Capitolo 25

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Il sangue colava lungo le mie braccia penzoloni. Lente gocce rosse cadevano lasciando macchie piccole sul pavimento. Avrei voluto urlare ma la voce si spezzava dentro la mia gola, aprivo la bocca senza però emettere alcun suono. Mi guardai allo specchio alzando leggermente il capo e stringendo i denti. La lama tagliava a fondo la mia pelle bianca, lasciando cicatrici indelebili non solo fuori, ma anche dentro di me. Era come strisciare porcellana. Un suono gutturale colpì le mie corde vocali quando il ferro della lametta colpì un po' più a fondo. Il sudore si univa al rosso sul mio corpo, i capelli erano attaccati alla fronte bagnata, e il respiro faticava ad essere regolare. Volevo fermarmi ma non ci riuscivo. Un urlo improvviso mi fece sobbalzare. Mi guardai di nuovo allo specchio. Ero un mostro.

-Chris- la voce di Harry mi fece tornare a respire- Chris è solo un incubo. Stai calma.

Un incubo, un altro, l'ennesimo. Le lacrime scorrevano lungo le mie guance mentre sentivo il peso di Harry sul mio letto.

Allungò dolcemente le braccia verso di me e mi strinse più forte sussurrando qualcosa di incomprensibile al mio orecchio. Sporcai la sua maglietta con le lacrime, di nuovo. Dopo la morte della nonna facevo quell'incubo ogni notte, ed era sempre lo stesso. Io che mi tagliavo e nessuno che mi fermava.

-Sssh, va tutto bene- Harry cercava di calmare le mie lacrime che scendevano come fiumi in piena. Dopo quel giorno in cui era rimasto da me non mi aveva più lasciata, dormiva sul divano e sapeva degli incubi. Non so bene perché lo facesse ma mi faceva stare bene, non mi importava che non mi amasse o che lo facesse solo per pietà, mi bastava.

I singhiozzi mi rendevano difficile la respirazione, ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo il rosso del sangue che macchiava le mie vene.

Mi aggrappai alla t-shirt di Harry impugnandola con le mani mentre lui mi cullava dolcemente tra le sue braccia.

-Non ce la faccio più- sussurrai tra i singhiozzi- non ce la faccio.

Misi la testa tra la sua spalla e il suo collo e mi sentii veramente a casa, era il mio posto preferito.

-Passerà- disse lui accarezzando i miei capelli sudati.

Mia madre era stata qui a Londra per il funerale della nonna, ma era andata via in giornata con l'aereo. Mi aveva pregata di andare con lei ma non so perché mi ero rifiutata. Aveva ragione, non c'era più niente che mi legava a quella città eppure non volevo tornare in Italia. "Sei malata, è meglio per tutti se torni con me" mi aveva quasi supplicata mentre passava il check in. Avevo scosso la testa e lei senza dirmi una parola se ne era andata, lasciandomi in balìa degli incubi.

-Perchè non fai una bella doccia? - mi guardò speranzoso.

Annuii semplicemente staccando il mio corpo dal suo. Avevo mangiato davvero poco e mi sembrava di essere diventata pelle e ossa. Guardai da lontano il mio riflesso nello specchio e feci uno sguardo di disprezzo, ero davvero un mostro. 

-Sono un mostro- sussurrai tra i denti.

-Non lo sei- mi ammonì Harry mentre recuperava la sua bandana a fantasia nera da sopra il comodino.

-Non dovresti essere qui, lo sai?- aprii il cassetto per prendere ciò che mi serviva.

-E dove dovrei essere?- chiese sorridendo. Le fossette fecero da cornice al suo sorriso luminoso.

-Con la tua ragazza- indugiai- con Meredith.

Aprii la porta del bagno lasciandolo in camera a riflettere. Sapevo che non voleva parlare di lei, me l'aveva ripetuto spesso. Ogni volta che gli chiedevo qualcosa che riguardasse la sua storia con lei mi diceva:- Chris non mi va di parlarne.

Drawing. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora