25. Una canzone di un artista che non c'è più.

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Waiting for love - Avicii

Come dicevo io odio le discoteche.
Mi sembra solo un mucchio di gente che si muove a caso al ritmo di una musica sempre uguale. Per non parlare poi di quelli che ti vengono addosso e dei marpioni che iniziano a toccarti il sedere pensando che ci stai. Che spettacolo.
Comunque sono qui, trascinata a forza da Ludovica che non vedeva l'ora di buttarsi nella mischia. Incontro anche alcuni ragazzi che conosco che, per fortuna, non sono fusi come lei.
Purtroppo, quando stai per un po' di tempo con una persona e ti vedono senza di lui ti chiedono tutti dove sia. E quando gli rispondi che non state più insieme se ne escono con "oddio, come mai?" oppure si scambiano occhiate che dicono tutto.
Tu a quel punto devi cominciare a dare spiegazioni, oppure ad inventarti scuse su scuse come ho fatto io. Era meglio il cinema.
Nonostante tutto la serata scorre tranquilla, complice qualche bicchiere di troppo. Sto iniziando a divertirmi quando qualcuno mi avvisa che il cellulare sta vibrando. È Vic, non rispondo. Lascio che il volume della musica sovrasti i miei pensieri, fino a quando squilla di nuovo. Vedo lo schermo illuminarsi e, per quanto voglia fare finta di niente, mi avvicino e lo prendo.
"Vic?" rispondo anche se non sento niente.
"Ire sono io, dove sei? " dice la voce dall'altro capo del telefono.
Ovviamente è una voce troppo maschile per essere quella di una ragazza, capisco subito. "Oh, sei tu! Perché al posto di chiamarmi non te ne vai con una delle tue ragazzette a fare i tuoi porci comodi? Eh?" urlo. Sono ubriaca.
"Hai bevuto, vattene subito da lì".
"Ma chi ti credi di essere? Non sei nessuno per dirmi quello che devo fare!" mi cade il telefono dalle mani, mi gira la testa. Ricordo solo che in quel momento Ludo ha afferrato il cellulare prima di me, ed ha mormorato una frase che suona come vai a quel paese per poi riattaccare.
" Questo lo prendo io" mi dice categorica "e adesso ti porto a casa perché non ti reggi neanche in piedi".
Dopo quella sera, oltre ad un mal di testa epico, non ricordo più niente. E non ho più ricevuto nessuna telefonata da Vic, alias Damiano.
Mi sono ritrovata poi un paio di messaggi da un certo Gianni, che mi avrà sicuramente abbordato durante la serata anche se non ricordo neanche la sua faccia. A quanto pare però devo avergli lasciato un buon ricordo, da come scrive.
O mio dio, ma che cazzo ho fatto?
Con uno che si chiama Gianni, poi.
Ecco cosa succede quando, le ragazze come me, vanno in discoteca.
"Ludo ti disturbo?" dico alla mia amica al telefono.
"Hei, sei viva! Pensavo ti stessi ancora riprendendo da ieri sera!" e ridacchia.
"Volevo chiederti proprio questo, cos'è successo ieri sera? E soprattutto, chi è Gianni?" chiedo.
"Ahahah santo cielo! Ma allora non ti ricordi proprio niente? Neanche che hai parlato con Damiano?"
"Quello me lo ricordo, forse non ero del tutto ubriaca".
"E te pareva che nun te lo ricordavi quello! Comunque Gianni è un ragazzo calabrese che hai conosciuto ieri sera, vi siete pure baciati!"
Voglio morire.
"Coosa? Ma stai scherzando!" le dico urlando.
"Nient'affatto! Ci hai dato dentro, peccato avesse 16 anni! Se era più grande facevate na bella coppia!" dice lasciandosi andare ad una risata fragorosa.
Ribadisco, voglio morire. Dopo aver vomitato, però.
Quando decido di fare una serata tranquilla, voglio fare una serata tranquilla. Non finire tra le braccia di un adolescente arrapato e bere fino a non ricordare niente.
Ho una sensazione però, di sicuro per me le sorprese non sono ancora finite.

Mai come ieri - 30 canzoni in una storiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora