Capitolo 12

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Erano passati giorni ormai ed era sempre tutto fottutamente uguale. Sospirai guardandomi allo specchio. Non avevo chiuso occhio quella notte e sentivo gli occhi stanchi e pesanti. Pettinai i capelli e scesi in cucina per fare colazione. L'orologio segnava le 9,00 e sbadigliai involontariamente. Mi sedetti e iniziai a mangiare il mio cornetto quando bussarono alla porta. Andai ad aprire svogliata e spalancai gli occhi quando vidi Harry davanti a me. Si passò una mano tra i capelli e mi fissò per un paio di secondi. Dopo di che entrò lasciandomi immobile sulla soglia della porta. Si accasciò vicino alle scale sedendosi sul secondo

gradino.

Mi avvicinai poggiando la testa sulla ringhiera aspettando che proferisse parola.

-Tra due giorni parto- la voce quasi un sussurro.

-Lo so- dissi fredda.

-Ho dato i biglietti ad Ellie perché volevo che venissi Chris- fissò i miei occhi e il mio sguardo si inchiodò al suo. Ero sbalordita.

-Cosa?- non riuscii a percepire il suono della mia voce tanto era sottile ed esile dentro di me. Il cuore cominciava a sussultarmi nel petto a raffiche di velocità interdotta. Il respiro mi mancava quasi.

-Non verrai? È sicuro?- vedevo l'orgoglio frantumarsi nei suoi occhi mentre me lo chiedeva.

-Si, è sicuro- dissi decisa. Non avrei permesso che le sue parole mi facessero cambiare idea. Avrei potuto chiamare Ellie, dirle che avevo cambiato idea e che desideravo farle compagnia al concerto. Ma non potevo. Non potevo farmi questo. Non potevo farmi del male, e con Harry era inevitabile. Il male era tra di noi e sembrava fosse l'unico che riuscisse a tenerci lontano. Non c'era nessun motivo per cui io dovessi partecipare a quel concerto. Non conoscevo nessuna canzone, sapevo a stento i loro nomi e non era il caso che qualche fan pazza mi uccidesse nel bel mezzo di Manchester. Era lì che si sarebbe tenuta la tappa extra. Ellie me l'aveva ripetuto almeno 50 volte. Guardai Harry, si era alzato ed era andato in cucina a prendersi una barretta di cioccolato dal mobile.

-Cosa farai in queste due settimane?- chiese masticando.

-Non lo so, non ho molto tra cui scegliere- dissi sedendomi a tavola.

-Vieni al concerto- insistette.

-Harry smettila- sbottai- non puoi fare cosi, d'accordo? Non puoi trattarmi di merda e aspettarti che venga al tuo concerto come se fossimo amici da una vita. Non è cosi che funziona.

-Mi dispiace averti trattato di merda. È... È complicato- disse impugnando le mani.

-Complicato? Complicato quanto Harry?-cercai di dare un senso logico alle sue parole.

-Tanto- sussurrò.

Riuscivo malapena a percepire le sue parole, e dovetti sforzarmi moltissimo per capire quel sussurro leggero e sinuoso che uscì dalle sue labbra rosee e carnose. Si alzò senza dire nulla e solo allora notai come era vestito. I pantaloni neri attillati, la camicia a fantasia sbottonata sul petto che lasciava intravedere i due uccelli tatuati sulla sua pelle morbida, un paio di stivaletti e una delle sue fottute bandane orribili. Era bello da far mancare il fiato. Ma dove andava cosi conciato?

-Dove vai?- mi pentii all'istante. Sembrava che me ne importasse davvero, ma non era cosi. Assolutamente.

-Da Zayn- aprii la porta e io mi fermai sulla soglia a guardarlo. Mi immaginai che magari un giorno, se fossimo stati insieme, mi avrebbe dato un bacio prima di allontanarsi e mi avrebbe sussurrato un delizioso "ci vediamo dopo" ma sapevo che era solo un fottuto sogno. Harry ed io non saremmo mai stati insieme. Mai.

Drawing. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora