Capitolo quindici.

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'Cara Evangeline,

No,è troppo formale. Cancella tutto.

Ciao sorellina,

lo sai che ti voglio un bene dell'anima?

E si,non voglio immaginare la tua faccia quando hai saputo della morte dei nostri genitori in quel bosco..io ero con loro,e non mi darai la colpa della loro morte,ma ti giuro che io troppo lontano per andare a salvarli.

Sono un codardo,sto fuggendo.

Fuggo da questa città maledetta, da te, dai tuoi occhi gentili.

Magari tornero'. Magari io ti stringerò fra le mie braccia,ti dirò che va tutto bene. Ancora una volta.

Ho solo tredici anni,ma questa strage ha lasciato un vuoto in me.

Ti voglio bene,e ti prego,sii felice..perdonami,supera ogni ostacolo,perchè so che ce la farai.

Sei forte,sei talmente forte da poter attraversare l'oceano con una sola zattera.

Non ti chiedo di perdonarmi. Sono un mostro.

Un mostro che però,ti vuole un bene immenso.

Ci si vede,Evangeline.

-Andrew.'

I singhiozzi fuoriescono dalla mia bocca velocemente,fino a trasformarsi in piccoli sbuffi.

L'aria sembra mancare tutto un tratto e vorrei solo scomparire dalla terra.

Un urlo straziante rimbomba nella stanza e solo allora capisco di essere stata io ad emetterlo.

Mi mancano,così tanto.

Mi mancano le buffe faccie di mia madre,i rimproveri e gli scherzi di mio padre,l'affetto di mio fratello.

Non sono il tipo di persona che si dispera in brutte situazione,ho l'abitudine di pensare al positivo,pensando che ci sono persone che stanno davvero male.

Ma dannazione,mi sento così sola adesso.

Mia nonna appare dalla porta,mi guarda con gli occhi lucidi,l'espressione sul suo volto dolorante.

Mi asciugo in fretta le lacrime,cercando di ricompormi.

"Ti telefonerò presto." Dico a bassavoce alla donna ormai anziana.

Lei annuisce.

Corro in fretta fuori la casa,e proprio quando varco la soglia,sento un singhiozzo.

Sta piangendo anche lei.

Reprimo l'impulso di abbracciarla e cammino in fretta fra le strade calde di Londra.

I miei piedi si muovono troppo velocemente,finchè non vedo per terra una rosa rossa spezzata,per terra.

I ricordi salgono a galla velocemente.

*Flashback.*

'Mamma,mamma. Corri a vedere.' Urlai estasiata.

Lei venne verso di me,sorridendo.

'Ti piace? L'abbiamo fatto per te.'

Sfiorai con le punta delle dita le rose rosse e bianche.

I miei genitori pochi mesi prima che compissi nove anni,mi trovarono in giardino,mentre raccoglievo i fiori più belli.

Mi piaceva sentire i loro profumi,i loro colori.

Era un passatempo per me giocare con essi.

Così mio padre il giorno stesso mi raccontò che qualche settimana prima coltivarono queste rose,proprio per farmi una sorpresa.

Beautiful eyes. // Niall Horan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora