che anche lui si sta dando parecchio da fare."
"Io l'ho visto un paio di volte in giro, in verità mi é sembrato triste sai, non il solito Damiano. Ho avuto anche modo di scambiarci due chiacchiere ed ogni volta mi ha detto che gli mancavi".
Ho un nodo allo stomaco, per un attimo mi toglie il fiato.
"Dimmi quando suonano" dico sicura di me.
"Domani sera, ci andrai?" chiede lei speranzosa.
"Non lo so, ho paura. Sono cambiate un po' di cose in così poco tempo."
"Segui il tuo cuore, lo sai. Saprai la risposta. Ora devo andare, promettimi che mi fai sapere tutto però, fatti sentire! Ti voglio bene e mi manchi".
"Mi manchi anche tu" e riaggancio.
Esco e fuori fa freddo, sono in ritardo ma non ci penso. Quando scendo dalla metro trovo Joe che mi aspetta più bello che mai. Mi saluta con un bacio sulla guancia e si accorge subito che c'è qualcosa che non va.
Decido comunque di far finta di niente e continuo così per tutta la sera.
Assistere ad un musical in una delle città più belle d'Europa é un sogno che si avvera. Voci pazzesche, le canzoni storiche dei Queen che ti fanno fare un salto nel passato, é magico.
Inutile dire però che la mia testa era altrove quella sera.
All'uscita del teatro mi tiro su la zip della giacca e la porto fin sopra la bocca, sento i brividi attraversarmi il corpo.
"Scusami, vorrei fare due passi a piedi" dico a Joe.
Lui mi guarda stranito e poi dice "va bene, il tempo di fumare una sigaretta e andiamo".
"No, intendevo da sola".
"Ah, cosa c'é che non va?" mi chiede dolcemente.
"Sono un po' pensierosa in questi giorni, comunque grazie della bellissima serata. Davvero".
Senza neanche farlo rispondere vado via. Lo so, é da maleducati, ma dopo quello che mi ha detto Elena non posso recitare la parte di quella che faceva l'indifferente.
Probabilmente domani non mi rivolgerà neanche la parola a scuola, devo però vedere Damiano. Assolutamente.
La notte stessa inizio a cercare i biglietti, che però sembrano esauriti. Già, come pretendo di riuscire a trovarli il giorno stesso del concerto?
Non mi dò per vinta ma, arrivata ormai all'alba, mi rassegno. Sembra che il destino non voglia che vada a quel dannato incontro. Sospiro e mi addormento, tra qualche ora devo uscire e se non dormo non riuscirò neanche a tenere gli occhi aperti in classe.
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Mai come ieri - 30 canzoni in una storia
FanfictionIrene si divide tra studio e lavoro a Roma, città in cui si é rifugiata per scrollarsi di dosso il peso di una famiglia disastrata. Damiano, frontman di talento alla ricerca del successo, passa spesso davanti al negozio dove lei lavora. Un incontro...