You are not alone

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Il pomeriggio seguente al nostro pranzo insieme, Harry mi venne a prendere per andare a fare una specie di colloquio di lavoro, anche se in realtà il proprietario non aveva molte pretese.
Il locale era molto piccolo, ma pieno di tavoli e divanetti ed aveva un angusto palcoscenico che attirava l'attenzione appena si varcava l'entrata.
Michael, questo era il nome del mio nuovo capo, era un ragazzo molto giovane per essere già proprietario di un locale abbastanza conosciuto.
Aveva gli occhi azzurri ed i capelli ricci color biondo cenere e leggermente lunghi.
Sembrò al quanto indaffarato quando Harry mi presentò, continuava a guardarsi intorno per accertarsi che fosse tutto pronto per la serata e quando finalmente mi rivolse la parola mi disse semplicemente di prendere la divisa e iniziare da subito a lavorare.
Harry mi mostrò un camerino che veniva usato dagli artisti per cambiarsi e mi consegnò la divisa, se così può essere chiamata.
Infatti consisteva in uno stretto corsetto rosso con una gonna di tulle nera che copriva a stento il sedere.

«Harry, per caso mi hai fatto assumere in un locale di spogliarelliste?» lo fulminai con lo sguardo, sperando vivamente che questo fosse tutto uno scherzo.
Non avevo alcuna intenzione di diventare la donna oggetto che avevo sempre affermato di non essere.

«No, non lo definirei così. È più un locale di burlesque. Ti giuro che è meno terribile di quanto pensi, ci si diverte e si guadagna anche qualcosa. Fidati.» mi guardò speranzoso e mi prese le mani nelle sue così enormi.
Mi morsi il labbro e ci pensai su, infondo potevo sempre andarmene se non lo ritenevo un lavoro dignitoso.
E poi Harry non sembrava il tipo di persona che mi trascinava in qualche guaio, a differenza di qualcuno.

Sospirai ed alzai gli occhi al cielo, «Okay, vado a vestirmi».

Si aprì in un bellissimo sorriso e sembrò realmente entusiasta e sollevato, «Fantastico! Ci vediamo al bancone del bar.» mi salutò, lasciandomi con un occhiolino.
Sorrisi fra me per il suo atteggiamento così positivo e mi cambiai velocemente, evitando di guardarmi allo specchio.
Non volevo sentirmi ridicola più di quando già lo fossi.
Presi un grosso respiro e finsi di non odiare questa nuova orrenda vita che mi si era proposta e mi spiaccicai un sorriso sul volto mentre raggiunsi Harry al bar.
Anche lui adesso indossava l'uniforme che, a dire il vero, non era meno vergognosa della mia.
Doveva portare solo dei pantaloni ed un gilet nero, lasciando quindi nude tutte le braccia tatuate.
Quando lo vidi mi scappò una risatina.
Almeno non c'erano discriminazioni di sesso in questo locale, entrambi dovevamo mostrare la carne.

«Non ti credevo il tipo per questo look a dir poco audace.» lo presi in giro, attirando la sua attenzione.
Smise di pulire il bancone e si unì alla mia risata, rivolgendomi finalmente lo sguardo.
Mi guardò attentamente, forse fin troppo.
Questo mi fece pensare che avrei avuto questo tipo di sguardo da chiunque mi avesse vista in questo locale.
Ero abituata ad avere gli occhi addosso, ma almeno prima avevo la libertà di scegliere cosa indossare e quindi  attirare l'attenzione solo se volevo.
Adesso invece non avevo scelta.

«Preferirei evitassi di guardarmi come un manichino esposto in vetrina, grazie.» risposi acidamente, ma purtroppo stavo letteralmente odiando lo stato in cui mi trovavo ed il suo sguardo mi stava solo infastidendo.

Scosse il capo e fu evidente il suo imbarazzo in quando iniziò a balbettare delle scuse, «Non intendevo essere scortese o volgare, solo che sei davvero... da mozzare il fiato.» disse le ultime parole in un sospiro e mi stupii di come potesse essere dolce quel suo commento. Fosse stato chiunque altro, lo stesso Zayn, mi avrebbe fatto degli apprezzamenti non proprio eleganti, ma lui invece era stato estremamente carino.
Mi guardò negli occhi con evidente imbarazzo e rammarico e ciò mi fece solo tenerezza.
Era così diverso dagli uomini che avevo conosciuto fino ad ora e questo probabilmente era un bene.

Yūgen 2 [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora