Capitolo 13

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"Per poi ridursi da solo ad un bancone al bar"
-Irama,due ore-




Tivoli,12 novembre.
05:56






















Mezz'ora dopo Francesco aveva finalmente,parcheggiato l'auto di suo padre sotto casa sua.
Beatrice non era disposta a scendere dall'auto.
Stava ridendo a crepapelle da mezz'ora per qualcosa che nemmeno lei sapeva.
Francesco aveva scosso la testa per poi aprire la portiera posteriore.
<<No....e poi ha detto che era possibile fare un'incredibile incantesimo>>
<<Ma cosa dici Beatrice! Dai scendi dalla macchina>>
<<No...non vedi che mi sto divertendo?>>

Dopo mezz'ora di dibattito in strada,Francesco era riuscito a farla salire.
Il rientro in casa era stato traumatico.
<<Shh che i miei dormono!>>
<<Tanto nelle grane ci vai tu>>

Tra risate e cadute,Beatrice era finalmente arrivata sana e salva in camera di Francesco.
Si era sdraiata sul letto,con ancora le scarpe.
Lui si era sdraiato accanto alla giovane,che lo stava guardando da qualche minuto.
<<Anche tu hai degli occhi pazzeschi>>aveva sorriso Beatrice,e Francesco aveva giurato di aver sentito la sua autostima crescere un po' di più.
<<Ti puoi sedere?>>gli aveva chiesto lei,tirandosi a sedere.
Francesco aveva fatto come lei gli aveva detto,rimanendo rilassato con i muscoli della schiena.
Lei aveva posato la testa sulle sue gambe,prendendo fra le mani gelide,la mano destra di Francesco,portandosela fra i capelli neri.
<<Accarezzami>>aveva sussurrato, con stanchezza.
Dopo un paio di minuti Francesco,si era ritrovato a scostare i capelli della giovane e aveva notato un enorme ematoma sullo zigomo sinistro.
<<Chi te l'ha fatto?>>aveva domandato ma Beatrice non voleva rispondere.
Aveva continuato a fare muovere la mano del ragazzo fra i capelli.
<<Beatrice>>si era fermato lui.
<<Chi te l'ha fatto?>>aveva domandato con voce ferma.

Beatrice aveva sospirato.
Sentendo il suo cuore rompersi in mille pezzi.
Si era alzata,pronta ad andarsene ma l'alcol che aveva bevuto glielo aveva impedito.
Francesco aveva preso il suo corpo barcollante fra le braccia,e l'aveva fatta rimettere a letto.
<<Accendi la luce>>aveva sussurrato lei facendo ridere Francesco.
<<Hai ancora paura del buio?>>aveva domandato retorico.
<<Non sai cosa mi succede al buio>>e con quelle parole,Beatrice si era rinchiusa nel mondo dei sogni.




















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Nel tardo pomeriggio Beatrice aveva aperto gli occhi, stiracchiandosi lentamente.
Con ancora le tapparelle abbassate aveva capito che quello non era il suo letto.
Ma l'odore di rose la riportava al pensiero di Francesco.
Colui che era proprio accanto a lei.
Con ancora la camicia della sera prima.
Beatrice sapeva bene che i post sbornia non si superano senza dell'acqua.
Così,si era tirata in piedi,ed aveva iniziato a cercare un bagno.
Ritrovandosi in corridoio.
Fortunatamente i genitori del giovane non c'erano,così lentamente,era arrivata in cucina ed aveva preso un bicchiere dalla credenza,per poi aprire il rubinetto e bere un goccio d'acqua.
<<Guarda che l'acqua in frigorifero c'è>>aveva detto Francesco,posando la testa sullo stipite della porta.
<<Ah ehm....torna pure a dormire io ora vado a casa>>aveva detto Beatrice,posando il bicchiere sul tavolo.
<<Beatrice....non ti lascio andare di nuovo da chi ti fa del male>>aveva detto dispiaciuto Francesco.
<<Che altre possibilità ho? Morire di fame in strada!>>aveva esclamato Beatrice scossa.
<<No Beatrice....vieni qui con me. Non posso continuare a vederti con lividi addosso>>aveva detto Francesco,avvicinandosi a lei.
<<Non posso....davvero,non faccio complimenti>>aveva risposto lei,abbassando lo sguardo.
<<Chi è che ti picchia Beatrice? Dimmelo....dimmelo per favore>>
<<L'unica persona di cui dovrei fidarmi ciecamente>>e con quelle parole,era corsa in camera.
Aveva cercato di racimolare velocemente la sua roba ma Francesco aveva chiuso la porta a chiave,impedendole l'uscita.

<<Raccontami.
Raccontami la tua storia ti prego>>
<<Non capiresti. Nessuno capisce>>
<<Ma anche se non capirò, vorrò aiutarti>>
<<Non adesso,domani sera. Vieni a casa mia,ti do il mio indirizzo>>aveva detto lei per poi scrivere su un pezzo di carta il suo indirizzo.

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