Capitolo 4

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-Allora? Ti muovi?- mi urlò Harry di sotto. Rimasi seduta sul letto con le mani in faccia a pensare e ripensare a quanto potesse essere fastidioso ma nello stesso tempo adorabile. Mi guardai allo specchio, non vedevo altro che una stronzetta aggressiva con i capelli rossi e ricci, un paio d’occhi azzurri e una felpa troppo larga. Non m’importava di far bella figura. Avrei passato al serata a rispondere alle domande che Harry mi avrebbe posto, magari a monosillabi, senza lasciar trasparire alcuna emozione. Avrei fatto felice la nonna e me stessa. Scesi le scale con fare indifferente.

-Tesoro mio sembra che tu stia andando al patibolo- disse la nonna dandomi un bacio sulla fronte. Odiavo quelle carinerie, la mamma aveva imparato bene a starmi lontana con quei bacini, bacetti e carezze.

Uscimmo dalla porta sul retro, Harry aveva il cappuccio in testa e gli occhiali da sole, sembrava un cieco.

-È sera, non ha senso che tu abbia gli occhiali da sole- dissi mentre prendevamo posto ai tavolini di Starbucks.

-Preferisci che me li leva e che venga travolto da un’ondata di ragazze impazzite?- rispose sarcastico.

-Se ti portano via perché no- dissi sorridendo.

-La tua cortesia mi lascia senza fiato- disse e poi fece cenno al cameriere di avvicinarsi.

-Meglio, così non parli più- non ebbe il tempo di replicare perché un giovane con i capelli biondo cenere e un sorriso perfetto arrivò a prendere le ordinazioni. Lui prese un frappe a pistacchio ed io uno alla nocciola.

-Sei fidanzata?- domandò mentre sorseggiava. Fissai la sua bocca sulla cannuccia. Era così rosa e perfetta che per un attimo dimenticai di rispondere alla domanda.

-No- dissi poi fredda.

-Non frequenti nessuno quindi?- insistette.

-No- risposi rimanendo fedele alla questione dei monosillabi.

-Non hai intenzione di darmi un’opportunità vero? Non riesci proprio a vedermi come un amico?

Non risposi ma sentii un’ondata pervadere il mio corpo. Fu un brivido lunghissimo, un brivido forte e silenzioso che mi aveva lasciata in sospeso, in balìa, sulla corda di un respiro, il suo.

-Ovvio che no- rispose da solo alla domanda.

-Senti Harry, io non ho niente da dividere con te, se non la casa in questi giorni. Effettivamente mi stai leggermente sulle palle, non so perché, e so con certezza che anche per te è lo stesso. Tu sei ricco, famoso, hai una vita fantastica, io non ho nulla se non un caratteraccio. Perciò finiamola con queste finte smancerie, d’accordo?- appoggiai le mani sul tavolo. Avevo le unghie mangiate e le pellicine consumate. Ricordai di quanto imbarazzo provavo e le rimisi nelle tasche della felpa. Lui non rispose, si tolse gli occhiali da sole e mi guardò dritto negli occhi. Merda. Mi sentii mancare la terra sotto i piedi e pensai di scivolare in qualche posto sconosciuto nel mondo. Il verde dei suoi occhi mi entrò fin dentro le ossa e per un lasso di tempo pensai di non respirare più. Cazzo se facevano male quegli occhi.

-Ti ho mai detto che sei una brutta stronza viziata?- disse poi con le fossette ben in vista. Lo faceva apposta. Lui sapeva di essere fottutamente bello e doveva dimostrarlo a tutti i costi.

-Ascolta bell’imbusto è la nonna che mi ha voluta qui, io non ci volevo venire. Perciò facciamo finta che sia andato tutto apposto, siamo grandi amici e finiamola.- feci per alzarmi ma la sua mano fermò il mio braccio. Non ci avevo mai fatto caso. Non avevo mai notato le sue mani. Non mi ero mai resa conto di quanto fossero perfette. Anche le mani, dio. Sentii una marea di scosse entrarmi fin dentro i polmoni. Non respiravo più, ora era ufficiale. La sua mano teneva ferma il mio braccio e i suoi occhi incollavano il mio sguardo al suo. L’anello sul dito medio era freddo a contatto con la felpa, lo sentivo sulla pelle. Chiusi gli occhi come per recuperare le forze ma fu lui a prendere la parola.

Drawing. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora