Capitolo 2

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"Sarò lì accanto a te,
Dai credimi che passerà"
-Che vuoi che sia,Irama-













































Tivoli,14 ottobre.
20:10



























Sabato sera,i genitori di Francesco avevano deciso di andare al cinema e l'avevano lasciato solo a casa.
Per cena,non trovando nulla di commestibile,era uscito a comprare qualcosa nel supermercato vicino casa sua con il suo amato libro.
Francesco era un ragazzo molto scaramantico.
Cosa che i suoi genitori gli avevano detto di superare.
Ma che lui non aveva mai oltrepassato.
Si portava sempre un foglio con sé, accartocciato nella tasca dei jeans.
Su quel foglio,c'erano scritte come minimo venti poesie:le più belle di tutti gli autori italiani.

Era entrato nel supermercato e dopo aver preso una pizza dal reparto surgelati e delle fette di prosciutto cotto dalla salumeria,si stava dirigendo verso la cassa.
Ma aveva dimenticato qualcosa.
<<Ah già! Lo spray per lavare i vetri di mamma!>>aveva esclamato tornando indietro.

Il buon profumo di ammorbidente lo aveva pervaso completamente.
Il reparto della pulizia della casa,era il più buono in tutto il supermercato.
Francesco non era un casalingo di quelli che ci muoiono dietro una piastrella sporca.
Ma non era nemmeno un barbaro.
Insomma,se poteva,si faceva regalare un ammorbidente alla rosa,come quello che usava sua nonna.

Dopo essere uscito ed essere rientrato fra le mura domestiche,Francesco aveva infornato la pizza e aveva acceso la televisione,facendo passare le solite cazzate.
<<Questi programmi sono tutti uguali!>>aveva esclamato il giovane,mangiando l'ultima fetta di pizza.

E aveva pienamente ragione.
Solo programmi tristi.
Al telegiornale:programmi tristi.
Sulla Rai:omofobia e bullismo.
In un'altra trasmissione:come combattere la cellulite.

Insomma,Francesco,stanco delle solite cazzate giornaliere,era andato in camera sua.
Si era chiuso la porta alle spalle e aveva aperto il diario.





































Compito per martedì 20 ottobre.
"Dipingere un soggetto a piacere,puntando specialmente sulle sfumature"
P.s possibilmente un soggetto reale








































Francesco quindi,aveva deciso di dipingere la sua gatta, Loredana.
Non ridete,non era stato lui a scegliere quel nome.
Sua madre era fissata con il dare lo stesso nome a ogni gatto che avrebbero avuto.
E Francesco li chiamava con i numeri.
Loredana era la numero otto.
Quindi quando sarebbe scappata di casa perché sua madre le stava troppo addosso,sui volantini di ricerca,ci doveva essere scritto anche il numero.
Francesco ci rideva su,senza poterci fare nulla.

Scartata l'idea di dipingere Loredana 8,aveva pensato di fare un fiore,ma nemmeno lui sapeva cosa doveva dipingere.
E non gli era mai successo.
Il Sognatore,non sapeva che sogno dipingere.
Ma poi aveva avuto un colpo di testa.
Così li chiamava Francesco.
Quando hai un'idea talmente geniale da far tremare i neuroni.
Sì,era proprio un'idea geniale.




























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Francesco aveva preso il primo Pullman,ed era andato a Roma.
Roma,città indolore.
Città meravigliosa e storica.
Roma è un po' un pezzo d'anima per il mondo.
Sì,esatto.
Francesco ne era innamorato.
Come un malato.
Quando stava male,prendeva il primo Pullman ed andava a Roma.
Si faceva un giro vicino al Colosseo.
Si prendeva un piatto di spaghetti alla matriciana e tornava a casa.
Felice come non mai.

Si era portato con sé il suo amato taccuino.
Sul quale scriveva e lasciava degli schizzi di quello che voleva disegnare.
Era stato tutto il pomeriggio con la schiena poggiata ad un albero.
A ritrarre il Colosseo.
Sì,il Sognatore aveva trovato il soggetto da ritrarre.

Tornato a casa,Francesco aveva fatto le cinque del mattino per finire quel compito.
Mettendoci però,un suo classico.
Delle nuvole rosa.
Suo padre gli diceva sempre che le nuvole sono bianche, perché sono fatte di latte.
Ma a Francesco non piaceva il latte,era intollerante.
A Francesco facevano impazzire le fragole.
E così,dipingeva sempre le nuvole rosa.
Ovunque nei suoi dipinti.
Era un suo particolare.
Così anche le nuvole,potevano avere il sapore di un gelato in centro.

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