Capitolo 9

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"Chi ti ama
Non ti picchia"
-Anonimo-
























Tivoli,31 ottobre.
11:34








Francesco era rimasto a guardare Beatrice.
Così fragile.
Rannicchiata fra le coperte.
Quegli occhi lo stavano scrutando da un paio di minuti.
E trasmettevano tutto,meno che qualcosa di carino.
Paura.
Terrore.
Dolore.

Beatrice aveva sospirato e l'aveva ripetuto.
<<Non farmi del male....per...per favore>>aveva chiesto nuovamente Beatrice.
Francesco le aveva sorriso.
Ma Beatrice no.
Lo stava studiando.
Francesco si era seduto ai piedi del letto,prendendo il sacchetto bianco che teneva in mano da qualche minuto.

<<Tieni,ho preso qualcosa per la colazione>>

Quegli occhi color smeraldo lo stavano pregando.
Di lasciarla andare.
Anche se,da una parte Beatrice era al sicuro.
E Francesco l'aveva capito.
Si era avvicinato a Beatrice,porgendole un cornetto al cioccolato.
Lei aveva scosso la testa.
Ma Francesco aveva insistito,lasciando sulle lenzuola il dolce.
<<Fidati,la signora Maria li fa buonissimi>>l'aveva rassicurata Francesco.
A quel punto Beatrice,aveva preso il cornetto.
E lentamente aveva preso il cornetto tra le piccole dita.
Dopo aver dato un morso,aveva continuato a mangiarlo,non togliendo nemmeno un secondo gli occhi da quelli di Francesco.

<<Già che sei qui,mi conviene continuare il dipinto>>
<<Non posso....devo andare>>
<<Ti prego Beatrice....>>
<<Mi dispiace....non è colpa mia>>



























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Beatrice era arrivata a casa,trovando suo padre infuriato più che mai.
Aveva cercato di scappare in camera sua,ma non ci era riuscita.
Aveva paura.
Tanta.
<<Cos'hai fatto al naso?>>
Ma Beatrice non aveva risposto.
E suo padre le aveva accarezzato la guancia.
<<Vedo che il livido sta guarendo bene>>aveva sorriso suo padre,facendo tremare Beatrice.
<<Te lo richiedo:dove sei stata?>>

Beatrice aveva abbassato il capo.
E poi lo aveva rialzato.
Ma non si sua volontà.
Suo padre l'aveva presa per i capelli,obbligandola a mettersi in ginocchio.
Gli occhi della giovane avevano iniziato a diluviare.
Forte,più delle altre volte.

E le era arrivato immediatamente arrivato un ceffone.
In pieno viso.
Facendo sanguinare il naso.
Si era voltata dall'altra parte,guardando il muro.
Ma la mano di suo padre era ancora fra i suoi capelli.
E l'aveva fatta voltare,per guardarla negli occhi.
E distruggere anche la sua più piccola parte di pudore che aveva.
<<Fai il tuo lavoro,avanti>>
Ma Beatrice quella volta aveva scosso la testa.
Ricevendo un'altra volta uno schiaffo.
Ed in quel momento il naso aveva iniziato a sanguinare ancora di più.
Suo padre aveva fatto una smorfia.
<<Vai a lavarti la faccia,non sei degna nemmeno di fare un pompino come si deve>>e con quelle parole,per la prima volta,l'aveva lasciata andare.


Era corsa in bagno,chiudendosi dentro.
E poi si era guardata allo specchio.
Prendendosi i capelli e tirandoli,forte, fortissimo.
Urlando in silenzio.
E trascinando la sua schiena fino al pavimento.
Si odiava,a morte.
Avesse potuto,avrebbe regalato quel dolore a tutti gli altri.
A tutti quelli che non le credevano e la prendevano per il culo.
Si era tamponata il naso,con dei batuffoli di cotone.
Si era asciugata gli occhi,per l'ennesima volta ed era andata in camera sua, chiudendosi dentro.
Chiudendosi dentro sé stessa.
Dentro quella ferita,che nessuno era in grado di ricucirle.

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